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Dopo 25 anni chiude l'Agenzia Capitolina per le tossicodipendenze

Via libera dalle commissioni capitoline Bilancio e Politiche Sociali per chiudere l'organismo istituito nel 1998 per affrontare il tema delle tossicodipendenze

A 25 anni dalla sua istituzione, il Comune di Roma sembra pronto a chiudere definitivamente l’Agenzia Comunale (dal 2010 Capitolina) sulle Tossicodipendenze, l'organo che sino a oggi ha svolto una funzione di coordinamento sugli interventi di prevenzione dell’emarginazione e del disadattamento sociale, di assistenza sociale, di riabilitazione e reinserimento scolastico lavorativo e sociale in materia di tossicodipendenza.

Le commissioni capitoline approvano le delibere per la chiusura

Il tema è stato affrontato nel orso della commissione capitolina congiunta Politiche Sociali-Bilancio, che ha espresso parere favorevole alla delibera che sancisce la chiusura e riporta struttura e attività al dipartimento Politiche Sociali. Giovedì verranno quindi portate in Aula tre delibere finalizzate a mettere un punto finale all'esistenza dell'Agenzia sulle Tossicodipendenze, con l'obiettivo di superare uno strumento ormai datato e approcciare al tema in modo più organico, parlando innanzitutto non più di sole "tossicodipendenze" ma di "dipendenze".

Alla base del nuovo percorso quanto stabilito anche a livello europeo nel corso della VI Conferenza Nazionale sulle droghe che si è tenuta nel novembre 2021 a Genova: un'occasione in cui si è arrivati alla ha portato alla stesura del Piano di Azione Nazionale Dipendenze, che persegue quattro obiettivi principali: prevenire l’insorgere di dipendenze, garantire alle persone dipendenti l’aiuto e il trattamento necessari, ridurre i danni per la salute e la società e ridurre le ripercussioni negative sulla società.

Un iter lungo 10 anni per chiudere l'Agenzia: al Comune tornano 3 milioni di euro

Della chiusura dell'Agenzia, al 100% partecipata del Comune, si dibatte ormai da 10 anni: nel 2013, sotto l'allora sindaco Ignazio Marino, era stata approvata una delibera di giunta che predisponeva l'iter nell’ambito della liquidazione di un pacchetto di aziende comunali, un percorso rimasto fermo e riavviato poi dalla giunta Raggi. Anche in quel caso, però, era finito tutto in un nulla di fatto. L'approvazione delle tre delibere è il primo passo per riprenderne le fila, e sarà seguita dalla presentazione di un ordine del giorno che impegna i consiglieri a presentare entro 30 giorni una delibera di indirizzo per ridisegnare le politiche relative alla gestione delle dipendenze.

"Dall'istituzione dell'Agenzia ci sono state molte evoluzioni sociali ed è radicalmente cambiato l'approccio politico e scientifico al tema - spiega la presidente dem della Commissione Politiche Sociali, Nella Converti - non si parla più di tossicodipendenze ma di dipendenze. I dati raccontano che oggi non si può più parlare in modo esclusivo di tossicodipendenze e che si è drammaticamente abbassata l’età dei giovani che assumono sostanze o che entrano nella spirale di una qualche dipendenza. In secondo luogo, la chiusura dell’Agenzia porterà nelle casse dell’Amministrazione oltre tre milioni di euro di avanzo dal bilancio autonomo dell’ente, fondi inutilizzabili in fase di transizione e che con questa decisione saranno invece messi a valore per le attività che vogliamo rilanciare con nuove progettualità".

Le politiche per la lotta alle dipendenze del Comune di Roma

Nella delibera che verrà presentata entro i prossimi 30 giorni viene stabilito che venga istituito presso il dipartimento politiche sociali un ufficio che si occupi di dipendenze, di coordinare tutti gli interventi e le attività sulle dipendenze e che venga presentata una relazione annuale in materia in assemblea capitolina. Si prevede inoltre l'istituzione di un tavolo permanente sulle dipendenze con il terzo settore per programmare gli interventi. È poi prevista l'implementazione di un'unità di strada e presidi itineranti nei luoghi in cui il fenomeno è più presente, la predisposizione di un'unità mobile di intervento e un nuovo sistema di accoglienza.

Attualmente non è possibile accogliere nei centri persone con dipendenze attive, e un soggetto dipendente attivo segnalato alla sala operativa non può avere accesso ai centri. L'idea è di prevedere aperture per i consumatori attivi dei centri di accoglienza h24 in modo da offrire loro un posto letto, un pasto caldo e consulenze sociali, mediche e psicologiche per una presa in carico a 360 gradi. A questo si aggiungono campagne di screening periodiche e l'attivazione di una unità mobile per il trattamento terapeutico.

"Sarà un lavoro molto complesso che dovranno affrontare non solo il dipartimento ma anche gli enti del terzo settore - conclude Converti - ma si tratta anche di un primo step necessario per arrivare finalmente a rendere Roma una città protagonista nella prevenzione, la cura, l’inclusione sociale e la riduzione del danno in tema di dipendenze".

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