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In tre mesi assegnati 100 alloggi popolari. Ma le opposizioni incalzano Zevi: "Non parli solo con i movimenti"

A Roma attualmente risultano occupati 4.300 su 33.000 alloggi Erp e 80 palazzi pubblici e privati. De Gregorio e Casini (Terzo Polo): "L'assessore governi anche con le opposizioni"

Durante l'ultima commissione trasparenza l'assessore al patrimonio e alla casa ha fornito qualche numero, incalzato dalle opposizioni rispetto alla gestione dell'emergenza abitativa, allo scorrimento della graduatoria Erp e al nuovo Piano Casa, pronto (o quasi) per essere presentato alla città nonostante lo scossone subito dopo la pubblicazione di alcune chat WhatsApp. Quelli più positivi, di numeri, riguardano le assegnazioni di alloggi a famiglie presenti nella graduatoria del bando 2012, aggiornata al 31 dicembre 2020: sono state circa 100 nei primi tre mesi dell'anno. 

Quante case del Comune sono occupate a Roma

La commissione, richiesta dalle opposizioni la scorsa settimana, non è servita a nulla più che a fare il punto della situazione sull'emergenza abitativa a Roma e dare la possibilità a Civica Raggi, Italia Viva, Azione e Fratelli d'Italia di ribadire il dissenso rispetto al dialogo intrattenuto dal Campidoglio con i movimenti per la casa nell'ultimo anno. Dalle informazioni fornite direttamente dall'assessore Zevi, attualmente a Roma ci sono 4.300 occupazioni di immobili di proprietà comunale su un totale di 33.000 alloggi "ma dobbiamo considerare 3.000 pratiche di sanatoria arretrate - ricorda l'assessore - quindi, se tutte venissero accolte, dovremmo sottrarre questo dato al totale delle occupazioni. Bisogna però essere realisti e trasparenti e dire che ci sono occupazioni non censite che si scoprono solo nel momento in cui viene effettuato un controllo". Nel 2022 le case assegnate erano state 351, ma in questo caso ben 210 erano andate agli ex occupanti di viale delle Province e Valle Fiorita, 127 a chi è in graduatoria e 14 per far cambiare alloggio agli inquilini di via Inverigo a Prima Porta, dove a maggio 2022 scoppiò un incendio che richiese lo sgombero di tutti i nuclei presenti. Inoltre, grazie ai sistemi di allarme installati e alla task force composta dalla polizia locale di Roma Capitale "finora sono stati recuperati 40 alloggi occupati", fa sapere Zevi.

Sono 80 gli stabili occupati

Ci sono poi le occupazioni degli stabili. In questo caso "sono informazioni fornite da prefettura, ministero dell'interno e Regione". Sono circa 80 ("palazzo più, palazzo meno") le occupazioni a scopo abitativo in edifici privati e pubblici, inserite nel documento del Piano Casa che arriverà in assemblea capitolina nelle prossime settimane dopo la presentazione ufficiale da parte di Gualtieri e Zevi. 

"Non bisogna legittimare i prepotenti"

In ogni caso, dalle opposizioni non sono state risparmiate critiche: "Noi siamo contrari alle scorciatoie per i furbi, per i professionisti dell'occupazione - ha detto Rocca, presidente della commissione trasparenza ed esponente di FdI - a discapito di chi attende una casa da dieci anni. Sentir dire da voi che riqualificando Porto Fluviale si dà continuazione a chi ha occupato illegalmente è grave". Per Valerio Casini di Italia Viva "dispiace vedere che si governa senza condividere con le opposizioni - le sue parole in commissione - perché il piano casa è stato inviato ai movimenti ma non a noi. La scelta di agevolare chi occupa abusivamente, poi, è sbagliata perché premia i prepotenti. Questa amministrazione legittima gli abusivi più di altri attori istituzionali. Questa posizione va chiarita, bisogna uscire dall'ombra: legalità, trasparenza e rispetto devono essere garantite alle migliaia di persone che attendono un alloggio pubblico". "L'assessore ha ammesso chiaramente di aver deciso di condividere il piano casa con tutti tranne che con noi dell'opposizione - accusa Flavia De Gregorio di Azione - . Invito dunque Zevi a rivedere il suo approccio metodologico. Operare con trasparenza è centrale nella politica della casa, quindi mi aspetto d'ora in avanti che invii a tutti i consiglieri le nuove bozze e se ne discuta nelle sedi istituzionali". 

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