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Agenzia mobilità, è corsa contro il tempo per il contratto di servizio: a rischio nuove linee tram già progettate

Il nuovo contratto dovrebbe arrivare a giorni. Ma il tempo stringe. Calabrese (M5s): "Parte politica non può più accettare ritardi del dipartimento"

Il rischio è che saltino le opere pubbliche già progettate. In particolare le nuove linee del tram. Dalla Termini-Vaticano-Aurelio ai binari lungo via Cavour, passando per via Tiburtina a viale Togliatti. L'Agenzia Roma servizi per la Mobilità, entro pochi giorni, firmerà il nuovo contratto di servizio con il Comune di Roma, con scadenza dicembre 2019. Ma tocca fare in fretta, però, perchè senza firma sono a rischio tutte le opere progettate dall'agenzia, in particolare le nuove linee tranviarie. 

Inoltre per mettere definitivamente in sicurezza i nuovi tram, oltre ai lavoratori della stessa società partecipata del Comune, serve un successivo contratto di servizio, almeno triennale, da far partire il 1 gennaio 2020, l'affidamento e l'approvazione dell'ultimo bilancio. Questo il quadro emerso stamani nel corso di una lunga riunione congiunta delle commissioni capitoline Mobilità e Bilancio, convocate per discutere principalmente della situazione di Roma servizi per la Mobilità e di quella di Roma Metropolitane. 

"La Tva potrebbe sfumare"

E' stata una riunione tesa, con scambi verbali anche ruvidi tra il Dg del Campidoglio, Franco Gianpaoletti, il presidente della commissione, Pietro Calabrese, e il presidente vicario dell'Assemblea Capitolina, Enrico Stefàno. Durante i lavori quest'ultimo ad un certo punto ha paventato il rischio che "la Tva (la linea tranviaria Termini-Vaticano-Aurelio) possa sfumare". Calabrese ha invece chiarito che "la parte politica non è più disposta ad accettare ritardi, causati principalmente dal dipartimento. La Tva sconta già ritardi nella definizione dei contratti causati dall'assenza di un contratto di servizio". 

Al termine della riunione ancora Calabrese ha chiarito che "ci sono una serie di atti amministrativi e procedimenti in corso che sono in scadenza a dicembre 2019, così come la transizione da Roma Metropolitane. Per allora il contratto dell'Agenzia per la mobilità andrà rinnovato e il Pums sarà approvato. Dovremo riuscire ad essere pronti a dire all'Agenzia che cosa dovrà fare nei prossimi 3 anni, che saranno fondamentali per il futuro della mobilità della città".

Un nuovo contratto fino a dicembre 2019

Un passo alla volta, dunque. Il primo step è un nuovo contratto di servizio della durata di 6 mesi. A quanto apprende l'agenzia Dire il documento dovrebbe approdare in giunta entro pochi giorni. A dicembre, però, scade anche l'affidamento del servizio, quindi il Campidoglio dovrà subito mettersi al lavoro per un nuovo affidamento e per il nuovo contratto di servizio che possa mettere in sicurezza le risorse necessarie alla progettazione e alla massa a gara delle nuove opere, a partire dal tram su via Cavour, quello sulla Tiburtina, la Tva e il tram sulla Togliatti. 

Una prolungata "vacatio" senza contratto metterebbe, al contrario, a rischio tutto, anche se Roma servizi per la mobilità ha fatto sapere informalmente che "in questi mesi senza contratto", l'ultimo è scaduto ad inizio 2019, "si è lavorato lo stesso e non si è bloccato nulla, pur tra tante difficoltà". 

Roma Metropolitane e il pericolo licenziamenti

Infine c'è la questione di Roma Metropolitane. Calabrese ha chiarito che "la proposta dell'azienda (che, come anticipato dall'agenzia Dire, prevede 45 licenziamenti) non è stata ancora approvata. La settimana prossima partirà il confronto con i sindacati". Dopodiché la commissione si riunirà dopo il confronto e "saremo noi a dare un ulteriore indirizzo politico. Da parte nostra non si tratta di un salvataggio dell'azienda ma di fare quanto l'Oref e il Segretariato ci hanno rilevato, cioè mettere a posto i conti dell'azienda che per farlo ha proposto un piano industriale con degli esuberi a livello strutturale. Santucci (l'Au di RomaMetropolitane, ndr) ha detto che l'azienda deve comunque ricorrere a un taglio delle figure in esubero. Come politica cercheremo di capire come controllarlo e dare ulteriori indirizzi, parliamo di figure in maggioranza amministrative anche se in un contesto tecnico come quello di Roma Metropolitane l'apporto di queste figure va oltre. C'è comunque bisogno di approfondimenti, che faremo dopo il passaggio con i sindacati". E su questo almeno una linea comune con Giampaoletti si è registrata. Il Dg ha infatti chiarito: "Su questo è la politica che decide". 

(Fonte Agenzia Dire)

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