rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica Centro Storico / Piazza del Campidoglio

Parentopoli Atac: Alemanno respinge le dimissioni di Visconti, è bufera

Un'altra giornata di fuoco per l'amministrazione capitolina. Visconti: "Estraneo ai fatti"

Quando non si è ancora spenta l'eco provocata dallo scandalo dei fondi alla Regione Lazio, il Pdl romano si trova già ad affrontare un'altra vicenda che alimenta i malumori e le divisioni nate dopo il 'caso Fiorito'. E l'inchiesta sulla cosiddetta Parentopoli fa vivere un giorno di bufera al Campidoglio con dimissioni dell'assessore all'ambiente Marco Visconti, indagato per abuso d'ufficio, respinte dallo stesso sindaco di Roma, Gianni Alemanno dopo la pubblicazione di una intercettazione, agli atti dell'inchiesta della Procura di Roma, nella quale l'assessore parlando al telefono, nel 2010, con un consigliere diceva di aver dato 'una mano' alla sua compagna per un posto di lavoro "ai trasporti".

INDAGINI ASSUNZIONI - Tra le assunzioni finite nel mirino degli inquirenti anche quella della moglie dell'assessore alla Mobilità Marco Visconti in qualità di responsabile gestionale, 73 mila euro di stipendio l'anno, malgrado "fosse palesemente priva - scrive il magistrato nel capo di accusa - delle competenze adeguate a svolgere, in posizione dirigenziale e/o apicale, le funzioni gestionali di notevole complessità alla stessa demandate".

ASSESSORE VISCONTI - Assessore della giunta Alemanno che nella serata di ieri ha smentito categoricamente ogni addebito: "Non permetterò nella maniera più assoluta che il mio nome venga associato a quello di qualsivoglia Parentopoli - le parole di Visconti -. Dimostrerò la mia totale estraneità ai fatti nelle sedi opportune. Non consentirò a nessuno di infangare venti anni di onorata carriera politica sul territorio al servizio dei cittadini, per una frase di una conversazione telefonica che nei fatti non corrisponde alla realtà". "In una fase delle indagini in cui non si può ipotizzare se ci sarà o meno un rinvio a giudizio - ha aggiunto - trovo inaccettabile che qualcuno già pensi di processarmi e condannarmi. Lotterò con tutte le mie forze per dimostrare la mia totale estraneità ai fatti. Ho piena fiducia nel lavoro dei magistrati".

MOGLIE VISCONTI - Sentita come persona infomata sui fatti il 5 dicembre scorso dalla polizia giudiziaria, la moglie dell'assessore Marco Visconti affermò che "nessuno" ha proposto la sua assunzione nella società Metro e negò influenze dietro il suo ingresso nell'azienda. "Sono stata assunta dalla società Metro nel 2008 - si legge nel verbale di sommarie informazioni - con mansioni di capo ufficio della parte amministrativa della struttura sanitaria per la sicurezza sul lavoro del personale. Il mio lavoro ha carattere coordinativo nel senso che sotto di me ci sono diversi collaboratori, circa 13/14. La mia retribuzione è di circa 2.600 euro mensili". Circa le modalità di assunzione, la donna precisava: "sono stata assunta dalla società Metro dopo aver spedito il curriculum per posta con allegati copia diploma di ragioniere. Sono stata chiamata telefonicamente dall'azienda per effettuare un colloquio che si è svolto in via Tiburtina". Alla domanda se "aveva parenti o conoscenti che lavoravano nella Metro prima della sua assunzione", lei rispose "no" ed alla domanda "conosce Marco Visconti" disse: "Sì, è mio marito".

DIMISSIONI RESPINTE - Giornata difficile che ha visto il sindaco Alemanno, dopo telefonate ed incontri, mettere fine alle indiscrezioni sulle dimissioni del suo assessore dopo una giornata passata a 'valutare la situazione'. "Ho incontrato oggi (ieri ndr) l'assessore Visconti, che dopo aver ribadito la sua assoluta estraneità ai fatti che gli vengono addebitati, mi ha offerto la sua disponibilità a dimettersi per evitare strumentalizzazioni politiche contro la Giunta capitolina: ho respinto tale ipotesi - le parole di Gianni Alemanno - perché non credo che un ottimo assessore come Marco Visconti debba dimettersi sulla base di rivelazioni giornalistiche su un indagine per la quale non ha ricevuto neppure un avviso di garanzia. Rimango convinto che le indagini e i processi si debbano compiere nelle sedi proprie e non possano essere condotti per via giornalistica. Ribadisco la mia fiducia nel lavoro della magistratura di cui attendiamo gli sviluppi".

