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Dai rifiuti al caso Muraro, Grillo in aiuto di Raggi: "Siamo tutti con Virginia"

Il comico genovese e il direttorio pentastellato intervengono nel caos romano. L'assessora ancora nel mirino: al centro delle polemiche l'intercettazione di una telefonata con Buzzi

E' dovuto scendere il campo il 'direttorio', senza escludere nemmeno Beppe Grillo, per tentare di arginare la bufera mediatica sul caos rifiuti romano. Da un lato un servizio in affanno nella pulizia della città, non proprio una novità per la capitale, dall'altro la posizione dell'assessora all'Ambiente Paola Muraro sul cui passato, giorno dopo giorno, emergono nuovi particolari, vera e propria benzina sul fuoco delle polemiche. A parlare chiaro è il titolo del post: "Siamo tutti con Virginia". 

La firma è quella di Beppe Grillo seguito da Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Roberto Fico, Carla Ruocco e Carlo Sibilia. Come a dire, la situazione è delicata e nemmeno il mini-direttorio, che ha affiancato la sindaca subito dopo la sua elezione, può attutire abbastanza i colpi di certe turbolenze. Se Raggi e Muraro erano partite all'attacco con un doppio blitz, quello a Rocca Cencia prima, quello negli uffici di via Calderon De La Barca poi, a distanza di pochi giorni Grillo e i suoi sono dovuti intervenire a difesa della roccaforte capitolina appena conquistata. 

Ecco il senso del post. Mentre Raggi e i suoi assessori "stanno lavorando a testa bassa per restituire ai romani una città pulita" si legge nell'intervento, "il Pd e i giornali si occupano solo di colpire la Raggi e il Movimento 5 Stelle a suon di balle". Il riferimento è da una parte ai "retroscena e notizie false sui rapporti dei portavoce del MoVimento 5 Stelle con Virginia Raggi e gli assessori nel tentativo di screditare l'operato del sindaco e nella speranza (vana) di spaccarci", dall'altro "sostengono che Roma nelle ultime settimane è stata invasa dai rifiuti, quando in realtà i romani da anni hanno sotto gli occhi lo stesso degrado". L'attacco è diretto ai giornalisti, da sempre obiettivo del Movimento: "I giornalisti continueranno a inventare di sana pianta ‘processi’ e ‘strigliate’ al sindaco, ‘guerre’ e ‘caos’, noi continueremo a stare al fianco di Virginia per sostenerla nella nostra battaglia comune". 

L'ultima grana emersa riguarda una telefonata che nel settembre del 2013 Salvatore Buzzi, il 'ras' delle coop al centro dell'inchiesta su 'Mafia capitale', avrebbe rivolto all'assessora, al tempo consulente della municipalizzata. Al centro della comunicazione, lo stato dell'arte di una gara d'appalto in merito alla quale Muraro avrebbe fornito informazioni. La telefonata, fino ad oggi, non è stata nemmeno trascritta nell'ordinanza perchè considerata non rilevante ai fini dell'indagine ma non si esclude che gli inquirenti possano decidere di riconsiderarne i contenuti. 

La diretta interessata ha replicato così: "Credo nel lavoro dei magistrati, che sono quelli che hanno già valutato la telefonata non penalmente rilevante, per cui io non faccio parte di questa inchiesta" ha affermato Muraro sul caso  ripresa dalle telecamere di RaiNews24. "Dico solo che i giornali stanno basando alcuni articoli sul nulla, per me possono pubblicare anche tutta la telefonata" ha continuato. "Il fatto che non sia stata inserita nella vicenda di mafia capitale ha un motivo, mentre altri, soprattuto alcuni esponenti del Pd, avevano lasciato mano libera a questa persona, ci mangiavano anche insieme. Siccome sono serenissima, non sono mai entrata nella vicenda, possono pubblicare tutta la telefonata".

