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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Asili, niente 'pausa pasquale' per le insegnanti: "Negli uffici municipali senza mansioni"

"Se prima dovevamo rimanere a disposizione su chiamata, con il contratto unilaterale o chiediamo le ferie o andiamo in ufficio" spiega Daniela Pitti dell'Usb. Intanto è allarme caos per l'assenza di supplenti

Niente pausa pasquale per le educatrici degli asili nido e delle scuole dell'infanzia della Capitale. Sarebbe dovuta iniziare giovedì ma, con il nuovo contratto unilaterale, per le insegnanti cambiano tutte le regole del gioco: “Prima dovevamo semplicemente rimanere a disposizione, a chiamata. Ora siamo costrette a chiedere i giorni di ferie oppure dovremo presentarci negli uffici municipali” spiega a Romatoday Daniela Pitti, educatrice e delegata dell'Unione sindacale di base. Nessuna turnazione, però, come solitamente è organizzato il personale del settore scolastico. L'orario sarà quello degli amministrativi: “Dalle 8 alle 15.12 senza pausa, elemento che ci fa perdere anche il buono pasto”. Ma non solo. A non essere chiare sono anche le mansioni: “E' assurdo. Non possiamo svolgere compiti amministrativi per i quali servono competenze specifiche e password per gli accessi” continua. “Rimarremo parcheggiate nei corridoi? Faremo le fotocopie? Porteremo i caffè?”. È caos anche sulle ferie residue dal 2014: “Siamo obbligati a consumarle entro aprile ma non sono chiari i modi e i tempi”.  

Intanto per gli asili nido il malcontento torna a focalizzarsi sul numero di bambini per insegnante, proprio come nel gennaio scorso quando alcuni genitori chiamarono le forze dell'ordine per intervenire. “Con l'applicazione del contratto unilaterale è saltato il rapporto di un insegnante per sei bambini fissato in precedenza. Le assenze verranno sostituite solo dalla seconda assenza” continua Pitti. Risultato? “Ci sono arrivate segnalazioni da tutta Roma”.

Per la scuola sono invece state inserite tre ore in più a contatto con i bambini. Secondo il contratto unilaterale, come hanno spiegato anche dall'assessorato alla Scuola, le tre ore potranno essere effettuate o 3 tutte insieme una volta a settimana, o 1 ora e mezza due volte a settimana, oppure 1 ora nelle giornate in cui viene effettuata la traslazione in entrata, dalle ore 10 alle ore 11 a copertura ottimale dell'orario pomeridiano, e le restanti due ore negli altri giorni della settimana. “Ora stanno spingendo per farcele sostenere tutte e tre insieme in un pomeriggio. Questo perchè una circolare, ancora più restrittiva rispetto all'atto unilaterale, prevede che per i primi tre giorni nel pomeriggio la supplente non venga mandata” denuncia. In totale sono “otto o nove ore a contatto con i bambini”. Risultato: “Si abbassa la qualità del servizio e si mette a rischio la salute di bambini e lavoratrici”.

Dopo il no dei dipendenti al referendum, l'Usb chiede la riapertura della discussione per “scrivere il nuovo contratto” dichiara Caterina Fida, dell'Usb di Roma Capitale. “L’Amministrazione capitolina continua invece con azioni arroganti, revocando  illegittimamente la delibera di Giunta che sospendeva alcune disposizioni dell’Atto Unilaterale per il settore scolastico-educativo, tra le quali l’invio di supplenti, ed obbliga il personale ad utilizzare le ferie nel periodo in cui è  a disposizione”. Le conseguenze: “Nei nidi e nelle scuole il mancato invio di supplenti sta provocando situazioni simili, se non peggiori, a quelle che già denunciammo insieme ai genitori nel mese di gennaio, con il rapporto alunni-insegnati ben oltre i limiti di legge, con gravi rischi per la sicurezza dei piccoli e l’impossibilità a svolgere qualsiasi attività didattica” conclude Fida che conferma lo stato di agitazione per il sindacato.

Intanto ieri le educatrici dei nidi e delle scuole dell'infanzia hanno effettuato un flash mob in Campidoglio durante il quale hanno consegnato un uovo di Pasqua al sindaco. Dentro una diffida: “La sospensione dell'atto unilaterale per il settore scolastico fino al giugno 2015 era stato stabilito da una delibera di giunta che non era subordinata all'esito del referendum”. Conclude Pitti: “Abbiamo presentato una diffida perché i suoi effetti sono stati annullati da una circolare mentre invece sarebbe stata necessaria un'altra delibera”.

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