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Lettera dell’Assessore De Santis sulle Assunzioni OEPA: “Quello che i lavoratori devono sapere”

L'assessore al Personale ha scritto a Romatoday per chiarire quale futuro si prospetta agli operatori ex AEC che chiedono di essere assunti da Roma Capitale

L’assessore al Personale Antonio De Santis interviene sul merito delle assunzioni OEPA. Si tratta del personale, ex AEC, che nelle scuole affianca gli insegnanti di sostegno, per garantire una migliore autonomia degli studenti con disabilità. 

Gli operatori OEPA, che sono circa 3000, fino alla metà degli anni Novanta venivano inquadrati direttamente nell'organico del Comune. Il successivo blocco delle assunzioni ha portato il servizio in outsourcing. Gli OEPA stanno chiedendo d'invertire la tendenza e quindi hanno proposto, con una delibera popolare, di essere assunti. L'iniziativa è stata bocciata dal Campidoglio. Qualche settimana più tardi però la Sindaca ha predisposto, sulla questione, una memoria di giunta. Il provvedimento, criticato perché ritenuto di dubbia efficacia, viene invece difeso dall’Assessore al Personale che, con una lettera aperta, ha voluto far luce su “quello che i lavoratori OEPA devono sapere”.
 

Egregio Direttore,
la presente per fare chiarezza su una serie di questioni che per la nostra Amministrazione rivestono la massima importanza, soprattutto nella misura in cui impattano su dipendenti e lavoratori. 
Se pensiamo che – al momento del nostro insediamento – era addirittura bloccato il salario accessorio dei dipendenti comunali, il quadro che si palesava sotto gli occhi di tutti, e del quale ancora scontiamo le conseguenze, era quello di una stratificazione di decisioni passate, amministrativamente improvvide, che stiamo dirimendo per ripristinarne la legittimità.  
Dal canto nostro, abbiamo agito – e continuiamo ad agire – con massima serietà, senza nascondere le difficoltà a nessuno. Soprattutto – mi preme sottolinearlo – senza strumentalizzare persone e situazioni. Credo sia questa la linea di condotta che chi ricopre un ruolo di responsabilità, debba doverosamente mantenere. 
In quest’ambito rientra anche la questione degli OEPA, i cosiddetti ex AEC, e dei servizi alla persona, che in passato venivano erogati direttamente, ma non esclusivamente, da Roma Capitale, come ad esempio il sostegno ai soggetti fragili nelle scuole.
Per intenderci, la questione che in questo momento qualcuno tenta di strumentalizzare cedendo alle lusinghe del periodo elettorale, è legata a un processo tale per cui a partire dal 1998, epoca Rutelli, (deliberazioni di Giunta n. 2012 e n. 4450) è stata spianata la strada al processo di esternalizzazione, poi progressivamente portato a compimento dalle successive Amministrazioni. 
Dal 1998 al 2009, le Amministrazioni che si sono succedute hanno decretato lo stop totale alle assunzioni di ex AEC, preferendo rivolgersi agli organismi in convenzione.
Di seguito. Nel 2007, la Giunta Veltroni diminuisce i posti relativi agli ex AEC e ad altre figure della medesima categoria professionale, fino ad arrivare alla Giunta Alemanno, che, dando seguito agli atti della precedente amministrazione, decreta il completo esaurimento della figura degli ex AEC nella pianta organica comunale.
A fronte di un simile ventennale excursus, gli echi che in questi giorni si sono sollevati da alcune tribune dopo la nostra Memoria di Giunta, la n. 5 del 22 gennaio 2021, non sono altro che la deriva di un sistema di strumentalizzazione sul tema rodato da anni, e in maniera certosina.
Per inciso: la nostra Memoria è il primo, irrinunciabile e necessario step per l’avvio di un percorso, amministrativamente inappuntabile, volto a riconoscere ex novo la figura degli OEPA nell’organico capitolino, essendone ad oggi esclusa. E non certo per decisione nostra, come sopra argomentato. A seguire, si potrà procedere alla ricognizione del fabbisogno di unità e prevederne l’assunzione, sempre secondo l’iter prescritto dalla legge relativamente alle Pubbliche Amministrazioni.
Non comprendo come qualcuno possa puntare l’indice contro la prima Amministrazione che, dopo 20 anni, avvia un percorso inverso rispetto a quello portato avanti da Giunte di ogni colore politico nei decenni precedenti, peraltro argomentando di poter procedere a un’immediata assunzione in virtù di una proposta di delibera consiliare che, senza specificare come e quando, promette arruolamenti in pianta stabile senza considerare alcuni passaggi fondamentali, anzi dirimenti.
Ciò detto, mi domando se le persone che oggi affabulano i lavoratori con ricostruzioni di tono elettoralistico, abbiano anche avuto il coraggio di dire loro che – ai sensi dell’articolo 97, comma terzo della Costituzione – si accede alla Pubblica Amministrazione solo tramite concorso; o che, ancora, tenuto conto dei limiti  del turnover, come prescrive la legge, Roma Capitale può assumere circa 500 persone l’anno, peraltro per soddisfare i fabbisogni di decine di profili professionali  necessari alla vita dell’ente. 

Ancora: gli operatori esternalizzati sono, ad oggi, circa 3000. Alla luce di questi dati di fatto, sarei davvero curioso di sapere con quale senso di responsabilità, pensino di poter promettere, e soprattutto concretizzare, la loro immediata e completa internalizzazione. 
Ripeto: la nostra Memoria di Giunta, mira a far ripartire un serio iter inverso rispetto a quanto fatto negli ultimi 20 anni: ciò necessità di passaggi amministrativi  conseguenti alla riapertura di questo profilo nella pianta organica di Roma Capitale, chiuso nel 2009 e mai riaperto da nessuno, per poi procedere nella pianificazione dei fabbisogni alla reintroduzione della figura professionale e al progressivo reclutamento nei termini consentiti dalla legge, ma soprattutto nel rispetto dei lavoratori. 
Abbiamo preferito atti amministrativi seri ma soprattutto imprescindibili, per avviare un reale percorso di riconoscimento di questi professionisti, che - per forza di cose - non può essere immediato, ma è concreto.
Agli operatori OEPA questo non va taciuto: è loro diritto - ed è nostra intenzione - spiegargli esattamente come stanno le cose.
L'obiettivo dev'essere uno, e uno solo: il bene dei lavoratori.
Quello che auspichiamo, a questo punto, è che sia un obiettivo comune, condiviso e portato avanti insieme a noi da tutte le forze politiche che vogliono lavorare al tema. Perché al di là della propaganda, che raramente paga, e ben oltre le logiche di consenso sterili e di breve periodo, lo sguardo non è rivolto alla contesa politica, ma alle persone, e quindi alle modalità realistiche della risoluzione del problema.

Firmato: Antonio De Santis,  Assessore al Personale, Anagrafe e stato civile, Servizi Demografici ed Elettorali di Roma Capitale
 

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