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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Corte Costituzionale su vendita Acea: Alemanno non molla

In attesa di sapere il destino della sospensiva della delibera 32 e nonostante la bocciatura da parte della Consulta il sindaco rilancia l'holding e la privatizzazione dell'acqua pubblica: "Nuovo sviluppo per la città°"

Prima la decisione del Consiglio di Stato poi la sentenza della Corte Costituzionale. Al centro del 'contendere' la costituzione della holding e la privatizzazione del 21 per cento di Acea. Questione spinosa che lo scorso 12 luglio ha visto il Consiglio di Stato rinviare la decisione del Tar Lazio che aveva detto 'no' alla sospensione urgente della pregiudiziale con cui sono stati accantonati gli odg collegati alla delibera bloccandola di fatto sino  a martedì 24 luglio. Venerdì la sentenza della Corte Costituzionale relativa all'illegittimità costituzionale dell'articolo 4 della finanziaria-bis 2011 (che disponeva la possibilità di privatizzazione dei servizi pubblici da parte degli enti locali) che di fatto potrebbe porre fine alla vicenda della vendita di Acea. Consulta che frena la privatizzazione rilevando che la disposizione dell'allora Ministro Tremonti, viola il divieto di ripristino della normativa abrogata dalla volontà popolare desumibile dall'articolo 75 della Costituzione. Corrente contraria che non ferma comunque il sindaco di Roma Gianni Alemanno: "La sentenza della Corte Costituzionale sulla privatizzazione dei sevizi pubblici locali richiede un attento esame per valutare tutte le conseguenze giuridiche e politiche che essa comporta. Ferma restando questa necessità, che sarà affrontata entro martedì, quando il Consiglio di Stato dovrà decidere sulla sospensiva della delibera 32, ribadisco che rimangono valide tutte le motivazioni economiche e sociali che motivano la costituzione della holding e la privatizzazione del 21% di Acea"

DERIVA IDEOLOGICA - Sentenza della Corte Costituzionale accolta con entusiasmo dagli ecologisti e le opposizioni con Angelo Bonelli (Verdi), Luigi Nieri (Sel), Francesco Pasquali (Fli), Marco Miccoli e Umberto Marroni (Pd) a chiedere al sindaco di Roma Capitale di accantonare l'idea di vendere il 21 per cento delle quote dell'acqua pubblica. Gianni Alemanno che invece prosegue sulla sua strada rispondendo per le rime agli oppositori: "Solo un'opposizione ormai in preda ad una deriva ideologica e sinistra - aggiunge - può non rendersi conto della difficile situazione finanziaria di Roma Capitale e della recessione economica in cui versa non solo la nostra città ma tutta l'Italia. Non si può uscire dalla crisi economica senza una massiccia dose di privatizzazione, che fornisca nuove risorse economiche senza aumentare le tasse dei cittadini. La sinistra si deve ricordare dei 12 miliardi e 400 milioni di debiti che ha creato a Roma prima del nostro arrivo e che tuttora pesano notevolmente sulla crescita economica della nostra città".

NUOVE RISORSE - Primo cittadino che motiva la scelta indicando i fattori positivi della costituzione della holding e della privatizzazione: "La privatizzazione del 21% di Acea, come la costituzione della holding, servono a fornire nuove risorse per lo sviluppo della città, per le opere pubbliche e per garantire i servizi sociali essenziali alla cittadinanza. Non c'é nessuna privatizzazione dell'acqua pubblica né delle reti idriche ma semplicemente la riduzione del peso della mano pubblica e della politica sul semplice gestore di queste risorse. Aprire al mercato per attrarre nuovi investimenti privati serve a migliorare i servizi ai cittadini e a stimolare la crescita economica di Roma. Il contratto di servizio garantisce il valore pubblico del servizio e il controllo sociale delle tariffe, non a caso regolate da decisioni prese dall'assemblea dei Sindaci della Provincia di Roma. Chi non vede tutto questo e continua a mentire su questa operazione economica necessaria - conclude Gianni Alemanno - non fa altro che ripetere logori schemi statalisti e negare l'applicazione del principio di sussidiarietà, che ci insegna che con regole precise si può e si deve garantire l'interesse pubblico, anche attraverso il coinvolgimento di interessi privati".

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