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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Un anno di politica: il 2013 dei palazzi romani tutto d'un fiato

L'elezione del nuovo sindaco, il cambio ai vertici del Lazio, gli scandali, da quello dei filobus ai biglietti clonati dell'Atac. E ancora la chiusura di Malagrotta e l'inaugurazione, tra le polemiche, della pedonalizzazione dei Fori Imperiali. Il 2013 per la politica romana è stato un anno importante

L'elezione del nuovo sindaco, il cambio ai vertici della Regione Lazio, gli scandali, da quello dei filobus ai biglietti clonati dell'Atac. E ancora la chiusura della discarica di Malagrotta e l'inaugurazione, tra le polemiche, della pedonalizzazione dei Fori Imperiali. Il 2013 per la politica romana è stato un anno importante. L'elezione di Zingaretti e quella di Marino in Campidoglio hanno spazzato il campo all'era delle amministrazioni di centrodestra. Prima quella regionale Polverini, terminata con lo scandalo dei finanziamenti ai gruppi, poi quella comunale di Alemanno che a fine del primo mandato non ha ottenuto la riconferma dei romani. Ma non solo. Il 2013 è stato anche l'anno del Movimento cinque stelle che dopo il boom ottenuto alle regionali ha fatto 'tremare' i partiti tradizionali sul peso determinante per le successive elezioni in Campidoglio.  

EMERGENZA RIFIUTI - Il 2013, l'anno che vedrà la chiusura della trentennale discarica di Malagrotta, si apre con le polemiche proprio sul tema dei rifiuti. Da un lato l'ennesima proroga dello storico invaso, dall'altro la decisione, il 29 dicembre 2012, del commissario Goffredo Sottile di dare il suo parere positivo alla realizzazione di un nuovo sito a Monti dell'Ortaccio, sempre nella Valle Galeria. Scoppia la protesta. Alcuni attivisti scaricano dei sacchi di immondizia fuori da casa del prefetto. A esprimere la sua preoccupazione anche l'allora ministro dell'Ambiente Corrado Clini. La ‘questione rifiuti’, in particolare l’individuazione del nuovo sito, si trascinerà per tutto il 2013. Dopo Monti dell’Ortaccio infatti, il luogo individuato per ospitare i rifiuti della Capitale sarà una discarica attualmente attiva per rifiuti speciali che si trova sull’Ardeatina, Falcognana. Anche qui le proteste dei comitati cittadini daranno filo da torcere alle autorità competenti. Intanto il tempo stringe. Il 30 settembre 2013 Malagrotta chiude definitivamente i battenti, nonostante il tentativo del proprietario Manlio Cerroni di stoccare fino a ‘livellamento’ la cosiddetta Fos, la parte organica stabilizzata che esce dagli impianti di trattamento. Alla fine il ‘progetto Falcognana’ sarà sostituito con quello di portare i rifiuti in altre regioni italiane e, in piccola parte, nella discarica di Cupinoro a Bracciano. In quanto a Monti dell’Ortaccio, l'ultima polemica relativa all'autorizzazione di tale sito si riferisce a pochi giorni fa.

ZINGARETTI NUOVO GOVERNATORE DEL LAZIO - Febbraio 2013 è il mese delle elezioni regionali. L'ex presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti stravince le elezioni sfondando la soglia del 40% con un distacco di più di dieci punti dallo sfidante del centrodestra, il leader de La Destra  Francesco Storace. All'ex governatore, in una campagna elettorale scandita da parole d'ordine come trasparenza e taglio ai costi della politica, non è riuscito il miracolo di allontanare lo spettro degli scandali dei fondi ai gruppi regionali con cui si era chiusa, prima del tempo, la legislatura del Pdl di Renata Polverini. A fianco delle avventure non troppo riuscite di 'nuove' formazioni politiche come quella della montiana Giulia Bongiorno (a febbraio l’Italia era ancora amministrata dal governo tecnico di Monti) e, a sinistra, di Sandro Ruotolo con Rivoluzione Civile, che hanno raggiunto il 4,7% la prima e il 2,17% il secondo, l'altro grande vincitore è stato il Movimento cinque stelle.

L'ASCESA DEL MOVIMENTO CINQUE STELLE - Il primo, riuscito, banco di prova locale del Movimento cinque stelle è proprio quello delle elezioni regionali. Trascinato dalla campagna elettorale nazionale del comico genovese, forte di una politica attraversata da una profonda esigenza di rinnovamento, il Movimento cinque stelle alle elezioni del Lazio sfonda quota 20%. Un risultato atteso. La chiusura della campagna elettorale di Grillo in Piazza San Giovanni il 22 febbraio 2013 rischia di entrare nella storia: la piazza storica della sinistra viene letteralmente invasa dal popolo dell'anti politica. Davide Barillari, candidato presidente del Movimento, scelto dalla base via web, mostra per la prima volta il volto 'cittadino' del movimento pentastellato nella politica locale. Lo stesso ruolo, l'avrà poi Marcello De Vito alle elezioni comunali, anche se in questa fase elettorale, l'onda grillina ha già affievolito la potenza delle regionali attestandosi comunque intorno al 13%. In consiglio comunale il Movimento cinque stelle porta quattro consiglieri.

