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Venerdì, 8 Dicembre 2023
Politica

Troppe aggressioni nei pronto soccorso, FdI chiede presidi fissi della polizia

Il gruppo consiliare in regione ha presentato una proposta di legge per avere maggiore tutele per medici e infermieri

Ripristinare i posti di polizia fissi in tutti i pronto soccorso del Lazio. È questo il provvedimento più importante che il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia alla regione Lazio ha messo nero su bianco nella proposta di legge, sottoscritta da tutti i consiglieri, denominata “Disposizione per far fronte alle criticità dei servizi di pronto soccorso”. L’idea nasce dai “sempre più frequenti episodi di violenza” e aggressioni “ai danni di medici e infermieri, all’interno dei pronto soccorso, da parte di malati e di parenti violenti spesso esasperati, con il personale sanitario che rischia ogni giorno denunce”. Da qui la proposta di far presidiare, h24, i nosocomi dalle forze dell’ordine.

Aggressione al Sant’Andrea

L’ultimo episodio di violenza in ordine cronologico risale al 23 ottobre, quando un uomo di 35 anni che era stato picchiato dal proprietario della moto che voleva rubare. Ferito, è stato portato appunto al Santo Spirito, ma una volta arrivato al pronto soccorso ha dato in escandescenze danneggiando arredi e bagni. Bloccato con difficoltà dai carabinieri, è stato denunciato per rapina impropria e danneggiamento. L'assessore alla sanità del Lazio, Alessio D'Amato, dopo questo fatto aveva richiesto l'intervento del ministro degli interni Piantedosi. 

Il 18 ottobre, un’infermiera dell’ospedale Sant’Andrea è stata presa di mira da una paziente di 55 anni che ha provato a strangolarla. La paziente aveva ripetutamente protestato spalleggiata dai figli (che hanno anche preso a calci la porta di ingresso del pronto soccorso) per il protrarsi dell’attesa dopo il traige, fino a che non è stata portata in visita dopo 4 ore. A quel punto si era scagliata contro una infermiera in servizio tirandole i capelli e cercando di strangolarla, il tutto davanti agli occhi increduli dei colleghi e delle forze di polizia già intervenute a seguito delle “vivaci” proteste della paziente e dei suoi familiari.

Il 2 ottobre, all’ospedale Santo Spirito, un senzatetto è riuscito a introdursi all’interno e a rubare il telefono di un medico, che quando se n’è accorto ha immediatamente chiamato il 112. L’1 ottobre, invece, al San Carlo di Nancy, una donna di 48 anni aveva aggredito medici ed infermieri del pronto soccorso.

Andando indietro di qualche giorno, poi, si arriva al 22 settembre: al San Camillo un 33enne trasferito dall’ospedale di Ostia ha improvvisamente dato in escandescenze e ha iniziato a prendere a calci la stanza del pronto soccorso in cui era stato sistemato, poi se l’è presa con gli infermieri e le guardie giurate intervenute per cercare di calmarlo. Soltanto l’arrivo della polizia lo ha bloccato.

La spedizione punitiva al San Camillo

L’episodio ancora più inquietante si è verificato però il 19 settembre, sempre all’ospedale San Camillo, dove è andata in scena una vera e propria spedizione punitiva da parte di 25 giovani di etnia rom residenti negli accampamenti abusivi a ridosso di Ponte Marconi. Il gruppo era deciso a vendicarsi di una coppia di condomini che aveva ripreso uno di loro mentre armeggiava con un contatore elettrico in una palazzina di largo Veratti. Dalla discussione era nata una lite in cui il giovane condomino era stato ferito, e ne era stato disposto il trasferimento all’ospedale sulla Gianicolense. Tempo qualche ora e davanti all’ospedale si sono presentate 25 persone, parte delle quali sono entrate nel pronto soccorso, hanno individuato il ragazzo e lo hanno brutalmente picchiato. Non contenti se la sono poi presa anche con la compagna mentre stava uscendo dall’ospedale, ormai dimessa.

La proposta di legge

Appare evidente quanto sia diventato difficile per medici ed infermieri lavorare nei pronto soccorso. La proposta di legge di FdI sottolinea come la “carenza di posti letto, la mancanza di personale medico, ambulanze bloccate, l’altissimo numero di paziente” siano la causa di una situazione “veramente drammatica”, andando a rendere ancora più incerta e pericolosa l’attività del personale sanitario. Nel testo, si spiega come si voglia puntare sulla continuità assistenziale per decongestionare i pronto soccorso, individuando sedi del servizio a ridosso dei nosocomi con gli accessi più alti per dirottarci le richieste “caratterizzate da minore criticità e complessità”. Provvedimenti anche per il personale, con incentivi economici e il riconoscimento di maggiori tutele, come quelle riguardanti le procedure di mobilità. Infine, come anticipato, la legge vuole impegnare la giunta a stipulare specifici protocolli operativi con le forze di polizia, con l’obiettivo ultimo di avere i pronto soccorso più grandi e frequentati costantemente presidiati dalle forze dell’ordine.

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