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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica

Il Pd trionfa a Roma, Casu: "Umiltà e unità hanno pagato. Lega e M5s due facce della stessa destra"

L'intervista al segretario romano del Pd all'indomani delle elezioni europee

Il 30% raccolto alle elezioni europee fa esultare. Il Pd è il primo partito della Capitale. E se è vero che il trionfo è anche della Lega che vanta un incredibile (per Roma) 26%, i democratici non solo sono in testa, ma tornano competitivi proprio nella città che, con la caduta di Ignazio Marino, ne ha segnato l'anno zero. Si festeggia quindi, e il tono squillante del segretario romano Andrea Casu ne tradisce l'evidente soddisfazione. "Attenzione però perché è un punto di partenza e non di arrivo" puntualizza ai taccuini di RomaToday. Il lavoro da fare è ancora tanto e di sedersi sugli allori oggi non se ne parla proprio. Dalle periferie, dove comunque i risultati sono più bassi che altrove, a quel progetto per Roma da fare con il territorio. A braccetto con associazioni, cittadini, reti civiche. Perché una lezione sembra che le europee l'abbiano insegnata: "Umiltà e unità hanno pagato"


Quando Zingaretti è stato eletto segretario, a larga maggioranza soprattutto a Roma, lei commentò dicendo che l'obiettivo era costruire la migliore proposta in vista delle Europee. Traguardo raggiunto?

I risultati elettorali sono la dimostrazione che non cresce solo Matteo Salvini, ma anche, forte, l'alternativa democratica al governo dell'odio. 

Ci interessa il dato romano. Siete il primo partito al 30%, con punte che superano il 40 nelle vostre roccaforti quindi penso al I, al II, al XII municipio. Da chi pensate siano arrivati i voti che sono mancati, ad esempio, alle ultime elezioni politiche? 

Innanzitutto il risultato romano è la dimostrazione che uniti si vince, e che il fallimento di Virginia Raggi ha polverizzato il M5s. E che la Lega, pur registrando un pericoloso avanzamento specie nelle periferie, non riesce ad arrivare al cuore della Capitale. I romani che si ribellano al flop grillino hanno scelto ancora una volta il Partito democratico come motore per la costruzione dell'alternativa. 

Quindi sono Cinque Stelle delusi?

E' difficile stabilirlo al momento, quando avremo tutti i dati dei flussi si potrà fare un'analisi più dettagliata. Al netto di questo, c'è da ricordare che comunque il Partito democratico ha avuto una crescita costante negli ultimi anni: abbiamo vinto in quattro collegi alle politiche, siamo il primo partito alle elezioni regionali, primi anche in III e VIII alle ultime elezioni municipali. 

Allora forse cominciate a raccogliere i frutti di un cambio di strategia.

Ha pagato l'atteggiamento umile e unitario, fatto di ascolto e confronto con il mondo del civismo e dell'associazionismo. Poi nelle ultime settimane abbiamo parlato sì d'Europa ma sempre tenendo un faro acceso sulle questioni di Roma, sulle emergenze vissute ogni giorno dai romani: penso ai rifiuti, ai trasporti, alle condizioni devastate delle strade, alle metro chiuse.  

A parte la soddisfazione per un risultato che, certamente, almeno a livello territoriale, vi dà modo di ripartire da una base competitiva, non sembra guardando i numeri che la questione del gap con le periferie si sia risolta. Prendo a esempio le Torri. La Lega in VI municipio sta quasi al 37%, voi al 17. 

Sì, è vero. Dobbiamo dare il massimo per portare risposte ai problemi quotidiani dei cittadini, garantendo una presenza costante sul territorio. Ci siamo stati con i nostri amministratori durante gli episodi di rivolte a Torre Maura, Casalotti, Casal Bruciato, dove la Lega e il Movimento Cinque Stelle hanno seminato solo odio e rancore. Sono due facce della stessa destra. 

Però scusi, del M5s romano tutto si può dire tranne che non abbia rimarcato in più occasioni antifascismo e antirazzismo a cui è molto legata l'anima di sinistra del Movimento. A Casal Bruciato Raggi c'era e si è presa anche il rimbrotto di Di Maio. 

E' stata solo una pagliacciata per occupare spazio politico, per inscenare un continuo litigio tra le parti in funzione puramente elettorale. Le risposte si danno prima, non dopo, per creare le condizioni che consentano il diritto alla casa per tutti. Che Raggi sia responsabile dei mancati interventi sul tema casa lo abbiamo denunciato già a febbraio 2018 con una conferenza stampa. 

L'apertura di una sede di partito a Casal Bruciato, in periferia appunto, è stata accolta con favore dal territorio. Ce ne saranno altre?

Quella sezione è stata aperta grazie al contributo del segretario nazionale. Noi dobbiamo affrontare adesso una situazione economica difficile che abbiamo ereditato, con molti debiti. Ma certamente il tema della nostra presenza fuori dal Centro storico è prioritario e andrà affrontato insieme per fare scelte che siano sostenibili sia da un punto di vista sia politico che economico. 

Se si tornasse a votare a breve, e il risultato vedesse nuovamente contrapposte destra e sinistra, su quali temi vi battereste come priorità per Roma? 

Rifiuti, trasporti e sostegno ai più fragili. Quello che serve al di là del posizionamento ideologico è la costruzione di un grande progetto per l'alternativa che coinvolga le migliori energie della città in una riscossa civica e politica. 

Ecco però governavate fino a tre anni fa. Su rifiuti e trasporti avete risolto poco e nulla. 

Ci sono una serie di responsabilità, sì, e se guardiamo agli ultimi dieci anni di governo di Roma hanno fallito tutti. C'è stato prima il fallimento di Gianni Alemanno, il nostro fallimento politico, innegabile al netto dei giudizi che si possono esprimere sulla vicenda. E adesso quello conclamato di VIrginia Raggi. Credo non sia utile passare il tempo a rinfacciarci responsabilità su errori del passato, i romani vogliono sapere cosa vogliamo fare oggi per risolvere i loro problemi.

La questione rifiuti come si affronta? 

Roma ha bisogno di scelte strategiche e di impianti. Oltre che di una visione che consenta di considerare la produzione dei rifiuti non solo come un costo ma anche come una risorsa. Su questo i cinque stelle hanno completamente fallito, e sarà uno dei terreni su cui si costruirà la nostra proposta per la città. 

Ultima domanda. A Roma si voterà tra due anni, ma la sensazione è quella di una giunta sempre e costantemente in bilico. Determinante sarà per voi farvi trovare pronti con un nome. Quello di Paolo Gentiloni potrebbe essere giusto per riconquistare il Campidoglio?

Non è tempo di parlare di nomi. Nutro una profondissima stima per Paolo Gentiloni e negli anni ho combattuto al suo fianco molte battaglie, comprese le coraggiose primarie del 2013, e sono certo che sia d'accordo con me nel ritenere che di fronte al risultato di queste elezioni il peggiore danno che potremmo fare a Roma, al PD e anche a lui sia quella di aprire un dibattito pubblico ora su chi debba essere il prossimo candidato sindaco. Roma ha bisogno di una riscossa civica e il lavoro che ci aspetta tutti, dal Presidente del Partito a ogni militante, è quello di mettersi al lavoro insieme per la costruzione di un nuovo progetto per il futuro della città, partendo dalle idee non dalla scelta dei candidati.
 

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