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Sabato, 20 Aprile 2024
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Ama, i conti sono sempre più a rischio. Il Comune di Roma valuta la ricapitalizzazione

È quanto emerge dalla commissione Trasparenza. Al centro lo stato dei conti della partecipata, senza bilancio da tre anni e al centro di un'importante partita di riconciliazione debiti-crediti con Roma Capitale

Ricapitalizzare Ama. Ovvero immettere denaro per aumentare il capitale sociale della partecipata pubblica e salvarla dalla crisi finanziaria. Roma Capitale non esclude che sia questa la strada per sostenere la società gestore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti in città. 

Ad aprire alla possibilità, il direttore generale del Campidoglio Franco Giampaoletti, nel corso di una seduta di commissione capitolina Trasparenza convocata appositamente per fare il punto sul disastroso quadro economico della municipalizzata, senza bilancio da tre anni. Con l'ultimo iter di approvazione del consuntivo 2017 congelato da una delibera di giunta, a seguito dell'inchiesta per falso in bilancio aperta dalla Procura sui mancati versamenti Tari tra il 2014 e il 2016. 

Attualmente il capitale sociale dell'azienda è stimato in 182 milioni di euro circa. Potrebbe però finire sotto il limite di legge di 50mila euro (tetto stabilito per permettere la ricapitalizzazione) secondo alcune delle previsioni circolanti tra gli addetti ai lavori e ipotizzate dallo stesso Giampaoletti. Se al termine della maxipartita di riconciliazione tra crediti e debiti tra municipalizzata e socio (del valore di circa 1,1 miliardi di euro, che terminerà il 31 luglio) il patrimonio di Ama risulterà azzerato, il Campidoglio interverrà direttamente sui conti. 

"Roma Capitale ha assolutamente intenzione di sostenere Ama" ha detto Giampaoletti. Che significa che "nel momento in cui venga determinata la necessità di introdurre nella società mezzi finanziari nuovi, che sia un prestito soci, una ricapitalizzazione, un contributo in conto finanziamento o altro, questo è intenzione del socio farlo". 

Un'assemblea straordinaria dopo il 31 luglio

Insomma, che si andrà verso una ricapitalizzazione lo ha ripetuto in più forme Giampaoletti. E, stando a quanto emerso nella seduta di commissione, lo scenario che si prospetta all'orizzonte sembra essere quello della convocazione di un'assemblea straordinaria dopo il 31 luglio (quando Ama saprà quanti crediti potrà vantare verso il Campidoglio e quanti debiti dovrà onorare) con la deliberazione di ricapitalizzazione e successiva delibera di Giunta di ratifica. 

Prima di arrivare a tutto questo però, entro la prima decade di agosto l'amministratore unico, Stefano Zaghis, dovrà far pervenire al Comune il piano di risanamento previsto dalla legge Madia all'articolo 14, strumento indispensabile per consentire al socio Roma Capitale di mettere nuovamente denaro nell'azienda. 

"Sul piano Madia devo aspettare l'analisi finale dell'azienda, visto che abbiamo dei bilanci in movimento - ha spiegato Giampaoletti - dal risultato finale, che è una somma algebrica di attività (parte delle quali di pertinenza esclusiva di Ama e soggette alla valutazione del socio, parte che è il risultato di attività che Ama e socio devono fare insieme e parte di competenza esclusiva di Roma Capitale, ad esempio la Tari) dipende una partita che potrà richiedere la definizione di un percorso, come quello disciplinato dalla legge Madia".

"Nessun concordato nè fallimento per Ama"

Un percorso che, secondo Giampaoletti, non significherà concordato nè fallimento: "Il piano di risanamento di un'azienda non significa dire che questa sia in condizione fallimentare. Questo piano è la condizione preliminare richiesta affinchè il socio, nel caso in cui sia necessario, possa ricapitalizzare l'azienda o rifinanziarla". 

Insomma nessuna analogia con Roma Metropolitane o Atac: "L'ipotesi del concordato o dell'attivazione di qualsiasi procedura concorsuale è ultimativa, estrema, e che, come avvenuto per Roma Metropolitane o Atac, deve essere adottata nel momento in cui non sia possibile passare per il percorso naturale per il risanamento della società previsto dalla legge Madia". 

Ama "non ha un deficit strutturale", per il dg "il problema della società è che se dovessimo incamerare la perdita per il Centro carni, quella per l'esercizio, e quella per il lodo Colari impatteremmo sul capitale della società. L'eventuale ricapitalizzazione, e ci sono partite in corso di definizione, potrebbe essere risolta con una ricapitalizzazione da parte della società. Tutto questo va inserito in un quadro che renda la cosa trasparente e nel meccanismo normativo che l'articolo 14 definisce essere necessario rispettare". 

Gli scenari possibili sul patrimonio

L'amministratore unico, Stefano Zaghis, come è emerso durante la seduta della commissione Trasparenza, nei giorni scorsi ha inviato al Collegio sindacale una simulazione dello stato patrimoniale attuale, ipotizzando una 'forchetta' proprio alla luce del tavolo sulla riconciliazione crediti/debitri tra municipalizzata e Campidoglio. Si va da una più pessimistica (azzeramento del patrimonio) a un'altra più ottimistica (patrimonio positivo per una decina di milioni di euro). E le garanzie fornite da Giampaoletti su una possibile ricapitalizzazione di Ama lasciano intendere che sia a Palazzo Senatorio che a via Calderon de la Barca l'ottimismo non la faccia da padrone. 

(Fonte Agenzia Dire) 

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