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Venerdì, 19 Aprile 2024
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L'autunno caldo dei lavoratori Alitalia: contro esuberi e tagli è assedio ai vertici di Ita

Ennesima protesta dei lavoratori ex Alitalia, trattative tra azienda e sindacati interrotte: "Così si rischia dramma sociale". A Roma e nel Lazio tra diretti ed indotto sono 40mila i posti di lavoro a rischio

L’autunno caldo dei lavoratori ex Alitalia è appena iniziato. La newco Ita comincerà a volare dal 15 ottobre, almeno questa è l’intenzione dei vertici, ma prima ci sono da salvaguardare occupazione, retribuzioni e condizioni di lavoro. Si perchè tra gli addetti dell’ex compagnia di bandiera si aggira lo spettro degli esuberi, circa 7mila, e quello dei tagli agli stipendi. 

L'autunno caldo di Alitalia: proteste contro tagli ed esuberi

I sindacati chiedono soluzioni sugli ammortizzatori sociali. Lo scontro è su quella cassa integrazione che rischia di durare solo un anno: niente da fare per la richiesta delle organizzazioni sindacali di prorogarla almeno fino al 2025 per chi non dovesse essere immediatamente ricollocato nella nuova compagnia. 

I numeri indicano la gravità della situazione: ITA inizierà con l’assunzione di 2800 persone su quasi 11mila del settore aviation. Il numero complessivo massimo sarà di  5.750 dipendenti nel 2025. Ma è anche sulle condizioni di lavoro che il tavolo delle trattative si è bruscamente interrotto. “Proposte sindacali inaccettabili” - hanno commentato dal perimetro aziendale. I sindacati denunciano invece come le condizioni contrattuali di Ita prevedano un taglio medio del 38% circa degli stipendi rispetto ad Alitalia. I più colpiti i naviganti, che hanno retribuzioni più alte rispetto ai dipendenti di terra. 

Alitalia, trattative interrotte: tensione alle stelle

Le posizioni restano lontane. Per questo stamattina i lavoratori di Alitalia sono tornati a protestare. Questa volta in Piazza San Silvestro. 

Una mobilitazione permanente, avvisano dalla Filt Cgil, “dopo che la dirigenza Ita ha rifiutato il dialogo su contratto da applicare, procedendo unilateralmente con regolamento aziendale e con immediata assunzione a chiamata dei lavoratori”. La tensione è alle stelle. “Non arretriamo senza risposte da Governo e dall’azienda di stato su ammortizzatori sociali, condizioni contrattuali, applicazione del contratto nazionale e graduale assorbimento personale da cassa integrazione”. 

Il dramma sociale di Alitalia: 40mila lavoratori a rischio tra Roma e Lazio

Il timore è quello di un vero e proprio dramma sociale. Tra ex Alitalia e indotto a Roma e nel Lazio sono 40mila i posti di lavoro a rischio. "Sul futuro dei lavoratori Alitalia servono chiarezza e misure concrete. Parliamo della vita di migliaia di persone, il 90 per cento dei quali vive nella Provincia di Roma, e delle loro famiglie. C'è preoccupazione per l'impatto occupazionale di tantissimi nostri concittadini. In un momento delicato come questo, in cui le parti stanno dialogando tra loro, fare annunci sarebbe fuori luogo. Ma su una cosa dobbiamo essere tutti d'accordo, sennò non si va molto lontani: bisogna tutelare i posti di lavoro” - ha scritto in una nota la consigliera regionale del Pd Lazio, Michela Califano.

Il Pd: "Compagnia pubblica non può essere gestita in questo modo"

In Piazza San Silvestro anche il senatore e segretario regionale Bruno Astorre e Rocco Lamparelli, responsabile mobilità Pd Lazio. “Chiediamo l'immediata ripresa della trattativa tra Ita e le organizzazioni sindacali. La decisione unilaterale del presidente di Ita Altavilla di interrompere bruscamente il tavolo di trattativa ci lascia fortemente perplessi". Anche i dem chiedono per i lavoratori di Ita, erede di Alitalia, l’applicazione del contratto collettivo nazionale e non si un regolamento aziendale “che porterebbe ad una riduzione media delle retribuzioni che, in alcuni casi, arriverebbe a più del 40% con pesanti penalizzazioni sulla normativa”. 

“Fatto che riteniamo ancor più grave poi, è l'annuncio che da stamattina sarebbero iniziate le chiamate individuali ai lavoratori. Un comportamento, questo,che va interrotto subito. Ricordiamo - sottolineano Astorre e Lamparelli - che Ita è una società pubblica, con capitali pubblici e non può essere gestita in questo modo. Con queste modalità si mettono in discussione tutti i capisaldi delle tutele del lavoro, del dumping sociale, delle relazioni industriali. Come Partito Democratico crediamo che vada fermata immediatamente questa deriva portata avanti da un'azienda di Stato”.

La richiesta al governo, di cui il Pd fa parte con pure il Ministro del Lavoro Andrea Orlando, ed oggi in commissione ai vertici di Ita, è quella di invertire la rotta e costruire un percorso di dialogo e mediazione “che favorisca la partenza del vettore nazionale in un clima positivo, in cui parti sociali e lavoratori si possano sentire tutelati e considerati".

Michetti su Alitalia: "Difendiamo compagnia e lavoratori"

E sulla situazione di Ita è intervenuto anche il candidato sindaco di centrodestra, Enrico Michetti: “Quello che stanno facendo ai dipendenti dell’Alitalia è vergognoso. Chi ha gestito la vicenda sino ad ora ha responsabilità gravissime. Nel silenzio generale, si sono massacrati migliaia di posti di lavoro. Da sindaco - dice - sosterrei in prima persona ogni iniziativa a difesa della compagnia di bandiera e dei suoi lavoratori”.

Il 24 settembre sciopero del trasporto aereo

Intanto per il 24 settembre lo sciopero del trasporto aereo resta confermato. "Il fatto che Ita sia una nuova azienda e che nasca ex novo non può costituire un alibi per non riconoscere i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori che fino ad oggi - scrive la Filt Cisl - sono stati gli unici a pagare il prezzo delle strategie e delle politiche commerciali fallimentari". 

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