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Ama, accordo sui tagli agli stipendi d'oro: fino al 10% sopra ai 104 mila euro

Decurtazione del 10% sopra i 148 mila euro e del 5% sopra i 104. A stipularlo il presidente Fortini e i sindacati. Soddisfatto il sindaco Marino. Fp Cgil: "E' un primo segnale ma non è esaustivo"

Tagli dal 5 al 10% per i compensi superiori ai 104 mila euro. È questo il frutto di un accordo firmato oggi tra il presidente dell'Ama Daniele Fortini e le rappresentanze sindacali volto a ridurre le retribuzioni dei manager dell'azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti nella Capitale. “In particolare sono stati stabiliti i criteri con cui si avvierà il confronto sulla riorganizzazione della tecnostruttura di vertice di Ama” si legge nella nota diffusa dall'azienda “mediante la 'pesatura' delle posizioni organizzative e la valutazione tecnica delle competenze dei dirigenti, che sarà avviata nei prossimi giorni”. Non solo. “Nei prossimi giorni potremmo decidere di legare lka retribuzione agli obiettivi di crescita” ha spiegato il presidente Daniele Fortini.

In quanto alla riduzione degli stipendi, ecco i criteri stabiliti dall'accordo: riduzione del 10% su quelli superiori a 148 mila euro e 5 per quelli compresi tra i 148 e i 104 mila. In numeri assoluti si tratta di tagli che si aggirano attorno ai 15 mila euro e scatteranno a partire dal prossimo mese di giugno.

“Ringrazio i dirigenti e la loro rappresentanza sindacale in Ama” dichiara il Presidente Daniele Fortini “per la sollecitudine con cui hanno aderito a questa prima tappa di un percorso avviato nella direzione del contenimento dei costi. Si tratta di una decisione che risponde alla richiesta espressa nei giorni scorsi dal Sindaco Ignazio Marino”. Continua Fortini: “L’accordo che abbiamo siglato stabilisce anche che nei prossimi mesi per i dirigenti si possa procedere per la prima volta all’elaborazione di un modello di retribuzione variabile ancorata, come previsto dallo specifico contratto collettivo nazionale di lavoro, agli obiettivi di crescita e di sviluppo aziendale, al merito, alle capacità, alla competenza e all’impegno proattivo”.

Soddisfatto il sindaco Marino: “L’intesa raggiunta oggi è un prima tappa importante nel processo di rilancio della struttura dell’azienda. Ritengo che questo accordo, in una fase difficile come questa, rappresenti un segnale importante nei confronti delle romane e dei romani, nel segno della trasparenza e della sobrietà. Per questo motivo ringrazio il presidente di Ama Daniele Fortini e la rappresentanza sindacale dei dirigenti Ama per la tempestività con la quale hanno compiuto questo primo passo nella direzione del contenimento dei costi” ha dichiarato il primo cittadino.

Per la Fp Cgil l'accordo è “un primo segnale”. Si legge in una nota: “Da tempo denunciamo l’assenza di trasparenza in Ama e le retribuzioni secretate, nonché quelle concesse al di fuori dei contratti. Il nuovo corso intrapreso dal Presidente Daniele Fortini sta iniziando a dare i primi frutti, ma per un più completo risultato attendiamo un intervento sui tanti sprechi esistenti e la revoca di tutto ciò che non sia supportato da norme e contratti” continua Natale di Cola segretario generale della Fp Cgil di Roma e Lazio. “Ci aspettiamo che adesso, come prospettato anche dal Presidente, le retribuzioni dei dirigenti siano strettamente ancorate agli obiettivi raggiunti rammentando che, se oggi si è intervenuto a correzione di quanto esistente è sicuramente un bene, ma non può essere considerato da noi esaustivo in presenza del permanere in ruoli di responsabilità di quanti hanno prodotto la difficile situazione dell’azienda”. Per Di Cola per rilanciare l'azienda è necessaria invece “una profonda revisione dell'organizzazione”.

Polemico invece il consigliere della lista Marchini Alessandro Onorato: “Si tagliano i contratti d'oro con la lima ma servirebbe il machete per stroncare delle vere e proprie iniquità. Diminuire del 10% stipendi di oltre 148mila euro e del 5% quelli superiori ai 100mila è una semplice trovata mediatica che non risolve minimamente gli squilibri e gli sprechi di un'azienda ormai al collasso" scrive in una nota. 

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