rotate-mobile
Politica

La guerra del Comune di Roma ad Airbnb

L'assessore Onorato: "Non è accettabile che Roma Capitale da anni non sappia a cosa facciano riferimento i soldi che Airbnb versa nelle casse capitoline"

Non è chiaro quanti visitatori paghino realmente la tassa di soggiorno, per quante notti e per quale tipologia di struttura ricettiva. Airbnb, colosso degli affitti on line, dal 2020 a oggi ha versato nella casse capitoline circa 6 milioni di euro, con una tassa fissa di 3,5 euro, secondo un protocollo firmato dal colosso degli affitti e la giunta Raggi.

I dettagli delle locazioni però non sono mai comunicati, il che significa che le cifre ricevute dal Comune potrebbero non essere quelle corrette e rispondenti al servizio offerto. A scoprirlo l'assessore al Turismo Alessandro Onorato, che ora dichiara nei fatti guerra alla multinazionale. Uno scontro culminato con l'invio di una nota del dipartimento risorse economiche alla Corte dei Conti. 

La doppia beffa

"Non è accettabile che Roma Capitale da anni non sappia a cosa facciano riferimento i soldi che Airbnb versa nelle casse capitoline. Nessuno ha mai controllato airbnb per cosa pagasse" tuona l'assessore, parlando di "danno erariale concreto", oltre che di procedura "totalmente iniqua rispetto agli alberghi giustamente costretti a comunicare il numero dei pernottamenti effettuati, quanti ospiti e il livello della struttura". Insomma, la beffa rischia di essere doppia. Da una parte per le casse capitoline, che potrebbero averci rimesso, dall'altra per la concorrenza puntualmente penalizzata. 

"Di fatto da due anni è impossibile per l'Amministrazione comunale operare un controllo sulla correttezza degli importi riversati" denuncia Onorato. "AirBnb non può decidere, inoltre, in maniera arbitraria quanto applicare a ogni locazione. Perché sempre 3,5€ di tariffa comunale e non quanto applicano correttamente gli alberghi in base al livello della struttura?". "Non vogliamo combattere l'app ma garantire la legalità - conclude l'assessore - gli interessi di Roma e un sistema ricettivo che sia davvero integrato. La legalità e la trasparenza sono alla base di una sana concorrenza e di una città più giusta".

La convenzione di Raggi

Anche la sindaca Raggi parlava di legalità quando a luglio 2020 firmava la convenzione. "E' uno step importantissimo per garantire una parità di condizioni a tutti gli operatori della filiera turistica. Si tratta di uno strumento fondamentale che va nella direzione della legalità, della sicurezza e della lotta all’abusivismo". Non abbastanza per l'attuale amministrazione, pronta a cambiare ancora con un nuovo giro di vite. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La guerra del Comune di Roma ad Airbnb

RomaToday è in caricamento