IL DECLINO DI ALEMANNO - I primi mesi del 2013 sono stati anche gli ultimi dell'amministrazione Alemanno. A scandire il declino, lo scandalo delle tangenti per l'acquisto di alcuni filobus che culminerà con l'arresto, il 25 marzo del 2013, del fedelissimo del primo cittadino nonché presidente di Eur spa Riccardo Mancini. A dare una scossa al primo cittadino di centrodestra anche la puntata di Report 'Romanzo Capitale' andata in onda il 14 aprile, un mese prima delle elezioni dove il sindaco in carica aveva deciso di ricandidarsi. Subappalti per la metro C infiltrati dalle mafie, affari della nuova banda della Magliana, lo scandalo delle tangenti sul filobus. Questi alcuni dei temi 'scottanti' contenuti nel lavoro di Paolo Mondani che hanno fatto infuriare il Campidoglio. Dagli scandali alle proteste. Gli ultimi giorni di attività del consiglio comunale dell'era Alemanno sono stati infatti presidiati giorni e notte dai comitati cittadini impegnati a bloccare un pacchetto di delibere, ribattezzate delibere del cemento. Tra queste anche il progetto di demolizione e ricostruzione di Tor Bella Monaca tanto caro al sindaco Alemanno e l'aumento delle cubature della centralità di Romanina. Se queste non riusciranno a passare in tempo utile, troveranno il via libera invece alcuni provvedimenti contenenti delle compensazioni.

PRIMARIE PD PER LA CORSA AL CAMPIDOGLIO -  Dopo le elezioni regionali, anche il Campidoglio entra in aria pre-elettorale. Il clima si scalda a marzo con le primarie del Partito democratico, le prime per il Campidoglio. Partecipano i renziani Paolo Gentiloni e Patrizia Prestipino, David Sassoli, Mattia di Tommaso e Ignazio Marino che ufficializzerà la sua candidatura nell’ultimo giorno utile. In competizione anche il deputato ex consigliere comunale Umberto Marroni, che rinuncia per favorire Sassoli, così come l’attuale vicesindaco Luigi Nieri in sostegno di Marino. Il 7 aprile gli elettori del Pd sceglieranno il chirurgo come loro candidato sindaco di Roma. Inizia la corsa verso la poltrona più alta del Campidoglio.

ELEZIONI COMUNALI - La competizione elettorale vedrà ben diciotto candidati. Tra i principali, oltre a Ignazio Marino e Gianni Alemanno, Marcello De Vito del Movimento cinque stelle, Sandro Medici, ex minisindaco dell’ex decimo municipio, a capo di una formazione di sinistra chiamata Repubblica Romana, l’ex ministro Alessandro Bianchi. Anche la competizione comunale avrà una sua ‘novità’. L’imprenditore Alfio Marchini che si è fatto riconoscere dai romani perché per alcune settimane ha tappezzato la città di cuori spezzati. La campagna elettorale oscilla tra i temi legati all’esigenza della città di un rinnovamento e, proprio come nel 2008, il tentativo di Alemanno di parlare la pancia dei romani paragonando Marino al Pisapia ‘amico’ dei nomadi e degli immigrati. Dai seggi di domenica 26 e lunedì 27 maggio Marino, con un 42% supera di ben dieci punti il suo principale sfidante, Alemanno, anche se il vero vincitore della tornata elettorale è l’astensionismo. A ‘incoronare’ Marino a sindaco di Roma sarà il ballottaggio del 9 e 10 giugno. Il chirurgo sfonda quota 63 per cento.

PEDONALIZZAZIONE DEI FORI IMPERIALI - Da sindaco di Roma, Ignazio Marino, dopo aver risolto il cruccio della formazione della sua giunta, si mette al lavoro per rispettare la sua promessa in tempo di campagna elettorale: la pedonalizzazione dei Fori Imperiali. Il cambiamento sarà avversato fortemente dal centro destra. Problemi anche sul fronte cittadino, soprattutto da parte dei commercianti che, almeno all'inizio, non vedono di buon occhio il cambio della mobilità dell’area. Alla fine, la pedonalizzazione si farà. O meglio, una pedonalizzazione a metà dal momento che sul tratto di strada che va da Largo Corrado Ricci al Colosseo continueranno a passare autobus, taxi e ncc.  Il 3 agosto all’inaugurazione in grande stile, a cui era presente anche il presidente della Camera Laura Boldrini, ci saranno 150 mila persone. La notizia farà il giro di diversi quotidiani del mondo anche se la festa verrà ‘rovinata’ dalle proteste dei comitati cittadini contrari alla discarica di Falcognana.
 
