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Angio-TC coronarica: una tecnica non invasiva per valutare le cardiopatie

Immagini di altissima qualità, velocità e accuratezza: tutti i benefici di una tecnologia di ultima generazione

Nell’attuale società dei consumi le cardiopatie sono purtroppo all’ordine del giorno, e non solo tra le fasce più anziane della popolazione, ma anche e sempre di più in soggetti più giovani. La prevenzione, quindi, non è semplicemente consigliata, ma diventa essenziale già a partire dai 35-40 anni di età.

E se un bell’elettrocardiogramma di controllo può senz’altro essere considerato un buon inizio, una TAC coronarica sarebbe ancora meglio, soprattutto quelle volte in cui gli esami precedenti hanno dati risultati di difficile interpretazione e dunque incerti.

Oggi sono le tecnologie più avanzate a venirci incontro nella valutazione completa e accurata delle arterie coronarie e delle strutture cardiache, supportando efficacemente lo specialista in fase di diagnosi.

Tecnologia avanzata al servizio dello specialista

A Grottaferrata (RM), il Gruppo INI (Istituto Neurotraumatologico Italiano), un riferimento sanitario all’avanguardia su Roma da oltre 70 anni, si è dotato della Nuova TC Siemens 128 slice di ultimissima generazione, nell’ottica di poter offrire, ancora una volta, ai propri pazienti il migliore dei servizi possibili.

E non vi è dubbio che eseguire un’angio-TC coronarica con tale apparecchiatura sia la scelta migliore in determinati casi. L’apparecchiatura, non solo è in grado di fare ogni tipo di TC tradizionale, ma ha il pregio di poter migliorare lo studio delle coronarie, sostituendosi all’approccio tradizionale, eseguito tramite cateterismo arterioso. Le caratteristiche di accuratezza e non invasività della nuova apparecchiatura, infatti, consentono allo specialista di ottenere, senza intervenire direttamente sul paziente e in modo più rapido rispetto alle attrezzature più obsolete, immagini di altissima qualità con elevata risoluzione, informazioni più dettagliate, ma soprattutto offre la possibilità di dosare e ridurre la quantità di radiazioni emesse e, di conseguenza, assorbite dal paziente, a tutto vantaggio della salute di questo.

La semplificazione nella valutazione di placche ateromasiche, stenosi, Bypass e pervietà degli stent coronarici, fa sì che la nuova TAC si ponga efficacemente al servizio dello specialista, agevolando il suo lavoro di diagnosi.

Impieghi e limiti della nuova TAC coronarica

Certo, nonostante l’indubbia utilità, qualche limite ce l’ha anche questa nuova tecnica, legato principalmente alla frequenza cardiaca. Tale esame, oltre a non essere indicato per pazienti con insufficienza renale cronica, in gravidanza, affetti da grave obesità e conclamata allergia al mezzo di contrasto iodato, è controindicata anche a pazienti con cardiopatie che portino ad aumenti della frequenza cardiaca (extrasistoli, fibrillazione atriale, altre aritmie maggiori…). Se la frequenza cardiaca è troppo alta, infatti, ne risulta una qualità delle immagini fortemente limitata e di più difficoltosa interpretazione.

Far tornare la frequenza regolare ed entro i 65 bpm, limite di efficacia dell’apparecchio, è comunque un problema facilmente risolvibile tramite la somministrazione al paziente da parte dello specialista di un beta-bloccante, in grado di ridurre proprio la frequenza cardiaca.

Nonostante alcuni limiti, dunque, l’utilità della nuova TAC è indiscutibile, potendo dare il suo maggior contributo in tutti quei casi in cui gli esami precedenti hanno fornito risultati dubbi, o nel sospetto di anomalie di origine o decorso delle arterie coronariche, o ancora, nel valutare la pervietà di stent coronarici o di Bypass.

Poche anche le indicazioni per chi si sottopone all’esame: importante ovviamente monitorare la frequenza cardiaca ed, eventualmente, assumere un beta-bloccante prescritto dallo specialista, nei giorni precedenti o in corso di esame; evitare il consumo di caffeina e altre sostanze eccitanti nei due giorni precedenti all’esame; presentarsi a digiuno muniti di tutta la documentazione cardiologica e gli esami strumentali ed ematici già eseguiti.

Il dott. Luigi Azzarri, responsabile del reparto radiologia all'INI di Grottaferrata, ci ha raccontato, in un'intervista, tutte le caratteristiche e le potenzialità della nuova apparecchiatura.

Insomma, le applicazioni tecnologiche in campo medico non si fermano e il Gruppo INI non rimane certo a guardare, mettendo sempre i propri specialisti nelle migliori condizioni di agire con le migliori apparecchiature di ultima generazione al servizio del paziente.

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