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Ambulanti di piazza Risorgimento "sperano nella beatificazione"

In piazza Risorgimento, il giorno della beatificazione, gli ambulanti terranno aperti i loro chioschi, ma con poca speranza di fare grandi affari

In piazza Risorgimento anche i venditori ambulanti, quelli con regolare licenza, si preparano per il giorno della beatificazione.
Tanta la mercanzia esposta: cappellini, borse, magliette e felpe fanno bella mostra di sé sui banchi. I soggetti sono i più svariati: si passa dall'immagine del colosseo, classica, a quella su papa Wojtyła, creata apposta per l'occasione.

Tanta l'offerta, poca la domanda. Gli ambulanti lamentano un giro d'affari poco soddisfacente: “Si pensa che durante i grandi eventi noi ambulanti facciamo affari d'oro, in realtà non è vero” - queste le parole di Luciano, il proprietario di un banco in piazza che continua - “anzi, vendiamo di più durante i giorni definiti normali, che in quelli di grande afflusso”.
Le ragioni sono molteplici: l'esagerato numero di persone che si raccoglie in queste occasioni fa sì che la gente passi per la piazza senza fermarsi, di fretta, non prestando attenzione a quello che la circonda; come un fiume un piena, una grande massa che si riversa in un'unica direzione. Chi si ferma, corre il rischio di non trovare più i propri compagni di viaggio accanto a sé, magari dà un'occhiata in velocità, promettendo a sé stesso e al venditore che ripasserà, ma così non è e gli ambulanti rischiano che la merce si rovini, piuttosto che venga comprata.

“Sono molti quelli che chiudono durante gli eventi, c'è troppa gente e, al contrario di quello che si pensa, non conviene restare aperti. Sono soprattutto gli abusivi quelli che chiudono, rischiano anche di più per i maggiori controlli” dice ancora Luciano.
Lui però il 1 maggio ha deciso di aprire, di provare a vendere: complice la crisi, chiudere è diventato un lusso che né lui, né gli altri ambulanti si possono permettere. Oltretutto, la concorrenza in piazza si fa sempre più agguerrita: "Gli abusivi, quasi tutti extracomunitari, con le loro borse, non fanno altro che moltiplicarsi. I controlli sono quasi inesistenti: i finanzieri, quando ci sono, non fanno altro che allontanarli senza neanche più requisire la merce, così poi quelli ritornano senza problemi”.

Luciano è un fiume in piena: “Io pago la concessione, le tasse, i vari permessi e se espongo un cappellino un centimetro più in là di quanto dovrei, rischio fino a 1500 € di multa. Loro, invece, non pagano niente e si sistemano come vogliono. E in più fanno pure grandi affari: poco fa quello accanto a me ha venduto una borsa di plastica per 60 €!” Meglio approfittare allora della loro assenza, quasi sicura, durante il giorno della beatificazione, per cercare di "riprendersi la piazza".

La musica non cambia neanche per quelli che sono i chioschi ambulanti, anche loro con regolare licenza: sono molti quelli che ancora s'interrogano se restare aperti il 1 maggio oppure no. “Durante i grandi eventi, succede il contrario rispetto agli altri giorni: la gente compra di meno perché si prepara, si porta il mangiare e il bere da casa, tutti si accampano in piazza con i loro zainetti, soprattutto i turisti e noi vendiamo addirittura meno che nei giorni feriali”, queste le parole di uno dei proprietari di questi chioschi, un giovane ragazzo che però spera che il giorno della beatificazione vada meglio rispetto a quanto successo precedentemente durante gli altri eventi.
La ragione è semplice: “Quel giorno, so che molti bar che affacciano sulla piazza saranno chiusi. Sanno che la maggior parte della gente entrerà da loro solo per andare in bagno, senza comprare niente. Non li conviene restare aperti, si ritrovano il locale sporco e la cassa semivuota.”
Per questo molti, come lui, hanno deciso di tenere i chioschi aperti. Sperano che, vista la diminuzione della concorrenza, gli affari aumentino.

Uno “speriamo” è la parola che accomuna maggiormente questi ambulanti, proprietari di banchi e di chioschi, amareggiati e speranzosi allo stesso tempo.La beatificazione di Giovanni Paolo II si avvicina, gli ambulanti sorridono e il 1 maggio la maggior parte di loro aprirà, alcuni sperando solo di non andare in perdita.

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