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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Alitalia, la scalata di Air France fa paura alla Capitale

Secondo Il Messaggero la 'cugina francese', pronta ad aumentare il suo capitale nell'ex compagnia di bandiera, ha preparato un piano 'lacrime e sangue'. La smentita non ha placato la polemica politica

Occhi puntati sulla scalata di Air France in Alitalia-Cai. È solo un'indiscrezione stampa, inoltre smentita dai diretti interessati, ma ha già suscitato grande preoccupazione nel mondo politico romano. Secondo quanto riporta il quotidiano Il Messaggero la 'cugina francese' in vista “dell'assemblea del 14 dicembre sull'aumento del capitale” ha pronto “un piano 'lacrime esangue' da varare contestualmente all'acquisizione dell'ex compagnia di bandiera italiana: licenziamenti fino a 4 mila persone, dimezzamento della flotta e chiusura di Alitalia handling per i servizi di pista. Questa l'indiscrezione riportata da un “azionista di spicco”. Sempre secondo il quotidiano, nel piano dei francesi ci sarebbe anche in programma il ridimensionamento dell'aeroporto romano con buona pace dell'hub internazionale di Fiumicino al centro anche di un dibattutissimo progetto di ampliamento con possibili investimenti fino a 12 miliardi di euro fino al 2044.

La notizia, almeno per ora, è stata smentita categoricamente, “non c'è nessun piano, non leggete i giornali” dice Philippe Calavia, membro del cda di Alitalia-Cai, "non abbiamo notizie del piano francese" ribatte Maurizio Traglio, ma fa comunque paura alla politica romana memore delle conseguenze della lunga e travagliata privatizzazione della compagnia di bandiera nel 2008 che portò 5 mila lavoratori Alitalia in cassa integrazione con conseguenze occupazionali notevoli nella Capitale e nel Lazio.  

“Faccio appello al Governo affinché si utilizzino tutte le risorse disponibili e tutti gli strumenti per sventare un ulteriore dramma” scrive il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. “Già con la privatizzazione di Alitalia i lavoratori dell'ex compagnia di bandiera hanno pagato un duro prezzo con migliaia di cassintegrati, ancora oggi abbandonati al loro destino, e centinaia di esuberi nel sistema aeroportuale di Roma”. Al governatore fa eco il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Daniele Leodori: “Sarebbe inaccettabile da ogni punto di vista, assistere nuovamente ad un nuovo dramma occupazionale” ha affermato facendo appello ai parlamentari per “unire le forze per evitare una vera e propria umiliazione sociale e industriale”. Dietro a questi numeri “ci sono donne e uomini, professionalità, famiglie e non ultimo la centralità dell'aeroporto della Capitale e del trasporto aereo nazionale” fa eco Enrico Gasbarra, segretario del Pd del Lazio. La notizia fa tremare anche il Campidoglio: “L'industria turistica di Roma ne risentirebbe in modo drammatico con contraccolpi enormi per tutto il Paese” dichiara in una nota Francesco D'Ausilio, capogruppo del Pd all'Assemblea Capitolina.

Polemiche invece dall'Unione sindacale di base. “Bisogna avere il coraggio di dire che rinazionalizzare Alitalia costerebbe molto meno che mettere 4mila lavoratori in cassa integrazione, dal punto di vista sia economico che sociale” ha spiegato ai microfoni di radio Manà Manà Francesco Staccioli, sindacalista Usb lavoro privato nel trasporto aereo. “Vendere Alitalia ad AirFrance, per lo Stato italiano significherebbe dover spendere inutilmente i soldi per 'parcheggiare' i lavoratori licenziati ed evitare lo scoppio di rivolte sociali, perchè quando la gente non mangia si ribella”.

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