Una 'rete ambientale' tra mobilità sostenibile e progetti urbanistici: per ricucire Roma Est arriva l'Anello Verde
La delibera di Giunta formalizza una "strategia di insieme". Tra gli obiettivi per la tutela del verde anche lo spostamento di diritti edificatori nei nodi ferroviari di Tiburtina e Tuscolana
Nella mappa di Roma viene segnata come una lingua verde che unisce la Valle dell’Aniene e arriva al limitare del Parco dell’Appia Antica comprendendo una serie di territori della parte est della città inclusi Villa Gordiani e Villa De Sanctis, l’area della Serenissima e il Parco di Centocelle e, nel mezzo, il Monumento Naturale del Lago dell’ex Snia. Una rete ambientale formata da varie aree di città, oggi in buona parte abbandonate, non più da considerare “vuoti urbani in attesa di riempimento edilizio ma luoghi di creazione di valore ambientale, funzionale, economico” da riconnettere con i nodi dell’anello ferroviario, con un sistema di mobilità sostenibile, il tutto all’interno di un preciso indirizzo di sviluppo urbano, anche edificatorio.
Ė l’Anello Verde, “una strategia di insieme”, per usare le parole dell’assessore all’Urbanistica Luca Montuori, “che integra sviluppo delle infrastrutture e sviluppo urbano e coniuga l’unicità dei nostri paesaggi” con “lo sviluppo sostenibile della città”. Il tutto è contenuto in una delibera di Giunta, frutto di due indirizzi dell’Assemblea capitolina, che “formalizza uno schema di assetto mettendo a sistema una serie di progetti, alcuni dei quali già in corso di realizzazione, all’interno di una visione unitaria di città”.
Il provvedimento è stato presentato martedì mattina in Campidoglio, oltre che da Montuori, dalla sindaca Virginia Raggi, dall'assessore alla Mobilità, Pietro Calabrese, dall'amministratore delegato e direttore generale di Ferrovie dello Stato, Gianfranco Battisti, e dall'ad di FS Sistemi Urbani, Umberto Lebruto. Dall’ambiente alla mobilità intelligente, dallo sviluppo sostenibile alla partecipazione, intesa come “ascolto del territorio, degli stakeholder qualificati e di quelli istituzionali”, sono cinque i ‘pilastri’ della “Roma città del futuro”, per usare le parole di Raggi.
Tra i meccanismi urbanistici che, nei piani dell’amministrazione, permetteranno di “preservare la continuità dei sistemi ambientali” c’è la rimodulazione delle previsioni edificatorie con la ricollocazione dei diritti già acquisiti”. Cubature che, nei piani dell’amministrazione dovrebbero essere spostate per “densificare maggiormente i poli già serviti da trasporto pubblico su ferro”, ovvero quelle aree un tempo funzionali agli scali ferroviari di proprietà di Fs, “che oggi non servono più”, per un totale di 1,5 milioni di metri quadrati di aree rese disponibili. La maggior parte di queste cubature atterreranno nelle aree dello Sdo (Sistema direzionale orientale, ndr) di Pietralata e in quelle vicine della stazione Tiburtina.
Qui già da tempo Fs ha annunciato l’intenzione di realizzare il suo quartier generale mentre su un altro lotto dismesso, “il cui rogito per la vendita verrà sottoscritto proprio in questi giorni”, ha spiegato l'ad di FS Sistemi urbani Lebruto, “nascerà un nuovo albergo”. Non solo. Nell’area della stazione Tiburtina Fs vuole arrivare a una variante urbanistica. “Realizzeremo un masterplan per ricucire la città divisa dall’asse ferroviario (la stessa ‘stazione sospesa’ dell’architetto Desideri, realizzata per l’Alta velocità, è stata pensata come un ponte, ndr) e indiremo una gara per selezionare gli architetti che lo dovranno elaborare”.
Altre cubature arriveranno alla stazione Tuscolana, nei mesi scorsi inserita dall’amministrazione capitolina, in accordo con Fs e Fs Sistemi Urbani, tra le aree messe a bando con Reinventing Cities, finalizzato a individuare investitori per la riqualficazione urbanistica di una serie di aree. “Per la stazione Tuscolana hanno aderito 11 soggetti ed entro il marzo del 2021 sceglieremo l’investitore-sviluppatore” al quale affidare il progetto. Le cubature da ‘spostare’ oggi insistono in parte sull’area della stazione Trastevere e in parte sulle zone dello Sdo di Casilino e di Centocelle, in un’area compresa tra Villa Gordiani e Villa De Sanctis, nel V municipio.
