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Porta a porta flop per i negozianti, il Comune attacca Ama: "Su disservizi vogliamo risposte puntuali"

Campidoglio e municipalizzata ai ferri corti. La raccolta per le utenze non domestiche è l'ennesimo terreno di scontro

Il Comune incolpa Ama e Ama incolpa i vecchi vertici aziendali, in uno scarica barile che non mostra soluzioni all'orizzonte. La raccolta differenziata dei rifiuti per le cosiddette "utenze non domestiche" - negozi, scuole, ospedali, uffici - non funziona. Il servizio è stato appaltato a ditte private ormai quasi un anno fa e negli annunci del Campidoglio doveva "rivoluzionare" il sistema. Nei fatti non è mai decollato tra giri di raccolta insufficienti e commercianti costretti a buttare sacchetti e imballaggi nei cassoni stradali. Deficit iniziali mai risolti, a partire dal capitolato di gara iniziale, oggi al centro di una commissione congiunta Ambiente-Commercio. 

Il Comune attacca Ama 

"E' un problema gravissimo. Vogliamo risposte puntuali dall'azienda sulle iniziative intraprese sennò non ne veniamo a capo". I toni di Laura D'Aprile, direttrice dell'area Rifiuti del dipartimento Ambiente, sono più che perentori. La dirigente, assessore ombra della sindaca Raggi (che ha tenuto a sé le deleghe sul tema) punta il dito contro la municipalizzata. "Le relazioni di Ama sono troppo generiche, non ci consentono di apprezzare eventuali criticità che richiedono un'azione correttiva, nè di andare nel dettaglio dei vari lotti o municipi". E ancora: "Abbiamo constatato diversi problemi e supportato l'azienda in tutti i modi possibili, dando indicazioni precise su cosa andava monitorato ma continuiamo ad avere gravi segnalazioni di inadempienze". Già, perché c'è chi tra i privati si è sfilato del bando e il vuoto è stato colmato da operatori Ama. "Dobbiamo capire se questo subentro - ha detto ancora D'Aprile - possa compromettere il servizio ordinario di raccolta delle utenze domestiche"

La difesa dell'azienda

Da Ama però scatta subito la difesa. "Questo appalto è stato immaginato per una città che non era Roma. Se avessero chiesto a gente dell'Ama avremmo detto molto umilmente 'partiamo con 1, 2 o 3 lotti'". Una stoccata nemmeno troppo velata quella di Marcello Bronzetti (responsabile Prevenzione, Sicurezza, Disciplina e Sorveglianza sanitaria), diretta a chi aveva costruito o era intervenuto su quell'appalto, dall'ex presidente di Ama, Lorenzo Bagnacani, fino all'ex direttore operativo, Massimo Bagatti. I lotti del bando invece sono 16, per un costo da sostenere verso i quattro prestatori d'opera che si sono aggiudicati la gara da 144 milioni.

Tra i problemi, la mappature delle utenze, errata. "La banca dati da 85mila utenze potenziali è stata riscritta in 53.326", ha spiegato Bronzetti. Trentamila utenze in meno. Da qui la decisioni di alcune ditte di tirarsi indietro: l'appalto è risultato meno remunerativo del previsto con conseguenze sugli stipendi dei lavoratori. "Abbiamo studiato gli addendum per riequilibrare il contratto - ha proseguito ancora il dirigente Ama - ad esempio, le utenze complesse le stiamo valutando come utenze equivalenti: un ospedale con otto padiglioni vale otto utenze. Abbiamo emanato una comunicazione per cui laddove il prestatore non interviene a 24 ore dalla segnalazione, subentra Ama in danno applicando le tariffe dell'azienda e addebitando il costo. Non lo stiamo utilizzando molto ma sta funzionando"

Sarà, ma i risultati sono ancora sotto le aspettative. E a pesare, secondo quanto riferito sempre da Bronzetti in commissione, ci sarebbero anche fattori esterni. "Ci dicono dall'impianto di Maccarese che la Bioman (l'azienda di Pordenone alla quale Ama porta i rifiuti organici, ndr) ha ridotto al 50% il ritiro dell'organico e questo incide sul servizio". Poi qualche colpa ce l'avrebbero anche gli utenti, "quelli che la differenziata proprio non vogliono farla, che non vogliono i bidoncini perché non hanno spazio nell'attività". 

Ricapitolando, non è chiaro quali soluzioni ci siano in campo per far ripartire il servizio a regime. Emerge però chiaramente l'ennesimo scontro tra Comune e azienda dei rifiuti. Della settimana scorsa la nota inviata ancora una volta da D'Aprile, su input della sindaca, diretta ad Ama. Una strigliata che stavolta riguardava la gestione dei cassonetti stradali: rotti e posizionati in luoghi che rendono la raccolta poco efficace. Ancora una volta, tra azienda e socio unico, siamo ai ferri corti. 

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