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Effetto covid, l'agroalimentare nel Lazio ha tenuto: in risalita anche la vendita del vino

Anche i settori più colpiti dalla pandemia stanno riconquistando il terreno perduto

Il settore agroalimentare ha tenuto. A livello nazionale, come dimostra il rapporto Food 2021 dell’European House Ambrosetti, durante la pandemia le perdite sono state ridotte.

La resilienza dell'agroalimentare

I produttori hanno mostrato una buona capacità di risposta all'inevitabile cambiamento dei consumi. Ed in tal modo, a livello macroeconomico, hanno saputo resistere facendo registrare una contrazione,m nel 2020,  dell'1,8% rispetto all'anno precedente. Un buon risultato per una asset fondamentale che nel paese garantisce posti di lavoro a 1,4 milioni e 208 miliardi di fatturato.

La capacità di fare rete

Nel Lazio lo scenario, fatte le dovute eccezioni, appare rassicurante. “Molte aziende hanno avuto la capacità di re-inventarsi, facendo rete nella filiera e puntando, laddove era possibile, anche su un modello di distribuzione in grado di raggiungere i consumatori a casa. Questo ha permesso al comparto lattario-caseario, a quello della carne ed all’ortofrutta di non subire delle perdite” ha spiegato Riccardo Milozzi, presidente della Conferazione italiana agricoltori di Roma.

Il consumo interno

Anche durante il lockdown i supermercati sono rimasti aperti e così, neppure sul fronte della grande distribuzione organizzata, si sono verificate delle grosse perdite. Un risultato riscontrabile anche dal consumatore medio che non ha mai visto diminuire la disponibilità di prodotti alimentari sugli scaffali. Il consumo interno, però, non è sufficiente a garantire risultati apprezzabili in tutti i settori dell’agroalimentare. 

Il crollo del vino e dell'olio

“Le perdite più consistenti hanno riguardato il vitivinicolo - ha spiegato Milozzi - perchè nelle cantine sono rimaste il 70-80% delle bottiglie. Un fenomeno che è stato causato dalla chiusura di bar, ristoranti, alberghi. Il crollo dei flussi turistici si è fatta sentire e, per questo settore, ha pesato anche un calo dell’export. Perdite importanti, ma più contenute anche nella produzione dell’olio “con un invenduto del 30-40 %”.

Lo scenario

La situazione però è in miglioramento. Per quanto riguarda il settore vitinicolo “la ripresa c’è stata, tuttavia una percentuale del 40% rimane nelle cantine e tra meno di tre mesi ci sarà la nuova vendemmia”. Dunque al termine della pandemia, tra i produttori dei vini laziali, è da mettere in conto un'evitabile perdita. Il quadro, nel complesso, resta però positivo anche se, è stato fatto notare sempre dal numero uno della Confederazione italiana Agricoltori del Lazio “bisogna fare i conti con l'aumento delle materie prime” che, a fronte della diminuizione del prezzo di vendita di alcuni prodotti all'ingrosso, “il latte ad esempio è sceso di oltre 3 centesimi al litro", potrebbe avere ricadute nel medio periodo.

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