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"L'Ama non paga a Cerroni 78 milioni, interessi lievitati": è bufera sul 'lodo Malagrotta'

A sollevare le polemiche Forza Italia, dai consiglieri capitolini ai deputati. Denuncia Quarzo: "La cifra non è stata inserita nel bilancio di giovedì. Chiediamo chiarezza"

Non bastavano i cittadini che su Twitter hanno inondato di messaggi il primo cittadino lamentandosi di cassonetti pieni e strade sporche. Un attacco al Campidoglio sul tema dei rifiuti ieri è arrivato anche dall'opposizione di Forza Italia. Al centro delle polemiche non cassonetti stracolmi e una situazione che stenta a tornare alla normalità ma la spinosa questione del lodo arbitrale che Ama ha aperto con il Colari, l'azienda di Manlio Cerroni che per oltre trent'anni ha gestito la discarica di Malagrotta. Una questione che pesa non poco sul Campidoglio, precisamente 78 milioni di euro, ovvero quanto l'azienda capitolina dovrà versare al consorzio per la gestione post mortem della discarica.

LA DENUNCIA - A dare il via all'attacco il capogruppo capitolino di Forza Italia Giovanni Quarzo. "L'azienda è stata condannata a pagare 78 milioni di euro a Colari per la gestione post mortem della discarica di Malagrotta. E questo a seguito dell'arbitrato perso dall'azienda proprio nei confronti di Colari. Ora questa somma, a cui vanno aggiunti circa 11 milioni di interessi, non è stata inserita nel bilancio votato giovedì notte” e, secondo quanto dichiara Quarzo, “nemmeno nel bilancio Ama già approvato dal cda”. Sul tavolo c'è già pronta un'interrogazione al sindaco Ignazio Marino anche se “avevo chiesto chiarimenti all'assessore al Bilancio Scozzese, senza avere però risposte definitive in merito". La paura è che l'attesa rischi di peggiorare la situazione con conseguenze sui cittadini e sulla tariffa per la raccolta dei rifiuti: “Più passa il tempo e più gli interessi lievitano.

FORZA ITALIA - Da Forza Italia sulla questione si è sollevato un vero e proprio coro di critiche che ha coinvolto non solo il partito in Campidoglio e alla Pisana, i consiglieri Sbardella e Gramazio promettono un'interrogazione al governatore Nicola Zingaretti, ma anche i 'piani nazionali' come il presidente dei deputati di Forza Italia Renato Brunetta e il vicepresidente del parlamento europeo Antonio Tajani. Il caso per Brunatta “rappresenta la cartina di tornasole dell'incapacità amministrativa mostrata, ancora una volta, dal sindaco Ignazio Marino". Rincara la dose Tajani: “È inammissibile quanto è accaduto nel corso dell'approvazione del bilancio previsionale di Roma Capitale per il 2014. Ossia che non siano stati iscritti i 78 milioni di euro dell'arbitrato perduto con la società Colari per la gestione post-mortem della discarica Malagrotta, così come aveva disposto la corte d'appello”.

FORTINI – La polemica non è stata fatta cadere nel nulla dal presidente dell'azienda capitolina Daniele Fortini che ha spiegato: "Il giorno 3 aprile 2014, a poco più di un mese dal mio arrivo in Ama, insieme al sindaco Ignazio Marino, mi sono recato dal procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone per esporre il mio convincimento che quel lodo arbitrale fosse iniquo e avrebbe causato un grave e ingiusto danno alla città di Roma. A seguito dell'esposizione dei fatti, il 7 luglio ultimo scorso sono stato invitato dal procuratore Alberto Galanti, al quale ho esposto le ragioni delle mie preoccupazioni e fornito tutta la documentazione in merito a quel lodo” ha spiegato in una nota. “Sarà la magistratura a stabilire se vi siano, come io temo, comportamenti censurabili o meno” ha concluso Fortini specificando però che anche gli esiti del lodo trovano posto nei bilanci dell'azienda.

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