rotate-mobile
Politica

Appalti diretti, con Marino l'impennata: "La Roma di Alemanno non aveva un bilancio"

Lo ha detto il primo cittadino commentando dei dati pubblicati dal Sole 24 Ore secondo cui il valore degli affidamenti è schizzato di oltre 50 punti percentuali con l'attuale amministrazione

“Non ho commenti a riguardo. Gli apprezzamenti di Raffaele Cantone, quando ci siamo incontrati in Campidoglio sono stati assolutamente molto lusinghieri”. Si difende così il sindaco Ignazio Marino dai dati snocciolati in un articolo comparso oggi su Il Sole 24 Ore dal titolo eloquente: 'Appalti a Roma, boom di affidamenti diretti”. Secondo il quotidiano economico il primo periodo di amministrazione Marino  è “stato caratterizzato da un'esplosione del valore degli affidamenti diretti nelle procedure negoziate” con una “sproporzione davvero vistosa con il valore degli appalti affidati nell'ultimo periodo dall'amministrazione guidata da Gianni Alemanno”.

L'ERA ALEMANNO - Una situazione di fronte alla quale, in realtà, un commento il primo cittadino lo avanza: la causa, per Marino, è da ricercarsi nella situazione lasciata dal suo predecessore. “Voglio solo sottolineare che quel dato di affidamento diretto nel primo periodo della mia amministrazione è assolutamente vero, e la spiegazione va ricercata nel fatto che Roma era se non nell'illegalità, certamente non nell'appropriatezza contabile" ha affermato. Poi ha aggiunto: "Roma non aveva un bilancio. Il sindaco Alemanno aveva ritenuto di amministrare la Capitale d'Italia in dodicesimi. Era un metodo, nella migliore delle ipotesi disordinato, nella peggiore un metodo che poteva esporre a fenomeni di illegittimità contabile. Altri giudizi sull'era Alemanno, non ne posso dare: c'è la magistratura". Il sindaco ha poi aggiunto che il tema "è già stato affrontato nelle prime riunioni con Raffaele Cantone e da lì abbiamo disegnato un percorso che si è poi concretizzato nelle settimane successive".

I NUMERISecondo il Sole 24 ore “dal primo gennaio del 2001 al 12 giugno del 2013, periodo in cui era ancora sindaco Gianni Alemanno, la quota complessiva dei lavori, servizi e forniture affidati con la procedura negoziata è stata dell'85,16% e in termini di importo la quota è stata del 24,7 per cento”. Con Ignazio Marino, “nel periodo che va dal 12 giugno del 2013 al 10 dicembre dello scorso anno” la quota in percentuale si attesta poco sopra, all'89,76%. Il dato schizza considerevolmente però se si valuta il valore degli affidamenti che raggiunge quota 74,24% “con uno scostamento di quasi cinquanta punti rispetto al 24,70% dell'ultimo periodo Alemanno”.

L'ex sindaco affida a Twitter la sua risposta: "Con Marino boom di affidamenti diretti senza appalto e lui si difende addossando la colpa a me. Ma vi pare?".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Appalti diretti, con Marino l'impennata: "La Roma di Alemanno non aveva un bilancio"

RomaToday è in caricamento