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Asili nido convenzionati, pressing sulla Raggi: "Modifichi la delibera"

Centinaia di educatrici davanti al palazzo Senatorio, mentre in Aula Giulio Cesare si decide il futuro del settore. "I nidi convenzionati costano ai contribuenti la metà dei nidi comunali e quelli in concessione un terzo. Che scelte fa l'amministrazione?"

Le lavoratrici dei nidi convenzionati non ci stanno. La bozza di delibera sul bando degli asili nido, che è circolata nei giorni scorsi, non fa presagire nulla di buono. Le associazioni di categoria sono sul piede di guerra. Le educatrici anche. Nella mattinata di venerdì 3 marzo, un centinaio di loro si è presentata all’ingresso di Palazzo Senatorio. Con la speranza di essere ricevute dalla Sindaca Raggi. 

LA LIBERTA' DI SCELTA - “La scorsa settimana,  abbiamo espresso le nostre posizioni al Sindaco ed all’Assessore –   fa sapere Mimmo Crea, rappresentante dI una società che gestisce 15 asili nido nella Capitale –  abbiamo approfittato della loro presenza ad un incontro in Municipio VII e, con l’occasione, abbiamo ribadito un concetto di base: le famiglie devono poter scegliere il servizio educativo per i propri figli”.

LE ISCRIZIONI AI NIDI - La bozza di delibera preparata per l’attesissimo bando sui nidi, prevede infatti che le famiglie alla compilazione delle domanda indichino  “in via prioritaria 5 asili nido in gestione diretta” e solo in via sussidiaria è possibile inserirne uno in convenzione o in concessione. Un’opzione che tuttavia verrebbe presa in considerazione, solo “in caso di esaurimento dei posti disponibili nei 5 nidi prioritariamente indicati”.

SERVIZI DIVERSI - “Questa delibera – commenta Mimmo Crea –  obbligherebbe le famiglie di Roma a dover scegliere solo i nido comunali decretando la chiusura dei nostri. Non abbiamo ancora capito quale sia la visione politica che sta dietro a quest’impostazione, sembra quasi uno sgambetto”.  Sul piano dei servizi offerti alle famiglie, ci sono delle differenze che le associazioni di categoria e le società che gestiscono i nidi privati convenzionati, non mancano mai di sottolineare. “I nidi comunali sono spesso realizzati in strutture fatiscenti, senza uscite di sicurezza; talvolta non rispettano neppure le norme antincendio e non hanno soldi per garantire le sostituzioni o i servizi integrativi. Invece da noi, nel privato convenzionato - sottolinea Crea - si tengono corsi di musica, di teatro. Le famiglie fruiscono del sostegno alla genitorialità, insomma riusciamo ad erogare un livello di servizio elevatissimo.

I COSTI RIDOTTI - Oltre ai servizi, i gestori dei nidi convenzionati, come anche le associazioni di categoria, rimarcano le differenze.  "Il costo per noi contribuenti - osserva Crea - è pari alla metà di quello previsto per i nidi in gestione diretta. Stiamo parlando, in quest’ultimo caso, di 16mila euro l’anno, contro gli 8400 della gestione indiretta ed addirittura i 5300 degli asili convenzionati. Un amministratore oculato, dovrebbe puntare ad indirizzare le famiglie dove c’è un risparmio per i contribuenti” obietta Crea, incontrato in Campidoglio in occasione della protesta. Le educatrici del Coordinamento dei nidi convenzionati restano intanto sulle scalinate antistanti l’ingresso di palazzo Senatorio. Nella speranza di ottenere un incontro chiarificatore con la Sindaca Raggi. I tempi, come sempre, sono strettissimi. Intanto in Aula Giulio Cesare si discute sulla delibera. Il destino delle famiglie romane, che attendono di capire dove iscrivere i propri figli, potrebbe essere stabilito nelle prossime ore.   

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