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Crediti cimiteriali Ama, respinta (ancora) la richiesta di archiviazione per Giampaoletti e Lemmetti

Il gip ha disposto accertamenti più approfonditi per far luce sulla vicenda dei bilanci della municipalizzata e dei fondi che il Comune ha sempre rifiutato di corrispondere per i servizi cimiteriali

Respinta per la terza volta la richiesta di archiviazione del fascicolo riguardante i cosiddetti “crediti cimiteriali” vantati da Ama nei confronti del Campidoglio, circa 18 milioni di euro stanziati - stando a quanto ribadito dalla municipalizzata - per svogere servizi funebri cimiteriali per conto di Roma Capitale.

Nei giorni in cui si continua a dibattere dell’emergenza rifiuti, e in cui la municipalizzata ha (finalmente) approvato i bilanci 2017-2018-2019, il gip del tribunale di Roma ha rigettato la richiesta di archiviazione presentata dalla procura per l’attutale direttore generale di Atac (nonché ex direttore generale di Roma Capitale) Franco Giampaoletti, per l'assessore al Bilancio Gianni Lemmetti, per l'ex capo della Ragioneria Capitolina, Luigi Botteghi, e per Giuseppe Labarile, dirigente capitolino dell'area monitoraggio economico-finanziario delle società partecipate.

I quattro dirigenti sono indagati per tentata concussione continuata in concorso ai danni dell'ex capo dipartimento Ambiente di Roma Capitale ed ex dirigente dei servizi cimiteriali, Rosalba Matassa. L’inchiesta era partita da un esposto presentato in Procura nel novembre 2018 dall'ex presidente e amministratore delegato di Ama, Lorenzo Bagnacani, e dai due consiglieri di amministrazione Vanessa Ranieri e Andrea Masullo.

Nell’esposto era esplicitata l’intenzione di Matassa di sporgere denuncia alla Procura "a seguito di pressioni indebite subite negli ultimi mesi da parte dei vertici amministrativi di Roma Capitale, e da ultimo miranti a farle sottoscrivere una nota preconfezionata dai vertici amministrativi ed inviata alla stessa via email dal direttore generale dottor Giampaoletti, avente ad oggetto 'servizi funebri cimiteriali crediti vantati da Ama S.p.A e non riconosciuti da Roma Capitale".

Nell'esposto risalente ormai a due anni e mezzo fa, l'ex consiglio di amministrazione di Ama (rimosso a febbraio 2019 dalla sindaca Virginia Raggi) aveva chiesto che fossero ascoltati dalla Procura, tra gli altri, anche la stessa Raggi, l'ex vicesindaco Fabio Bergamo, alcuni dirigenti di Ama, l'ex capo dell'avvocatura capitolina, Carlo Sportelli, e l'attuale direttrice generale del Campidoglio, Gabriella Acerbi.

Stando a quanto ricostruito, il Comune di fatto chiedeva di stralciare quei crediti cimiteriali perché a suo avviso non dovuti. Secondo il gip però le indagini fin qui condotte dai pm non permettono ancora di "ricostruire il fatto penalmente rilevante, atteso che la qualificazione di concussione in concorso (di cui alla richiesta di archiviazione) da parte degli indagati nei confronti della dottoressa Rosalba Matassa nella qualità di direttore del dipartimento Tutela Ambientale di Roma Capitale e dirigente apicale del dipartimento che si occupa dei servizi cimiteriali, stride con la mole di informazioni acquisite che depongono unilateralmente sulla necessità di comprendere, ora per allora, sulla sussistenza o meno del credito della somma di euro 18.277.987,00 che la società partecipata esponeva vantare nei confronti di Roma Capitale".

Per il gip insomma le indagini svolte sino a oggi non consentono di chiarire tutti i contorni della vicenda. Da qui la richiesta avanzata dal gip a completare “attraverso una integrazione alla consulenza tecnica depositata, le indagini in relazione alla ricostruzione proprio del bilancio 2016 (e ancor prima quello del 2015) - anni non analizzati come sopra indicato - evidenziando, attraverso la documentazione eventualmente ancora da acquisire ed i sommari informatori da escutere (non ultimo la Montanari, assessore dimissionaria), le varie fasi attraversate per giungere alla approvazione ed individuando i soggetti cui è riferibile l'approvazione di tale bilancio”.

“In tal senso - conclude il gip rigettando la richiesta di archiviazione - la più ampia vicenda narrata nell’esposto del cda di Ama (e che, dunque, vedrebbe quest'ultima come parte offesa) certamente assumerebbe un significato diverso anche in relazione al fatto-reato su cui ha focalizzato l'attenzione il pm nel procedimento penale che ci occupa".

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