METRO C  - Insediata l’amministrazione, consolidata la giunta, inaugurati i Fori Imperiali, per Marino iniziano ad apparire anche le prime patate bollenti da affrontare. Tra queste anche il braccio di ferro tra l’amministrazione e le imprese costruttrici attorno allo sblocco dei finanziamenti per la metro C che dal caldo agosto si trascinerà fino a dicembre. Il 9 agosto infatti arriva il primo blocco dei cantieri. Per protesta, camion e betoniere invadono via dei Fori Imperiali. All’appello, secondo le imprese costruttrici, mancano 230 milioni di euro approvati nel 2011 dal Cipe a cui l’amministrazione capitolina non aveva ancora dato seguito. Il Campidoglio chiede tempo per verificare, da un lato l’assessore alla Mobilità Guido Improta, che lavora per sbloccare il denaro e far ripartire i cantieri, dall’altro quello al Bilancio Daniela Morgante non convinta fino all’ultimo dell’operazione. Voci critiche tra i comitati cittadini chiedono di fermare l’opera a San Giovanni. Da agosto inizierà un lungo braccio di ferro fatto di accordi mancati, proteste dei lavoratori (scenderanno in campo anche i sindacati), delibere di giunta durante i quali i lavori andranno avanti a singhiozzo. La vicenda si concluderà, parzialmente, solo all’inizio di dicembre con lo sblocco di parte dei finanziamenti ma la tensione nella giunta Marino tra Improta e Morgante si trascinerà fino all’anno nuovo.

EMERGENZA ABITATIVA - In tema di manifestazioni, l’era Marino non parte proprio con il piede giusto. Lunedì 1 luglio una manifestazione dei movimenti per il diritto all’abitare sotto al Campidoglio terminerà con pesanti cariche della polizia. Il corteo dei movimenti, per le amministrazioni comunale e regionale, sarà solo il primo di una lunga serie di proteste. Al centro, in primis, il blocco degli sfratti ma anche l’individuazione di case popolari, di tutela dell’inquilinato, di percorsi di autorecupero per gli immobili, l’opposizione alle grandi opere. Il 23 settembre circa mille attivisti assedieranno il Campidoglio. Tra le richieste anche il ritiro della delibera di giunta che prevede la chiusura dei residence per l'emergenza abitativa in cambio di 700 euro a famiglia per pagarsi l’affitto. La tensione con la giunta Marino culmina il 22 ottobre sotto al ministero delle Infrastrutture, dove, al termine della manifestazione nazionale del 19 ottobre, i movimenti avevano allestito per protesta una tendopoli. Qui il sindaco Marino, uscito da un incontro giudicato ‘deludente’ dai movimenti, verrà allontanato dalla piazza gremita di manifestanti. Le proteste, e gli incontri, nelle settimane successive non si arrestano.

CONCORSONE - Venerdì 15 novembre il sindaco Marino e il suo vicesindaco Nieri convocano una conferenza stampa d’urgenza: il maxi concorso comunale potrebbe essere annullato. Le buste con dentro le prove sono trasparenti e i nomi dei candidati potrebbero non essere segreti. Scoppia la polemica. I partecipanti vogliono sapere che fine faranno le loro prove. I sindacati avrebbero preferito più coinvolgimento. Anche i vigili, i primi ad aver avuto il concorso bloccato, protestano. Alla fine, il concorso procederà. A tentare di fare luce sulla vicenda interviene la magistratura.

BIGLIETTI CLONATI ATAC  - Il 7 novembre un’inchiesta pubblicata su La Repubblica scuote la cima del Campidoglio svelando quella che è stata ribattezzata la ‘truffa’ dei biglietti Atac clonati. Secondo il quotidiano in dieci anni sono stati stampati migliaia di biglietti ‘falsi’  per quasi un miliardo di euro. Una sorta di biglietteria parallela i cui proventi, sempre per il quotidiano, sono serviti anche a finanziare parte della politica. La notizia crea scalpore, in consiglio comunale si chiede giustizia, Marino in conferenza stampa assicura che lo scandalo appartiene al passato e annuncia che il comune di costituirà parte civile.

BILANCIO - L’ultima grande fatica del 2013 per l’amministrazione Marino è l’approvazione del bilancio previsionale 2013, con quasi un anno di ritardo sulla tabella di marcia, che presenta un buco da oltre 800 milioni di euro. Una montagna. E infatti la sua approvazione si rivela un vero e proprio percorso a ostacoli a partire da un accordo con il governo che concede a Roma Capitale un ‘aiutino’ per poter chiudere i conti, il decreto ‘Salva Roma’. Quando il bilancio arriva in aula mancano meno di dieci giorni alla scadenza del 30 novembre che avrebbe aperto le porte del commissariamento. L’opposizione dà battaglia e presenta oltre 200 mila emendamenti. Il clima è talmente surriscaldato nel corso della discussione in Consiglio scoppia il parapiglia e il consigliere Dario Rossin, intento a protestare animatamente con il presidente Coratti darà una gomitata in testa al sindaco. Il bilancio verrà approvato fuori tempo massimo, il 6 dicembre. Ma la montagna da scalare non è ancora finita. Il nuovo anno si aprirà con la partita del bilancio 2014.

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