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Riccardo Muti fa marcia indietro: l'Opera di Roma perde il grande direttore?

Sembra che il grande maestro abbia annullato l'impegno preso con il teatro dell'Opera di Roma, rifiutando l'incarico di direttore che sarebbe dovuto partire il prossimo dicembre

L'Opera di Roma aspetta a gloria Riccardo Muti, ma l'attesa potrebbe essere vana. Secondo indiscrezioni, non confermate dal suo entourage, il celebre maestro avrebbe fatto marcia indietro rifiutando di assumere l'incarico di direttore del teatro che gli era stato affidato più di un anno fa dalla giunta Alemanno e che sarebbe dovuto partire il prossimo mese di dicembre.

Ricordiamo tutti l'incontro di Salisburgo, nell' agosto del 2009, tra Muti e il sindaco di Roma, con la presenza di Bruno Vespa consigliere del Teatro, che siglò il sì ufficiale del direttore. Cosa è cambiato da quell'incontro non troppo lontano? Due le motivazioni ufficiose. Da un lato il maestro avrebbe espresso la richiesta di un compenso da 2 milioni di euro che non sarebbe stata ancora accettata, dall'altro pare che non se la sia sentita di assumere la direzione di un teatro la cui situazione politico-normativa non è certo delle migliori.

Il decreto legge riguardante le fondazioni lirico-sinfoniche, emanato dal ministro per i Beni e Attività culturali Sandro Bondi e approvato direttamente dal Consiglio dei Ministri lo scorso maggio, ha previsto cospicui tagli al comparto del personale, considerato il principale impedimento alla crescita produttiva dei teatri in quanto destinatario del 70% delle risorse finanziarie destinate agli stessi, oltre al blocco del turno over e dei concorsi fino a tutto il 2012. La mossa del ministro suscitò le reazioni contrarie dei sindacati e scioperi dilaganti nei principali enti lirici del Paese.

E oggi, nonostante il conferimento patrimoniale alla Fondazione Teatro dell'Opera del complesso immobiliare del Teatro Nazionale per un valore di circa 13 milioni di euro e gli stanziamenti assegnati nell'attuale Bilancio Comunale, la situazione non sembra essere migliorata. Come affermato dal capogruppo del Pd Umberto Marroni e il vicepresidente della Commissione Cultura Giulio Pelonzi, " il deficit non è venuto meno, anzi è aumentato sensibilmente" . Secondo i due esponenti dell'opposizione "la mancata accettazione del Maestro Muti dell'incarico di direttore musicale del Teatro dell'Opera é l'ennesimo segnale preoccupante di sfiducia verso il progetto di rilancio operato dalla Giunta Alemanno",un progetto - spiegano - "segnato dal commissariamento, dalle sostituzioni tutte politiche dei vertici, dalle dimissioni di Emmanuele Emanuele dal cda, dall'aumento del deficit, da un sensibile abbassamento della qualità e quantità della programmazione artistica e dalle polemiche con il direttore del corpo di ballo Carla Fracci".

Insomma, è possibile che la situazione politica attuale e le norme restrittive applicate dal governo abbiano influenzato la decisione di Riccardo Muti di rinunciare all'incarico, anche se il sindaco Alemanno tiene a sottolineare l'impegno garantito dal maestro a precindere dal ruolo occupato all'interno della Fondazione, e afferma: "non ci sono novità rispetto a quello che abbiamo sempre detto. Adesso si tratta di continuare a lavorare con Muti. Il 6 ottobre faremo una conferenza stampa e indicheremo il livello e il grado di coinvolgimento del maestro con il Teatro dell'Opera". Anche il sovrintendente del teatro dell'Opera, Catello De Martino, in merito alla presenza e al ruolo che ricoprirà il grande direttore, pronuncia parole ottimiste: "per la carica vera e propria il maestro Muti mi ha chiesto di aspettare e la decisione verrà presa nel tempo. Di fatto, però stiamo già lavorando insieme".

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