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Diritto all'aborto, corteo e manifestazione all'Esquilino: “Ci vogliamo vive e libere, siamo furiose"

Il 28 settembre, Giornata mondiale per l'aborto libero e sicuro, Non Una di Meno organizza un presidio a piazza dell'Esquilino per invocare il rispetto dei diritti di tutte le donne

“Ci vogliamo vive e libere, siamo furiose”: a due giorni dalle elezioni e dalla vittoria della coalizione di destra trainata da Giorgia Meloni, Non Una di Meno chiama a raccolta le donne (e non solo) per mercoledì 28 settembre, giornata mondiale per l’aborto libero, sicuro e gratuito per cui, in piazza dell’Esquilino, è stata organizzata una mobilitazione.

L’appuntamento è per le 17.30, una manifestazione che proprio alla luce dei risultati della tornata elettorale assume, per chi la organizza, una valenza ancora più importante: “L’affermazione elettorale di Giorgia Meloni e della destra razzista, antiabortista e transomofoba porta al governo chi in questi anni ha attaccato i diritti delle donne e ha sabotato ogni forma di legge contro l’omolesbobitransfobia, chi ha fatto della cancellazione del reddito di cittadinanza e della riduzione delle tasse ai ricchi il suo programma di governo - sottolineano da Non Una di Meno - chi allinea l’Italia al programma di sistematica violazione dei diritti umani e civili di Polonia e Ungheria”.

“Meloni vuole garantire il diritto a ‘non abortire’, vuole cancellare i diritti delle persone transgender e l’educazione alle differenze, vuole riportare la scuola, la società e la nostra vita al modello caro ai clerico-fascisti di Dio Patria Famiglia - proseguono le attiviste dell’assemblea romana - Non giudichiamo la premier Giorgia Meloni come una vittoria delle donne, il suo curriculum politico parla chiaro, questa è l’ennesima beffa in un paese che odia le donne e non ne garantisce autodeterminazione e autonomia. Vogliamo quello che ci spetta, vogliamo diritti e garanzie, vogliamo molto più di 194. vogliamo gli obiettori fuori dai consultori e ospedali pubblici. Vogliamo il diritto alla salute, al welfare e al reddito per l’autodeterminazione”.

Le proteste per la morte di Mahsa Amini

Non Una di Meno ha promesso di tornare in piazza “con le sorelle iraniane nel cuore, perché nazionalismo e fondamentalismo hanno la stessa matrice oppressiva e patriarcale. La loro lotta è la nostra lotta”. Il riferimento è alla morte di Mahsa Amini, la ventiduenne morta dopo essere stata arrestata a Teheran dalla polizia iraniana per avere indossato male il velo.

L’uccisione di Mahsa, morta a causa delle ferite riportate nelle ore successive all’arresto, ha sollevato un’ondata di proteste a livello mondiale e anche Roma si è mobilitata con una manifestazione organizzata lo scorso 23 settembre davanti all’ambasciata iraniana. Le partecipanti hanno protestato mostrando foto di Mahsa, invocando “donna, vita, libertà”, bruciando i veli e tagliandosi i capelli. Due giorni dopo Non Una di Meno aveva organizzato un’altra manifestazione di protesta in piazza Sant’Apostoli “in solidarietà delle donne che vivono in Iran e di coloro che protestano contro il regime teocratico”.

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