Racchiusa in un Tweet la posizione del Movimento cinque stelle romano: "Mafia Capitale decine di PD indagati e arrestati. Nessun cenno alla Muraro. Crediamo alla magistratura, non ai giornali di partito". La replica arriva anche dal capogruppo del M5S in Campidoglio Paolo Ferrara: "Ci fidiamo dei magistrati e non dei giornali. I magistrati non hanno rilevato nulla, quindi di che parliamo?". E se Muraro fosse indagata? "Se fosse, se fosse... Qui andiamo avanti sempre con i ''se fosse''. Vediamo giorno per giorno, Roma ha bisogno di lavorare. Poi vedremo che succederà, ma non credo che questa cosa accadrà".

L'opposizione non si fa sfuggire l'occasione per insorgere. "Ricordo con grande nostalgia, e anche un po' di tenerezza, Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Paola Taverna e Roberta Lombardi, in aula Giulio Cesare, a leggere a gran voce stralci delle intercettazioni dell'inchiesta di Mafia Capitale. Oggi i parlamentari del Movimento 5 Stelle, campioni olimpici di doppia morali, torneranno in Campidoglio a leggere le intercettazioni tra Buzzi e l'Assessora Muraro come fecero nel dicembre 2014?" afferma in una nota Giulia Tempesta, esponente del Partito Democratico di Roma. "Sulla Muraro ne scopriamo una al giorno ed è forse venuto il momento che il M5S e la Sindaca Raggi facciano dimettere colei che, in soli 40 giorni, è diventata il peggior Assessore all'Ambiente che Roma abbia mai avuto" la posizione di Marco Miccoli, deputato romano del PD.

"Come mai nessuno commenta o grida onestà, onestà?" scrive invece su Facebook Giorgia Meloni. "Le vicende odierne e le intercettazioni che emergono sembrano mostrare un ruolo molto attivo e ben diverso da quello di semplice consulente, rendendo quindi il quadro complessivo decisamente non coerente con la trasparenza sempre reclamata dai 5 stelle oggi al governo della capitale" scrivono in una nota gli esponenti di Fdi-An Fabrizio Ghera, capogruppo in Campidoglio e Andrea De Priamo, vice presidente dell'Assemblea Capitolina.

Intanto ieri in Campidoglio una parte del mini-direttorio, una delegazione composta dal consigliere regionale Gianluca Perilli e dal deputato Stefano Vignaroli, ha incontrato Virginia Raggi in Campidoglio. Con loro anche il vicesindaco Daniele Frongia. "Nessun colpo di scena ma una discussione su temi regionali, con alcuni provvedimenti che ci aspettano a settembre" ha spiegato Perilli. Il rapporto con il mini-direttorio è costante, ma ieri la sindaca ha provato a smarcarsi. Lo ha fatto in relazione alla nomina del nuovo amministratore unico di Ama, Alessandro Solidoro: "E' stato scelto da me insieme ai due assessori. Abbiamo valutato prima i curricula all'interno dell'azienda, e poi ci siamo rivolti all'esterno non ritrovando alcuna professionalità che ritenevamo adeguata alla nostra visione politica" ha spiegato rispondendo a chi le chiedeva se la scelta fosse stata fatta da lei o dal direttorio romano.  

In merito ai nuovi particolari emersi, in una nota, gli amministratori giudiziari delle cinque cooperative che facevano capo a Buzzi precisano che "dal mese di dicembre 2014 le coop sono sottoposte a sequestro di prevenzione su proposta dei procuratori della Repubblica dottori Luca Tescaroli, Paolo Ielo e Giuseppe Cascini nei confronti del dott. Salvatore Buzzi" con conseguente nomina di un collegio di amministratori giudiziari (composto dalla dott.ssa Claudia Capuano, dal dott. Davide Franco e dal dott. Paolo Lupi firmatari della nota), "unitamente ad un nuovo management". Tutti "soggetti deputati a garantire – sotto il controllo della magistratura - l’attuazione dei principi cardine della normativa antimafia". Continua la nota: "Non deve perciò stupire se una società in amministrazione giudiziaria (che quindi opera sotto il controllo della magistratura) risulti aggiudicataria di un appalto, in quanto tale aggiudicazione è ovviamente nata in un contesto di legalità ed in attuazione di specifiche norme di legge che, opportunamente, consentono la prosecuzione dell’attività in un contesto di regolarità e rispetto delle norme del mercato".

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