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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica

Opere nelle aree ex abusive, la Giunta Raggi cambia la delibera ma i consorzi attaccano: "Soluzioni pasticciate"

Il Campidoglio: "Accolte modifiche dopo un confronto". Il Coordinamento delle periferie: "Rimasti inascoltati". Aic: "Dubbi sul funzionamento"

Non è bastata a placare le polemiche l’apertura della Giunta Raggi ad accogliere alcune modifiche alla delibera che regolerà il lavoro delle Associazioni consortili di recupero urbano (Acru) per la realizzazione delle opere di urbanizzazione nelle aree ex abusive della capitale (qui l’annuncio del Campidoglio). “Soluzioni pasticciate”, la critica del Coordinamento della Nuova periferia, che riunisce un gruppo di consorzi. 

Il provvedimento, fin dal suo annuncio nel 2019, ha generato tensione tra l’amministrazione capitolina e le associazioni territoriali, nate per portare strade, fogne e illuminazione nei quartieri costruiti abusivamente attraverso la progettazione e la gestione sul territorio stesso degli oneri di urbanizzazione raccolti per conto del Comune. La delibera approvata nel novembre del 2019 dalla Giunta Raggi, uscita dagli uffici del dipartimento Urbanistica, puntava ad adeguare l’iter per la cantierizzazione di tali opere alla normativa sugli appalti, obbligando di fatto i consorzi a trasformarsi in stazioni appaltanti. Un iter che la maggior parte dei consorzi ha sempre ‘bollato’ come “impossibile da applicare” chiedendone il ritiro (qui tutte le critiche che erano state espresse).

La delibera, dopo l’approvazione in Giunta nel novembre del 2019, non è mai stata ritirata ma non ha passato l’esame della commissione Urbanistica e quindi non è mai arrivata in Assemblea capitolina per l’approvazione definitiva. Ora la Giunta accoglie alcune delle modifiche richieste dai rappresentanti di alcune associazioni consortili nel corso di una serie di tavoli tenuti dalla delegata alle Periferie del Campidoglio, Federica Angeli. Si tratta di una serie di emendamenti che andranno a modificare il testo bocciato l’anno scorso dai consorzi e rimandato a un ulteriore confronto all'unanimità dalle forze politiche di maggioranza e opposizione. In particolare è stata introdotta la possibilità di far gestire la fase della gara per l’appalto al Comune, sulla base di progetti elaborati dai consorzi stessi.

Va precisato che si tratta di una delibera transitoria, che servirà a realizzare 14 opere già progettate e già passate in conferenza dei servizi per un totale di 10 milioni di euro. Per il resto delle opere ancora da progettare, per un totale di circa 50milioni di euro già nelle ‘casse’ dei consorzi, servirà invece un nuovo regolamento. Le associazioni consortili che non si doteranno di una personalità giuridica, entro il termine di 90 giorni, dovranno darne comunicazione ufficiale all’amministrazione trasferendo i fondi a Roma Capitale.

Con una nota stampa il Coordinamento della nuova periferia, che riunisce molti consorzi in tutta la città, ha puntato il dito contro quanto annunciato martedì dal Campidoglio: “Apprendiamo con incredulità, il comunicato della sindaca Virginia Raggi che pensa di dedicarsi ‘con ritardo’ alla Periferia con le modifiche apportate dalla Giunta alla delibera sulle opere a scomputo già approvata il 3 novembre 2018”, scrive il Coordinamento. “Quella delibera fu bocciata da associazioni e consorzi in occasione dell’Assemblea cittadina del 5 novembre 2018 e, respinta dalla commissione Urbanistica, non ha visto mai la luce”, continua la nota. “È sorprendente che oggi la Sindaca, dopo oltre quattro anni e a pochi mesi dalla scadenza del suo mandato, voglia pubblicizzare un recuperato rapporto con le associazioni e consorzi, facendo approvare qualche ininfluente, se non peggiorativa modifica alla precedente delibera, senza neanche ascoltare le associazioni interessate. Se l’attuale Amministrazione pensa di recuperare il rapporto con la Periferia con soluzioni pasticciate, e per verificare se davvero  qualcosa è cambiato, si porti la delibera in commissione Urbanistica ed in Consiglio comunale, e si verifichi se qualche consorzio è disposto a sottoscriverne la convenzione”.   

