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Agricoltura in crisi, produttori in regione: "Siamo in piena emergenza"

Ricevuti alla Pisana i rappresentanti dei produttori laziali. Chiedono interventi per contrastare cinghiali, siccità e caro gasolio

La ripresa dopo la pandemia per il comparto agroalimentare del Lazio resta complicato. I produttori, ricevuti nella commissione agricoltura della Pisana, hanno ricordato quali sono le maggiori criticità del settore.

Il rincaro delle materie prime

“Siamo in piena emergenza – hanno spiegato i rappresentanti dell’Associazione produttori agricoli del Lazio (Aspal) – i costi del gasolio agricolo e dell’acqua per irrigazione sono raddoppiati”. Si tratta di materie prime, com’è facilmente intuibile, che sono imprescindibilmente legati alla possibilità di garantire una produzione adeguata. Ma l’aumento del loro costo, secondo gli imprenditori agricoli del Lazio, va assolutamente contenuta. “ Bisogna intervenire sui prezzi” hanno ricordato ai consiglieri regionali, i rappresentanti dell’Aspal, perché - siamo sottoposti a speculazioni inaccettabili”. 

Non c’è solo il tema del rincaro dei costi delle materie prima. Ad essere insufficiente per garantire il buon andamento del settore, è anche la manodopera. Al riguardo l’Aspal ha segnalato che “serve un’opera di formazione per il personale agricolo, bisogna semplificare le assunzioni, con agevolazioni fiscali per il lavoro stagionale”.

Il contenimento dei cinghiali

Altro tema che i produttori continuano a sollevare è quello dei danni prodotti dalla fauna selvatica. “Chiediamo un sistema assicurativo per proteggere il reddito aziendale dalle calamità e dai danni da fauna selvatica, bisogna cambiare i criteri di attribuzione dei fondi del Programma di sviluppo rurale, quelli attuali favoriscono le grandi lobby”. A proposito poi degli ungulati, l’Aspal ha chiesto “un serio piano di abbattimento dei cinghiali e la sterilizzazione nelle aree protette”. 

Il piano di contenimento è già stato varato, con l’ordinanza firmata dal commissario governativo per la peste suina. E sempre sul tema degli indennizzi, dalla conferenza stato regioni sono stati disposti fondi, com’era stato richiesto dal governatore regionale, per venire incontro ai produttori danneggiati. In entrambe i casi, però, per vedere dei risultati concreti occorre attendere del tempo. 

Le risposte della regione

“Servono risposte normative – ha replicato l’assessorato regionale – come, ad esempio, una riforma del lavoro nel settore agricolo e serve un aumento dei fondi a disposizione per quanto riguarda le calamità naturali, i fondi nazionali coprono meno del 10 per cento dei danni stimati. Dobbiamo mettere in campo un’importante opera di prevenzione: nel Lazio abbiamo meno del 3 per cento di prodotto assicurato”. 

Sul fronte degli ungulati e del loro abbattimento “la diffusione della peste suina può almeno diventare un’occasione per accelerare – ha commentato l’assessorato regionale – Servono misure nazionali più incisive per contenere il caro carburanti, continueremo a fare la nostra parte nella conferenza stato-regioni. Essenziale il tema delle fonti rinnovabili e, con i parchi agrisolari, e del recupero energetico”.

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