INDAGATI - Sono otto gli indagati che rischiano di finire sotto processo a Roma, per abuso d'ufficio, nell'ambito dell'inchiesta sulla cosiddetta Parentopoli all'Atac. Sono soprattutto di dirigenti di Trambus e Metro spa, società confluite nel 2010 in Atac: si tratta di Adalberto Bertucci, Luca Masciola e Tullio Tulli, indicati nelle vesti di amministratore delegato, direttore delle risorse umane e direttore generale di Trambus, Antonio Marzia, Vincenzo Tosques, rispettivamente amministratore delegato e responsabile gestione personale di Metro spa, Riccardo Di Luzio e Mario Marinelli, direttore delle risorse umane e direttore dell'ufficio amministrazione personale di Atac, fino all'attuale assessore all'Ambiente del comune di Roma Marco Visconti. L'accusa, si legge nel capo di imputazione, fa riferimento all'assunzione di personale amministrativo specializzato, quasi 50 persone alle "dipendenze delle rispettive società, poi interamente confluito nella incorporante Atac spa, in violazione di specifiche norme di legge e di regolamenti vigenti", in particolare per quanto concerne le adeguate competenze e le attitudini per le mansioni loro destinate.

INTERCETTAZIONE - Nel'intercettazione del 2010 agli atti dell'inchiesta del PM Francesco Dall'Olio, l'assessore all'Ambiente capitolino diceva che "Sò cose che se sò sempre fatte, sia chiaro ma chi ricopre un ruolo da assessore, purtroppo marchette sue ne può fare veramente poche. Io stavo al Patrimonio e la mia compagna è entrata con Bertucci, le ho dato una mano ai Trasporti non l'ho mandata alle risorse per Roma".

ATTACCO PD - Situazione che ha trovato le critiche del segretario del Pd Roma Marco Miccoli: "Non si dimette il sindaco Alemanno, non si dimette l'ad di Eur Spa, Riccardo Mancini e non si dimette neanche l'assessore all'Ambiente, Marco Visconti. In un Campidoglio sferzato da scandali, indagini e malgoverno, l'unico atto che il sindaco riesce a imporre ai suoi  quello di rimanere incollati alle poltrone". "Una vera e propria vergogna - aggiunge - che presto, speriamo prestissimo, verrà lavata dal voto dei romani stanchi di questo osceno andazzo".

SOLIDARIETA' PDL - Intanto il gruppo del Pdl si stringe attorno al suo assessore: "Esprimo massima solidarietà all'assessore Visconti, vittima in queste ore di attacchi ingiustificati a fronte di una vicenda su cui la magistratura non ha ancora espresso un giudizio - la parole di Giorgio Ciardi, consigliere Pdl dell'Assemblea Capitolina -. Questo caso fa il paio con quello che ha visto suo malgrado protagonista Riccardo Mancini, a conferma che la sinistra capitolina ha ormai la testa solo alla campagna elettorale". Solidarietà anche dal capogruppo Pdl al Comune di Roma Luca Gramazio: "E' ora di finirla. Marco Visconti è persona perbene e politico con la schiena dritta. Il suo grande lavoro non rappresenta solo un valore aggiunto per questa amministrazione ma una garanzia per tutta la città di Roma. Altro che dimissioni: ora deve pensare a portare a termine l'impegno che tutti noi abbiamo preso con i nostri elettori. Saranno gli inquirenti a stabilire la sua totale estraneità ai fatti dando così a Marco quella rivincita che gli uomini del suo valore meritano".
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Parentopoli Atac: Alemanno respinge le dimissioni di Visconti, è bufera

RomaToday è in caricamento