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Sabato, 9 Dicembre 2023
Politica

Affrancazioni, il Comune ci ricasca e chiede soldi che non gli spettano

A settembre raccontavamo di centinaia di ricorsi con una richiesta media di 10mila euro ciascuno. Adesso a chi fece istanza ordinaria nel 2017 stanno arrivando determine con calcoli ancora "sbagliati"

Cinque anni per ricevere la determina dirigenziale che stabilisce la possibilità di affrancare il proprio immobile dal vincolo del prezzo massimo di cessione e poi i calcoli sono sbagliati. Nel caos delle affrancazioni, succede anche questo: di nuovo.

Le lettere del Comune a chi ha chiesto l'affrancazione nel 2017

In questi giorni, infatti, a decine di cittadini romani stanno arrivando gli atti del dipartimento urbanistica, firmati dal dirigente Fabrizio Mazzenga, che stabiliscono la possibilità dei proprietari di svincolare l'immobile dal prezzo massimo di cessione (o di locazione). Il tetto massimo, lo ricordiamo, è imposto a chi possiede un appartamento all'interno di un piano di zona, quindi sottoposto a convenzione urbanistica. Peccato, però, che gli uffici comunali abbiano effettuato i calcoli per la determinazione del canone basandosi sulla delibera dell'assemblea capitolina 116 del 2018 e non sul decreto del MEF n.151 del 2020. Un decreto firmato dall'allora ministro delle finanze Roberto Gualtieri, oggi sindaco di Roma.

determina affrancazione stralcio

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Questo "errore", del quale RomaToday ha chiesto conto direttamente all'ingegner Mazzenga senza però - al momento in cui si scrive - ricevere risposta, fa sì che a tutti siano state richieste cifre non dovute. Ad un proprietario, che riporta la sua esperienza nel gruppo Facebook "Caos prezzi massimi di cessione", il dipartimento ha chiesto 2.500 euro, ovvero la soglia minima che non si applica più da due anni. "Chiamando l'Ufficio per chiarimenti - scrive il cittadino - mi è stato detto che la nuova normativa è ancora in fase di attuazione e non è ancora possibile effettuare il calcolo applicando il DM 151/2020, perciò dovrei pagare intanto questa cifra di 2500€, che poi al momento della stipula verrà aggiornata ed eventualmente mi sarà conguagliata la differenza". Ma come mai un decreto ministeriale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale a settembre 2020 ed entrato in vigore due mesi dopo, non viene ancora attuato da un ente locale? 

determina affrancazione stralcio 2 evidenziato

"Mi chiedono 2.500 euro ma non dovrei nulla"

La risposta la vorrebbe anche Marco, professore universitario, che nel 2009 ha acquistato un immobile di 80 mq nel piano di zona di Casal Monastero: "Ovviamente all'epoca non avevo idea che ci fosse un vincolo - racconta l'interessato a RomaToday - e quando l'ho scoperto il venditore non ha voluto saperne niente. Così ho deciso di iniziare l'istanza per l'affrancazione, in forma ordinaria, nel 2017". E come ormai è risaputo, le istanze ordinarie non corrono, ma camminano - lentamente - su binari ben diversi da tutte le altre, cioè le semplificate introdotte nel 2020 e le urgentate introdotte nel 2022: "La settimana scorsa - prosegue il docente - mi arriva la lettera con i calcoli e il Comune mi chiede il minimo previsto, cioè 2.500 euro. Il bello è che usando il simulatore messo a disposizione dal Comune stesso, inserendo tutti i dati del mio appartamento, il risultato è 0". Ora Marco dovrà decidere (entro 10 giorni): chiedere il ricalcolo, perdendo altri mesi, oppure pagare. Aspettando poi il rimborso, al quale si fa riferimento nella determina e che teoricamente dovrebbe arrivare entro 8 mesi, anche se raramente è così. 

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