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Barriere architettoniche e trasporti pubblici: "A Roma siamo fermi al Medioevo"

Le associazioni che rappresentano le diverse disabilità chiedono un confronto permanente che sia serio ed efficace. "ll personale va formato, il Dipartimento pensa solo a scivoli e marciapiedi"

Poche linee di superficie con le pedane funzionanti, ascensori mai realizzati nelle stazioni metropolitane più frequentate. Mappe tattili carenti e semafori sonori pressocchè insesistenti.  C'è un universo invisibile alla maggior parte dei cittadini, che è fatto di ostacoli insormontabili per le persone con disabilità. Al di là degli scivoli e dei marciapiedi, ci sono barriere enormi che impediscono un'adeguata fruizione del servizio di trasporto pubblico.

L'accesso ai mezzi pubblici

Il Campidoglio, grazie alla commissione Trasparenza, ha provato ad illuminare una situazione ai più poco conoscouta. La seduta, a cui hanno preso parte molte associazioni, è stata convocata "non per fare polemica – ha precisato la consigliera PD Ilaria Piccolo – ma per fare il punto su come sono accessibili ai disabili i mezzi pubblici della città, anche in relazione al protocollo sottoscritto nel 2012 dalle associazioni e da Atac".

La richiesta: un tavolo permanente

Cio che manca è un tavolo di confronto permanente con le aziende, ma un tavolo che porti risultati -  ha fatto notare il rappresentante dell'Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti - Un tema che ci sta molto a cuore sono gli annunci in voce di prossima fermata dentro i mezzi e gli annunci di linea fuori le vetture, anche quando ci sono, gli annunci sono di scarsa qualita''. 

Poche pedane sui mezzi pubblici

L'utilizzo del trasporto pubblico rischia di apparire come un tabù per migliaia di utenti con disabilità. La conferma arriva indirettamente da Alessandro Cafarelli, responsabile dei Servizi di superficie di Atac.  "poco meno del 70% del totale delle vetture di proprietà di Atac - ha dichiarato Cafarelli -  per la precisione il 68%, è munito di pedana". Al netto dei mezzi che rimangono fermi per guasti, il numero di vetture che quotidianamente circolano per la Capitale, garantendo l'accesso ai disabili,  è ridotto a poche centinaia.  

C'è poi un tema di fondo da affrontare e riguarda la formazione del personale che progetta gli interventi perchè, come ribadito dal presidente della FISH , al Dipartimento Simu  "interessa solo delle barriere architettoniche fisiche come marciapiedi o scivoli, eccetera, mentre la legge dice che è  barriera architettonica tutto ciò che impedisce ad un non vedente di riconoscere strade e fonti di pericolo" come le mappe tattili o i semafori sonori.

L'inerzia dell'amministrazione comunale

Il consigliere dem Marco Palumbo, presidente della commissione trasparenza: "Ancora una volta, dobbiamo constatare l'inerzia dell'amministrazione comunale che non si cura della gravità di una situazione di disagio che colpisce i cittadini più fragili. Sono stati stanziati oltre 400 milioni di euro per Roma Capitale dal Ministero dei Trasporti sul Piano Nazionale per la Sicurezza Stradale, ma la giunta non è stata capace di spenderli. La maggioranza non solo non e' in grado di avviare nuovi processi infrastrutturali, ma addirittura interrompe quanto di buono è stato avviato da chi l'ha preceduta".

Fermi al Medioevo

La situazione nella Capitale non è rosea. "Roma da questo punto di vista è ferma al medioevo - ha commentato la consigliera capitolina del M5S Carola Penna - mettere tutti allo stesso tavolo e fare un passo per volta, perchè  non si risolvono in un giorno problemi che non sono mai stati affrontati prima'. Roma, ha chiosato Penna, 'potra' definirsi civile solo quando l'accessibilità sarà dignitosa per tutti quanti". Un obiettivo lontano ma ampiamente condivisibile. Perchè se è vero, come ha ricordato il disability manager del Campidoglio che "Roma è una città inaccessibile da oltre 2mila anni" è altrettanto vero che è giunto  il momento d'invertire la tendenza. 

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