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25 marzo, un incubo per i commercianti: "Meno nove milioni di incassi"

E' il dato stimato dalla Confcommercio. Sabato, con Roma blindata per l'arrivo dei Capi di Stato, bar e ristoranti perderanno gli introiti del giorno. E per eventuali disordini si trasformano in "sentinelle", su Whatsapp

Nove milioni di euro in meno nelle casse di bar e ristoranti del centro storico. Da Testaccio, rione attenzionato per il passaggio del corteo più a rischio, alle zone 'blu' e 'verde' chiuse al traffico e in qualche tratto ai pedoni, per i negozi, sabato 25 marzo e il suo 60esimo anniversario dei Trattati di Roma, sarà comunque una débacle. Che decidano o meno di chiudere. A dare le cifre è Confcommercio, invitata al Comitato per l’Ordine pubblico e la sicurezza che si è tenuto nella giornata di ieri. 

Sempre secondo i calcoli dell'associazione di categoria, solo nel perimetro delle manifestazioni si contano 17mila esercizi commerciali e 6mila pubblici esercizi. I clienti previsti sono pochissimi, molti infatti chiuderanno le saracinesche specie nelle zone, vedi il rione Testaccio, interessate dai cortei. Chi invece rimarrà aperto, pur confidando nel dispiegamento a tappeto e capillare di forze dell'ordine, ricorrerà anche al fai da te. 

"Abbiamo organizzato una rete di "sentinelle" tra i nostri associati utilizzando le chat di WhatsApp" ha spiegato il commissario della Confcommercio di Roma Renato Borghi. Aggiornamenti e comunicazioni in tempo reale se dovesse accadere qualcosa. Questo l'intento. Per chi sfiderà l'allerta senza timore di tafferugli eventuali. Poi, a Testaccio la maggior parte, ci sono quelli che chiuderanno proprio. Onde evitare brutte sorprese. 

25 MARZO: MANIFESTAZIONI, DIVIETI E STRADE CHIUSE

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