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Sabato, 20 Aprile 2024
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Caso Andrini, Andrea Sesti: “Lui con noi non si è mai scusato”

Il giovane aggredito da Andrini nel 1989 parla a Roma Today: “Dopo 20 anni le scuse del sindaco sono strumentali. Per quanto mi riguarda non c'e' stato un pentimento, non si è mai scusato con la mia famiglia”

"Non ho avuto nemmeno il tempo di reagire che ho perso i sensi. Ricordo solo che erano una decina, ci hanno aggredito. E tra questi c’erano sicuramente Stefano Andrini e Mario Vattani. Di loro ho in mente l’immagine delle spranghe nelle mani”.

Andrea Sesti, vittima insieme ad altri compagni dell’agguato del 1989, ad opera di un gruppo di giovani di estrema destra davanti al cinema Capranica, ha ripercorso a fatica e con dolore quell’episodio. Lo ha raccontato ieri a Roma Today, nell’aula Giulio Cesare, mentre si consumava il consiglio comunale “speciale”, dedicato alla discussa nomina del suo assalitore nell’Ama Servizi.

Il ragazzo ha partecipato alla seduta insieme al suo legale, Giuseppe Di Nato, al fratello e a un nutrito gruppo di supporter reclutati su Facebook, nella speranza di vedere fatta quella “giustizia morale” che diversi esponenti politici e movimenti civici chiedono da qualche mese. La nomina di Andrini nella società partecipata del Comune non gli è andata davvero giù. E infatti, dopo l’intervento del sindaco Gianni Alemanno che ha reso noto di non voler revocare l’incarico, Andrea è apparso molto provato.

Il primo cittadino, dal microfono dell’aula consiliare, ha espresso rammarico per quanto accaduto vent’anni fa e ha fatto sentire la sua vicinanza alla famiglia Sesti, pur rimanendo ancorato alla sua posizione.

  Io sono coinvolto personalmente e c'è in ballo una questione di moralità pubblica  
In fondo alla giovane vittima sarebbe bastato anche un atto esplicito di pentimento da parte di Andrini che, invece “non si è mai pentito di quello che ha fatto”, ha dichiarato Sesti. “Dopo 20 anni le scuse del sindaco sono strumentali. Per quanto mi riguarda non c'e' stato un pentimento, non si è mai scusato con la mia famiglia e per quanto ne so io ha continuato la sua carriera di estremista. Io sono coinvolto personalmente e c'è in ballo una questione di moralità pubblica”.

Dopo il suo intervento, Alemanno si è avvicinato al ragazzo per chiedere se mai avesse ricevuto scuse da parte del neo nominato e, sinceratosi che così non è mai stato, ha garantito che presto le farà recapitare ai danneggiati. Alemanno ha poi ricordato: “Anch'io ho avuto due amici uccisi, Paolo Di Nella e Francesco Cecchin. A me nessuno ha chiesto scusa. Capisco il dramma ma noi dobbiamo seguire la legge”.

A tarda sera è arrivato, poi, il commento di Andrini che, dopo aver scontato la sua pena carceraria ed esser stato riabilitato dal Tribunale nel 2002, ha dichiarato, nella sua nuova veste di amministratore delegato dell’ Ama Servizi: “Non mi sono mai incontrato con Sesti e Trovato per esprimere il mio rammarico per i danni che hanno subito, ma vorrei vederli anche per stemperare quel clima di intolleranza e odio che si è venuto a creare in queste settimane. Ribadendo il mio rifiuto – ha aggiunto - per ogni forma di violenza ed intolleranza sono profondamente dispiaciuto per quanto accadde 20 anni fa davanti al cinema Capranica”.

  Alemanno: "Anch'io ho avuto due amici uccisi, Paolo Di Nella e Francesco Cecchin. A me nessuno ha chiesto scusa"  
La solidarietà alle vittime dell’agguato del 1989 è stata espressa nell’aula del consiglio comunale anche da ex deportati del periodo fascista Alberto Sed, Mario Limentani e Piero Terracina i  quali hanno firmato, insieme alle associazioni Miriam Novitch e Anppia che li rappresentano un documento congiunto in cui chiedono al primo cittadino di Roma la revoca di una nomina che considerano “indegna perché incoraggia i gruppi fascisti del terzo millennio che ancora oggi organizzano eventi come “Il brindisi all’Olocausto” – si legge nel documento – e che porta alla città di Roma e all’Italia intera una caduta di considerazione a livello internazionale”.

Infine, anche i giovani del Pd hanno voluto far sentire la propria solidarietà ad Andrea, arrivando nell’aula Giulio Cesare con uno striscione a forma di biglietto aereo di “sola andata” per Stoccolma a favore di Alemanno e Andrini. La città dell’ipotetico viaggio non è stata scelta a caso, è la meta che Andrini scelse all’epoca dei fatti per fuggire dal processo a suo carico.
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