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Ama: il bilancio blocca tutto, dal nuovo assessore al futuro dell'azienda

Lo stallo sui conti della partecipata e i punti interrogativi sul tema rifiuti

Nulla si muove sui conti di via Calderon de la Barca. Bocciato da una delibera di giunta venerdì scorso, con dimissioni immediate dell'assessore Pinuccia Montanari, il bilancio 2017 di Ama, bloccato, tiene in scacco a cascata azioni e decisioni cruciali sul fronte rifiuti, quelle da prendere al più presto per dare l'accelerata che Raggi ha promesso nella sua "fase due". Il diktat è chiaro: "Pulire Roma al più presto". Ma il quadro, ad oggi, è immobile. 

Da una parte la sindaca che ha ribadito la necessità di un dietrofront sul bilancio - "Ama deve seguire le linee dell'amministrazione" - dall'altra il presidente e ad Lorenzo Bagnacani che non vuole mollare. Non ha intenzione di lasciare la poltrona, come emerge da ambienti interni alla municipalizzata, ma certo non potrà non aprire al dialogo richiesto dal Comune. La delibera che ha bocciato il bilancio parla di "due diligence sulle partite relative ai servizi cimiteriali" (i 18 milioni di crediti vantati da Ama che il Campidoglio non riconosce) e richiede alla società "la massima collaborazione e la fattiva partecipazione al costituendo gruppo di lavoro congiunto". Se non ci saranno passi in questo senso, la sindaca potrebbe vedersi costretta a rimuovere Bagnacani dalla guida dell'azienda. E non manca chi è pronto a scommettere che finirà esattamente così.

Dal Campidoglio filtra poco, se non che la prossima settimana la partita dovrebbe sbrogliarsi. La dead line fissata è l'incontro con i sindacati di categoria, fra una decina di giorni. Anche perché, appesi al bilancio bloccato ci sono le questioni legate al personale e alle assunzioni promesse per rinforzare i servizi - ieri il primo confronto con Cgil, Cisl e Fiadel che minacciano lo sciopero - e il piano industriale: 13 nuovi impianti e l'estensione del porta a porta a tutta la città. Solo linee guida, per il momento, ma che alla luce di un nuovo bilancio subiranno necessariamente una revisione. 

Sullo sfondo, si fa per dire, c'è il totonomi per il nuovo assessore all'Ambiente. Tra i papabili l'unico che nessuno smentisce è quello di Laura D'Aprile, dirigente del dipartimento Ambiente, profilo tecnico di riconosciuta capacità e competenza. Ma tra i consiglieri sono in tanti a volere un erede politico. C'è chi contro Montanari non aveva niente da dire. 

"Ci vuole qualcuno in continuità, che dia seguito alle linee cinque stelle sui rifiuti" commenta il consigliere Marco Terranova, presidente della commissione Bilancio. E allora perché è stata spinta nei fatti a dimettersi? "La sua è stata una decisione di pancia, legata al bilancio, forse l'ha presa sul personale". A difendere l'operato di Montanari aveva pensato a poche ore dalle dimissioni anche il consigliere Paolo Ferrara: "Le difficoltà sono state tante ma il suo impegno ha portato comunque i suoi frutti. Una persona come lei può solo fare bene a Roma".

Altri invece sottolineano la necessità di un cambiamento. "Bisogna lavorare di più" dice il grillino Pietro Calabrese, tirato in ballo tra le personalità che potrebbero ricoprire il ruolo di assessore. "E' un'ipotesi assolutamente infondata - smentisce - e se anche qualcuno avesse fatto il mio nome, non è proprio nelle mie intenzioni". Da sempre nella fazione di chi ha manifestato più di una perplessità sul lavoro di Montanari, auspica una virata: "Il prossimo assessore dovrà accelerare sugli impianti previsti nelle linee guida del piano industriale, stilando un cronoprogramma, e sulla raccolta differenziata". Al consigliere non è piaciuta la stima a ribasso sulle previsioni della differenziata contenute nella bozza di piano Ama. 

"Il 50 per cento nel 2019 ci sembra davvero troppo poco. Hanno di fatto spostato la soglia del 70% al 2023, ma gli atti prodotti a riguardo dall'amministrazione dicono altro. Quindi i dati andranno rettificati". Ma non deve cambiare passo solo l'assessore. "Anche la commissione dovrà lavorare di più con azioni di controllo del lavoro svolto". La commissione è quella presieduta dal fedelissimo di Pinuccia Montanari, Daniele Diaco. Anche lui nella rosa dei possibili successori in giunta. Interpellato a riguardo smentisce secco ma senza commentare oltre. Per il momento le deleghe di Montanari sono state assunte ad interim dalla sindaca. E sulla nuova nomina il Campidoglio mantiene il massimo riserbo. Un'altra grana, da risolvere quanto prima. 

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