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Nidi ai privati, Tronca: "Sì a confronto con le parti". Ma è bufera

Il Campidoglio precisa ieri in serata che è il piano è da discutere con gli attori interessati, ma in linea con quanto già tracciato dalla precedente amministrazione e dal piano di rientro

Asili nidi ai privati e materne allo Stato? Il Campidoglio non smentisce, ma precisa che niente verrà fatto senza confronto con gli attori in campo e salvaguardando comunque i livelli occupazionali e il servizio pubblico. Ma ormai, rettifiche a parte, la bomba è esplosa, e sta scatenando la bufera.  

Tutti contro il commissario, e da destra a sinistra il no è trasversale. Una soluzione quella della privatizzazione degli asili contenuta nel Documento unico di programmazione 2016-2018 (Dup) in cui il Commissario avrebbe riportato che, per far fronte alla richiesta dei bambini in lista d'attesa, "sarebbero necessari ulteriori fondi, per un importo pari a 6 milioni e 500 mila 613 euro l'anno per la copertura delle spese di gestione".

IL PIANO - Ma visto che non c'è speranza di trovare queste risorse "si propone di avviare un progressivo passaggio alla gestione in concessione, che consentirebbe una minor spesa per ciascuna struttura stimata in 450 mila euro annui", assicura l'analisi commissariale. Stesso discorso per le materne: per esaurire le liste d'attesa servirebbero altre "90 sezioni nuove a tempo pieno, e ulteriori fondi per un importo pari a 12 milioni e 375 mila euro l'anno". Per questo l'idea è una "progressiva statalizzazione delle scuole dell'infanzia". 

LE PROTESTE: DA SINISTRA... - Il coro anti-privati parte da Sel, include il Pd e arriva a Fratelli d'Italia. In mezzo, ovvio, i sindacati. "Vogliamo un incontro con Tronca", chiede a mezzo stampa l'ex capogruppo Pd in Campidoglio, Fabrizio Panecaldo. "A Roma esiste già un sistema integrato pubblico-privato di gestione dei servizi educativi". Utile "vista la complessità del settore e la delicatezza delle persone a cui il servizio si rivolge, un confronto immediato con il subcommissario delegato in materia". Anche i sindacati confederali chiedono un incontro urgente al Commissario, preoccupati della tutela delle oltre 6mila educatrici e insegnanti capitoline.

Insorgono i minisindaci e i miniassessori della Capitale: "Faremo le barricate" annuncia Andrea Catarci, presidente del Municipio VIII. "Il commissario Tronca non batte un colpo sui problemi specifici segnalati dai Municipi, territorio per territorio. Al contrario, dimenticandosi del carattere provvisorio e ademocratico della sua carica, rilancia la malsana idea di privatizzare gli asili nido".

...A DESTRA - "Con le dimissioni di Marino pensavamo di aver messo fine alle folli idee della sua maggioranza targata Pd-Sel e invece no poichè il commissario Tronca vorrebbe dare seguito alla scellerata decisione di privatizzazione degli asili nido e delle scuole per l'infanzia di Roma Capitale. Ciò rappresenterebbe un danno per un modello d'istruzione e di formazione per i nostri bambini che non può essere totalmente affidato alla gestione dei privati" dichiara Federico Rocca, responsabile romano Enti locali di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale.

Sulla stessa linea il consigliere regionale del Lazio, Fabrizio Santori. "I nostri servizi scolastici ed educativi devono essere garantiti, non svenduti. Oltretutto la privatizzazione delle scuole non è un provvedimento che deve adottare un commissario straordinario, ma un atto di responsabilità che dovrebbe essere assunto da un organo politico, democraticamente eletto e sul quale è possibile garantire un dibattito collegiale e costruttivo". 

PRECISAZIONI DEL CAMPIDOGLIO - La notizia si è diffusa a macchia d'olio nella giornata di ieri, e in serata il Campidoglio, pur non smentendo niente di quanto rilevato nel Dup, ha sottolineato alcuni aspetti. A parte il fatto che le ipotesi del piano "sono coerenti con il percorso tracciato dalla precedente amministrazione" - e questo lo sapevamo - niente è stato ancora deciso. Parliamo di "scenari ipotetici da valutare in sede di redazione del bilancio di previsione". Ferma restando "la volontà di garantire gli attuali livelli occupazionali e la piena efficacia del servizio pubblico, si specifica che qualsiasi percorso applicativo vedrà la necessaria condivisione di qualsiasi decisione strutturale, che verrà assunta – come sempre – previo dovuto confronto con le parti sindacali e con tutti gli attori interessati".

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