Ad esprimere dubbi è anche Fabrizio Scorzoni, presidente del Consorzio Aic, che non fa parte del Coordinamento: “Le nostre proposte avanzate al tavolo della delegata Angeli sono state teoricamente accolte con una serie di emendamenti alla delibera 142, il cui iter si è fermato ormai un anno fa in commissione”, spiega. “Il tavolo aperto da Angeli ha svolto correttamente il suo lavoro, il problema è che abbiamo sempre sostenuto che quella delibera fosse inemendabile, che andasse riscritta. L’amministrazione Raggi ha scelto invece la strada di approvare una serie di emendamenti al quel testo. Li stiamo valutando, e attendiamo di confrontarci nel corso del nuovo incontro che è già stato convocato. La scelta dell’amministrazione è legittima ma ho forti dubbi che la delibera emendata in questo modo possa funzionare. Utilizzando un’immagine: sarebbe come tentare un innesto su un albero secco. Gli emendamenti elaborati possono anche essere positivi ma temo che modificare quella delibera, e prevedere la possibilità di due percorsi differenti, non porterà ad alcun risultato in termini di realizzazione delle opere”.

Poi conclude: “Sono quattro anni e mezzo che proponiamo delle soluzioni per superare questa situazione. Anni durante i quali questi soldi potevano essere spesi per realizzare le opere che queste periferie attendono. Non ci sottraiamo al confronto ma dubito che queste opere possano essere sbloccate in pochi mesi”.

La delegata alle Periferie, Federica Angeli, racconta a Romatoday di aver aperto gli incontri a tutti i consorzi: “Io e il presidente della commissione Urbanistica Carlo Maria Chiossi, abbiamo organizzato il primo incontro il 22 novembre in un posto all’aperto, ci saranno state circa 40 persone e alla riunione erano stati invitati a partecipare tutti gli interessati. Per rendere più facile la gestione abbiamo poi deciso di indicare tre delegati dei gruppi di consorzi più rappresentativi. Si sono susseguiti tre incontri”, ha continuato Angeli.

La delibera non è stata riscritta da capo, come chiedevano, ma sono state accolte quasi tutte le modifiche che ci sono state sottoposte. La prima: dal momento che trasformarsi in stazioni appaltante sarebbe stato impossibile da gestire per la maggior parte dei consorzi, è stata introdotta la possibilità di far gestire la fase dell’appalto al Comune. Seconda: è possibile decidere se versare i soldi sui conti delle Acru o in quelli del Comune, mentre la delibera originaria prevedeva solo la seconda opzione. Al contrario, non abbiamo potuto cedere sulla richiesta di togliere l’Iva a carico dei consorzi in quanto ci siamo confrontati con il ministero delle Finanze e ci è stato detto che, per le opere pubbliche, la legge la prevede a carico dei professionisti. Ricordo che si tratta di una delibera transitoria pensata per sbloccare 14 opere già approvate in conferenza dei servizi. So che i consorzi sono dubbiosi ma c’è tutto il tempo perché questa amministrazione riesca a far partire quei cantieri”.

Nei prossimi giorni è in programma un nuovo confronto. Poi la delibera emendata dovrà passare al voto dell’Aula Giulio Cesare. 

Aggiornamento

Dopo la pubblicazione dell'articolo, è stata diffusa anche la nota stampa della presidente del VII municipio, Monica Lozzi, ex pentastellata e candidata sindaca di Roma per la lista civica 'Revoluzione civica', da sempre critica verso la delibera: “Ennesimo comunicato propagandistico della sindaca Raggi che rivendica il merito di aver sbloccato 10 dei 50 milioni di euro dei fondi delle Associazioni Consortili di Recupero Urbano (ACRU) per realizzare opere pubbliche primarie nelle periferie romane. Peccato che il non aver tenuto conto di alcuni tecnicismi più volte suggeriti in cinque anni di incontri, come ad esempio chi pagherà l’Iva oppure con quali fondi verranno pagati i progetti definitivi da mettere a bando, non permetterà lo sblocco proprio di nulla”. Conclude Lozzi: “Questi 50 milioni di euro sono fermi nelle casse delle Acru e niente sarà fatto nelle periferie perché la giunta Raggi in cinque anni non è stata capace di procedere all’adeguamento normativo della delibera che norma il funzionamento di questi consorzi".

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