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Covid, gli aiuti ai più fragili a un anno dal lockdown: "A Roma distribuiti 120mila pasti"

I dati diffusi dalla comunità di Sant'Egidio. Insieme agli italiani, la nazionalità più rappresentata tra chi si è rivolto ai centri dell'associazione è stata quella delle Filippine

Nella Capitale si è passati da 3 a 28 luoghi di distribuzione, per un totale di 120mila pasti in un anno donati per le strade della città, per venire incontro ai più fragili. È passato un anno dal primo lockdown nazionale per contenere il contagio da Covid-19 e questi sono i dati diffusi su Roma dalla comunità di Sant'Egidio. 

"Impennata della povertà tra le famiglie monoreddito"

"Abbiamo cercato di rispondere al bisogno espresso dalle persone più fragili e vulnerabili, colpite oltre che dall'emergenza sanitaria da una crisi economica senza precedenti" spiegano gli esponenti dell'associazione di volontariato in una nota stampa. "Un anno in cui è cresciuta in modo preoccupante la povertà, in particolare tra le famiglie monoreddito, gli anziani, le donne sole con figli e i lavoratori precari. Al tempo stesso la Comunità ha registrato anche una crescita significativa della solidarietà, testimoniata dall'aumento dei volontari, in gran parte giovani, che si sono rivolti alla Comunità per aggiungersi a chi già da anni offriva il suo aiuto".

Un'attività capillare in tutto il Paese a partire dal 9 marzo 2020, con circa 300mila pacchi alimentari in tutta Italia, cioè tre volte in più rispetto all’anno precedente. "Sono 30 le città, dal Nord al Sud, dove la presenza della Comunità ha permesso di far fronte in modo organico all'aumento della povertà, senza contare altri Comuni minori in cui si è riusciti a raggiungere persone e famiglie in stato di necessità" si legge ancora nella nota stampa. 

A Roma 28 punti di distribuzione pasti

In particolare, per far fronte all'accresciuta richiesta di beni di prima necessità, fin dalle prime settimane di lockdown sono stati aperti nuovi centri di distribuzione alimentare. A Roma si è passati da 3 a 28 luoghi adibiti alla distribuzione dei pasti. Insieme agli italiani, la nazionalità più rappresentata tra chi si è rivolto ai centri è stata quella delle Filippine, segno che la crisi ha avuto un grande impatto anche tra gli immigrati presenti da anni nel nostro paese, mentre la fascia di età più raffigurata è quella tra i 45 e i 55 anni.

"La pandemia ha messo in luce la centralità delle reti di prossimità per combattere la povertà e l’isolamento di tante persone - si legge a conclusione della nota stampa - in particolare quello degli anziani per i quali sono state attivate migliaia di consegne a domicilio, ma anche contatti telefonici e videochiamate, interventi preziosi per chi ha subito più di altri gli effetti negativi del lockdown. Oggi più che mai, data la situazione di forte fragilità e incertezza, è fondamentale ridare coraggio e speranza a chi ha sofferto maggiormente a causa della crisi sanitaria, economica e sociale. Solo con la solidarietà, ripensando la società a partire dagli ultimi, il nostro paese potrà ripartire affrontando le sfide del futuro".


 

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