rotate-mobile
Politica

Il Pdl azzerato, Alemanno e la svolta a destra

L'addio della Polverini spariglia le carte. Tiene il suo rapporto con l'Udc. Nel Pdl sarà resa dei conti con il sindaco pronto a giocare una parte importante

Renata Polverini ha detto stop. Le dimissioni mettono fine alla guerra tra bande in atto nel Pdl sin dal famoso 'panino di Alfredo Milioni', quando saltò la presentazione della lista del Pdl. Da allora è stata guerra, sotterranea quando non alla luce del sole. Una vera e propria bomba di cui il caso Fiorito è stato il detonatore e che la Polverini ha fatto scoppiare oggi con le sue dimissioni. Gli effetti? Difficile prevederli, soprattutto per quel che riguarda il Popolo delle Libertà. Per la Polverini invece il futuro è sicuramente ancora in politica (l'ha confermato lei stessa), probabilmente al centro.

FUTURO AL CENTRO - Per leggere ciò che farà l'ormai ex governatrice potrebbero essere importanti le dichiarazioni sull'Udc. "Casini, Cesa e Ciocchetti mi sono stati vicini, ringrazio l'UDC. Questo gesto di dignità lo devo anche a loro che sono persone per bene". Accanto a lei in conferenza lo stesso Ciocchetti, oltre al leader de La Destra Storace. Già nelle scorse settimane si era vociferato di un accordo con l'ex presidente della Camera per un posto, o meglio una serie di posti (per lei e i suoi fedelissimi), in Parlamento.

Come trampolino di lancio potrebbe utilizzare il suo movimento Città Nuove, già in corsa, con alterni successi, nelle amministrative degli ultimi due anni. Difficile, per non dire impossibile, immaginare un futuro nel Pdl. Le dichiarazioni di ieri ("Io vittima di una faida interna fatta da personaggi da operetta") hanno di fatto sancito il divorzio dalla creatura politica di Berlusconi e l'allontanamento dalla sua espressione laziale, ormai divorata dalle guerre interne.

IL FUTURO DEL PDL - E qui, parlando di Pdl, entriamo nell'occhio del ciclone, in uno scenario al momento aperto a qualsiasi soluzione, anche quelle più impensabili e che oggi sembrano fantapolitica. Proviamo a leggere la situazione, immaginandone i vari risvolti. Il dato di fatto è che il Pdl esce dalle dimissioni della Polverini con le ossa rotta. Già domenica il sindaco Alemanno aveva espresso la necessità di "azzerare l'intero centrodestra". Sulla scia di queste dichiarazioni le dimissioni della governatrice posso essere funzionali al primo cittadino. Da tempo nei corridoi del Campidoglio si vocifera della famosa exit strategy di cui Alemanno sarebbe alla disperata ricerca. L'implosione del Pdl può rappresentare la scusa per rompere gli indugi e porsi come salvatore della patria. In pratica si evita la ricandidatura a sindaco 'immolandosi' per ripulire e rifondare il partito.

 

>> IL VIDEO DELLA CONFERENZA STAMPA <<

LA SITUAZIONE ATTUALE DEL PDL - La situazione da ricucire è complessa e giova ricordarla. Per semplificare potremmo definire il partito diviso in 4 correnti. Gli ex An che si dividono in Capitani coraggiosi (che fanno capo ad Augello) e Gabbiani (che fanno capo a Rampelli). Gli ex Forza Italia a loro volta si dividono nella corrente di Tajani e in quella di Cicchitto. La contrapposizione è incrociata e vede schierati le due fazioni con da un lato Capitani coraggiosi e Cicchitto, dall'altra rampelliani e uomini di Tajani. Alemanno è vicino ai primi che in questi giorni hanno perso il braccio di ferro politico, soccombendo sotto i colpi del caso Fiorito (uomo vicino ad Alemanno) e dell'elezione della Colosimo (rampelliana) a capogruppo.



In questo quadro politico il sindaco punta a mettere a posto le cose e per farlo potrebbe anche scegliere di spaccare ("azzerare", ndr) il Pdl per creare un nuovo soggetto politico. L'apertura è alla Destra di Storace e soprattutto alle due correnti romane degli ex An, da ricompattare su unico fronte. Una nuova An, con un'impostazione marcatamente di destra che punta ad accogliere a livello nazionale i delusi sia dal Pdl sia dalla linea moderata e sottomessa alla Lega imposta da Berlusconi. Una posizione questa da tempo richiesta dal duo Augello-Rampelli, allergici agli ammiccamenti all'Udc e da sempre favorevoli alla rottura con la linea imposta a livello centrale da Alfano.

LE CANDIDATURE - Funzionale nel progetto di Alemanno è il prossimo duplice appuntamento elettorale locale. Al suo posto per il Campidoglio potrebbe correre la rampelliana Meloni, che sfiderebbe Zingaretti (o chi per lui) proponendosi come il volto giovane e pulito della politica. E in Regione? Per dirla con un famoso sms  (sempre smentito dagli ambienti del Pdl) se "in Campidoglio dopo Alemanno non vincerebbe neanche Gesù Bambino", alla Pisana dopo la Polverini non vincerebbe neanche la Madonna. Una sfida impossibile che al momento nessuno sembrerebbe disposto ad accettare. Ed è qui che Alemanno potrebbe porsi ulteriormente come salvatore della patria, giocandosi una partita difficile ma che metterebbe da subito alla prova la sua nuova idea politica. Il tutto però con una garanzia: per lui è infatti pronto, in contemporanea o in alternativa, un paracadute: la candidatura alla Camera.

 



 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il Pdl azzerato, Alemanno e la svolta a destra

RomaToday è in caricamento