Nel corso della conferenza stampa i presenti non sono entrati nel merito dell’ammontare delle cubature da spostare e nemmeno della loro precisa localizzazione ma la quantità di quelle che atterreranno “dipenderà dal valore dei terreni sui quali verranno spostati i diritti”, ha spiegato Montuori. “In pratica”, le parole di Raggi, “togliamo diritti edificatori dalla campagna romana e li portiamo in aree ben definite che vogliamo sviluppare ponendoci così in maniera seria e credibile di fronte agli investitori. Non sarà a ‘consumo di suolo zero’ ma a ‘saldo zero’. Non vogliamo avere paura di lasciare vuote le aree verdi o quelle agricole valorizzando il fatto che Roma è il Comune agricolo più grande d’Europa”.
Tra le linee guida, infatti, anche il “riconoscere il valore degli usi e della cura sussidiaria di spazi interstiziali e abbandonati immaginando territori permeabili tra città e campagna; promuovere l'attuazione di politiche urbane integrate in tema di riduzione delle emissioni ed efficienza energetica; incentivare i processi di rigenerazione urbana che prevedano l'effettiva integrazione tra interventi sul contesto edificato e non edificato; affrontare il tema della fragilità idrogeologica del territorio; attuare politiche orientate al rispetto della biodiversità in ambito urbano”.
Tra i pilastri dell’Anello Verde anche la mobilità “connessa”, “intermodale” e “sostenibile” in coerenza con “le scelte che hanno guidato la redazione del Piano urbano della mobilità sostenibile”, il cosiddetto Pums. “Non un progetto per la mobilità”, ha specificato Calabrese, “ma un progetto per la città”. L’indirizzo è quello di “sviluppare l’intermodalità (ferro/gomma/bici e privato/pubblico) attraverso la progettazione di un sistema di interscambi e di “hub metropolitani”, promuovere “il potenziamento dei servizi di bike-scooter-car sharing ed altri mezzi di mobilità innovativi”; realizzare “una rete per la mobilità dolce a livello locale interconnessa con la rete urbana e regionale” riconnettendo e integrando sistemi “oggi indipendenti e non comunicanti”.
In questo quadro Fs e Fs Sistemi Urbani giocano un ruolo centrale, il primo come attore nello sviluppo della mobilità, quella su ferro in particolare, il secondo come società che ha come mission quella di valorizzare le aree dismesse del gruppo ferroviario. “Sulla città abbiamo pianificato 5,7 miliardi di euro di investimenti”, ha ricordato Battisti. “Per la chiusura dell'Anello ferroviario c'è un intervento da 547 milioni di euro, 625 milioni di euro per lo sviluppo tecnologico. 294 milioni di euro sono invece destinati a interventi infrastrutturali per nuove fermate. Poi c'è oltre un milardo (1157 milioni, ndr) per trasformare l'aeroporto di Fiumicino in un vero hub a livello nazionale, la porta d'Italia al Mondo, con collegamenti ferroviari diretti con l'aeroporto sia dal sistema dell'alta velocità che dal sistema regionale". E ancora: “Oltre 360 milioni di euro serviranno al raddoppio della ferrovia Roma-Viterbo tra Cesano e Bracciano. Inoltre con l'investimento della Regione su 72 nuovi treni regionali entro il 2022, Roma avrà una flotta più giovane della media italiana, 6 anni”.
Capitolo a parte è dedicato alle “porte della città”, luoghi adatti ad accogliere “funzioni di carattere strategico, di uso pubblico o di interesse generale, anche private”. In primis le piazze delle stazioni, “luoghi di connessione tra città, mobilità e paesaggio”. L’esempio portato al tavolo delle conferenza stampa dall’ad di Fs Sistemi Urbani è Piazza dei Cinquecento, la piazza della stazione Termini. “Siamo pronti a lanciare un concorso internazionale per riprogettarla (70 anni fa alla sua progettazione partecipò anche l’architetto Eugenio Montuori, nonno dell’assessore, ndr)”, ha annunciato Lebruto. E ancora piazza Zama, all’Appio Latino, “come porta per accompagnare i turisti nel parco dell’Appia Antica con un percorso che parte e torna a Termini”.
Oltre ai progetti relativi alla mobilità e a parte dello sviluppo urbanistico nei nodi ferroviari, in stato già avanzato, le linee guida che porteranno alla tutela di una nuova fascia verde nell’area orientale della città sono ancora tutte da attuare. “Abbiamo preso quello che c’era e l’abbiamo messo in ordine”, ha spiegato Montuori. “Si tratta di indirizzi che si possono cristallizzare in un progetto che si realizza nei prossimi dieci anni”.