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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Caffè Greco, vecchia gestione sotto sfratto ma la proprietà promette: "Non chiuderà"

L’Ospedale israelitico, proprietario delle mura, non vuole confermare l’attuale gestore, proprietario degli arredi. Rampelli: “Serve un tavolo con il ministero”

Duecento cinquanta anni di storia sono racchiuse tra le mura del civico 86 di via Condotti. E’ lì che si trova l’Antico Caffè Greco, non un locale qualsiasi. Tra i suoi tavolini si sono accomodati personaggi della cultura come Goethe, Gogol, De Chirico, Schopenhauer, e Guttuso che al locale ha dedicato un quadro, oggi esposto a Madrid. E’ un bene vincolato sul cui futuro si sta sperimentando un contenzioso. Il 22 giugno infatti gli storici gestori del caffè dovrebbero ricevere lo sfratto. Una possibilità che sta animando un acceso dibattito e che potrebbe presto interessare anche il ministero della cultura.

La posizione della proprietà

La proprietà dell’immobile, l’ospedale israelitico, ha ricordato attraverso una nota che “il contratto di locazione con il gestore è terminato nel settembre del 2017 e che cinque sentenze del tribunale e della corte d' appello di Roma ne hanno decretato la condanna al rilascio”. Come sottolineato dai proprietari, “prima del subentro della Antico Caffè Greco srl, società fondata solo nel recente 1999, vi era un altro gestore. E così sarà anche dopo il rilascio dell'immobile occupato”. Per questo “cambierà l’esercente – ha dichiarato l’ospedale israelitico – ma la città, i romani ed i suoi turisti potranno continuare a prendere il loro caffè all'interno dell'Antico Caffè Greco per i prossimi secoli”.

L'immobile ed i beni al suo interno

Di avviso diverso è Carlo Pellegrino che affianca la moglie Flavia Iozzi, titolare della società che gestisce l’Antico Caffè Greco, un bene che è soggetto a vincolo. L’ospedale è titolare delle mura, ricordano i gestori, “ma non di tutti i beni presenti in esso, vincolati dal ministero già negli anni Cinquanta e il cui valore probabilmente è anche superiore a quello dell'immobile”. Sono più di 300 le opere e i cimeli che testimoniano la lunga storia della caffetteria romana a sostegno della quale, il 6 giugno, si è svolta una conferenza stampa.

L'appello a Sgarbi

“Darò un contributo - ha dichiarato Maurizio Gasparri, presente insieme all’ex sindaco Gianni Alemanno  - chiamerò nuovamente il prefetto di Roma e anche il pirotecnico sottosegretario Sgarbi - ha dichiarato il senatore di Forza Italia - La difficoltà è la sentenza della aagistratura, ma credo che dobbiamo dare una mano a questo luogo”.

Il sottosegretario alla cultura viene tirato per la giacchetta anche dal vicepresidente della Camera Fabio Rampelli e dal presidente della commissione cultura della camera Federico Mollicone. Nel ricordare che “i provvedimenti di vincolo hanno sancito la immutabilità della destinazione d'uso attuale, dei locali di cui si tratta e di tutti i beni strumentali costituenti l'arredamento ed i vari ornamenti in essi esistenti” i due esponenti di Fratelli d’Italia hanno quindi deciso di “lanciare un appello un appello al sottosegretario Sgarbi affinchè convochi un tavolo al Ministero per mediare, come indica la sentenza”.
 

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