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Ama, Raggi presenta il piano di risanamento ma è a rischio il via libera in Consiglio comunale  

I numeri risicati nella maggioranza M5s potrebbero mettere a rischio il voto al piano. Ma il via libera serve entro il 18 marzo

Nulla è ancora scontato e festeggiare, forse, è prematuro. La sindaca Virginia Raggi ha presentato oggi il piano di risanamento per coprire 250 milioni di euro di buchi nei bilanci Ama approvato in giunta, insieme ai tre documenti contabili 2017, 2018, 2019. Ma mentre per questi ultimi non è richiesto il passaggio in Consiglio comunale, il rifinanziamento dell'azienda (così come il piano industriale) deve necessariamente essere sottoposto dal voto assembleare. Approvazione per nulla scontata specie perché i tempi sono alquanto ristretti. Per salvare l'azienda partecipata dei rifiuti, il Consiglio dovrà approvare il risanamento entro il 18 marzo, data della seconda convocazione dell'Assemblea dei soci della municipalizzata. 

A rischio il via libera in Consiglio

Ora il problema è che la maggioranza in Consiglio comunale da tempo non è compatta. Basti pensare che il maxi emendamento al bilancio previsionale è stato approvato, con soli 20 sì, in seconda convocazione, quando la maggioranza richiesta dallo Statuto è in numero più basso. I consiglieri grillini sono 24 su 48 totali. Ma tra questi 24 ci sono anche i cosiddetti "ribelli": Marco Terranova, Donatella Iorio, Enrico Stefàno, Angelo Sturni. In seconda chiamata la maggioranza si può raggiungere quindi, a meno che non ci siano altri pentastellati che "a sorpresa" decidono di non votare il documento. La ragione? 

Il timore del danno erariale

Il piano di risanamento in questione prevede un aiuto da Roma Capitale ad Ama che ammonta a 256 milioni di euro. C'è chi teme il rischio di un'azione della Corte dei Conti per danno erariale, con un ipotetico coinvolgimento di chi avallerà in Aula quella delibera. Insomma una quadro che avrebbe spinto la sindaca, secondo quanto ricostruito dall'agenzia di stampa Dire, a una riunione urgente con i suoi nei quali sono stati lanciati diversi appelli al voto e in tempi rapidi. Difficile capire poi a oggi la posizione delle forze di minoranze. Se salverebbero Ama dando o meno un voto favorevole, soprattutto in caso i numeri tra i grillini non bastassero. "Non abbiamo visto neanche una carta" commenta il capogruppo Pd Giulio Pelonzi "deve passare tutto in commissione ancora prima ancora dell'Aula". 

Rischio di danno erariale che secondo l'assessore Gianni Lemmetti sarebbe infondato. "Per evitare ogni responsabilità da parte del socio abbiamo seguito le prescrizioni date dal decreto Madia per arrivare alla determinazione della possibilità del socio di fare la ricapitalizzazione. Abbiamo controllato anche l'articolo 21 del decreto sul possibile aiuto di Stato" ha spiegato. "Siamo stati nelle risultanze dei bilanci e investimento da parte del socio nel rispondere esattamente a ciò che ci veniva chiesto dal Testo unico delle società partecipate. Non abbiamo messo un euro in più nè in meno di ciò che serviva per restare perfettamente nel dettato normativo".

Rispetto a un eventuale mancato via libera dell'Aula capitolina entro il 18 marzo al piano di risanamento dell'azienda, Lemmetti si è limitato a dire: "I bilanci sono stati approvati dalla giunta e non devono andare in Assemblea capitolina. L'amministratore unico di Ama ha convocato l'assemblea, che si terrà in seconda convocazione il 18 marzo. Noi abbiamo fatto il cronoprogramma, per arrivare coerentemente con gli impegni che Roma Capitale si è presa nei confronti dell'azienda, che a sua volta ha rapporti con la Procura, convocazioni e scadenze che noi abbiamo intenzione di rispettare. Il termine del 18 va benissimo per l'approvazione dei bilanci contemporaneamente a quella del piano di risanamento, al piano industriale e alla ricapitalizzazione". Della serie, il lavoro di giunta è stato fatto, in linea con le scadenze dettate dalla stessa Procura, ora la palla passa al Consiglio comunale. Dove l'epilogo potrebbe però riservare sorprese. 

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