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Ostia: 30 disabili senza assistenza. Genitori sul piede di guerra

L'Anffas Ostia Onlus sospende il servizio d'assistenza a 30 ragazzi autistici dopo il mancato finanziamento da parte della Regione Lazio. Stefano Galloni, il direttore generale dell'Anffas ci spiega: “la Regione non ha mantenuto le promesse sui 450.000 euro che ci spettavano per il 2008”

I l nuovo anno è iniziato con una brutta notizia per 30 famiglie con bambini autistici di Ostia. L'Anffas Ostia Onlus ha infatti comunicato che i servizi relativi ai progetti riabilitativi per sindromi autistiche saranno sospesi per tutto gennaio 2009 in attesa di comunicazioni ufficiali e definitive dalla Regione Lazio”.

Immediata la mobilitazione dei genitori dei ragazzi e degli operatori rimasti senza lavoro che per domani, giovedì 8 gennaio, hanno organizzato una manifestazione per protestare contro la sospensione del servizio. “Si trattava”, spiegano in un comunicato i promotori della manifestazione, “dell'unica realtà che sul territorio stava effettuando un innovativo servizio domiciliare, come indicato nelle linee guida Sinopia (Società Italiana di Neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza) per una riabilitazione efficace e con risultati enormi ben evidenti nei bambini".

Alla base della sospensione del servizio c'è il piano di rientro finanziario predisposto dalla Regione Lazio e che ha provocato un ammanco nel bilancio 2008 dell'Anffas di 450.000 euro. A spiegarci la situazione è la stessa associazione.

  I genitori devono capire che protestando contro di noi scatenano una guerra tra poveri  

“Il 19 dicembre scorso”, spiega Stefano Galloni dirigente dell'Anffas Onlus Ostia, “la Regione Lazio ci aveva promesso che sarebbe stata approvato un assestamento di bilancio in cui sarebbero figurati anche i soldi spettanti alla nostra associazione e che noi abbiamo già anticipato esponendoci pesantemente con le banche. Purtroppo però questa promessa, come già accaduto altre volte, non è stata mantenuta e nostro malgrado siamo stati costretti a sospendere il servizio”.

Un servizio tra i più all'avanguardia d'Italia. Il centro di Ostia è infatti l'unico in tutto il centro Nord Italia ad erogare una terapia riabilitativa di tipo comportamentale di 10 ore settimanali. Un progetto che fino a dicembre coinvolgeva con risultati importanti 30 bambini, per un totale di 300 ore settimanali e con 25 operatori impegnati. Operatori anch'essi trovatisi all'improvviso senza lavoro.

La vicenda sta vivendo in questi giorni il suo culmine, ma si trascina ormai da tempo. In pratica nel piano di rientro finanziario del sistema sanitario del giugno 2007 per un'errore della Regione furono messi a bilancio per l'Anfass 450.000 euro in meno. “L'errore”, spiega Galloni “ è stato riconosciuto dalla Regione stessa e poteva essere sanato attraverso un nostro ricorso al Tar. Ricorso che, su invito della Pisana stessa, la nostra associazione non ha presentato”.

Per il bilancio 2007 a coprire l'ammanco ci ha pensato l'Asl Roma D. Per il 2008 però l'errore è stato reiterato e per l'Anffas sono stati messi a bilancio 1.614.000 euro anziché i previsti 2.162.921 euro. Più volte è stata fatta richiesta di colmare tale gap e più volte la Regione ha assicurato assestamenti di bilancio atti ad erogare i fondi necessari a proseguire il servizio.

“Fondi che noi abbiamo comunque anticipato” spiega la presidente dell'associazione Ilde Plateroti Narducci. “Questo è un servizio che riteniamo fondamentale e che non campa d'aria. Gli operatori da noi vengono pagati tutti puntualmente e se non ci fossimo esposti probabilmente il servizio sarebbe stato interrotto ben prima di oggi. Ora quello che rischiamo è che per i debiti accumulati anche il resto della nostra attività debba interrompersi, a tutto svantaggio dei 450 disabili del litorale e delle loro famiglie che assistiamo giornalmente”.

In questi giorni lo scontro con la Regione si è alzato e l'Anfass è stata costretta a sospendere il servizio, scatenando le proteste dei genitori dei bambini. “I genitori devono capire”, spiega Ilde Plateroti Narducci, “che protestando contro di noi scatenano una guerra tra poveri. Noi li abbiamo avvisati tutti telefonicamente e li abbiamo invitati ad unirsi a noi nella battaglia a favore del servizio. Speriamo che quest'appello non cada nel vuoto e ci sia una coesione tra la nostra e la loro protesta”.

L'Anfass è pronta a riprendere il servizio, ma solo se la Regione si impegnerà finanziando concretamente il  progetto. “Vogliamo gesti concreti. Le carte si possono firmare anche a 30 giorni, ma vogliamo che qualcuno si impegni in prima persona affinché ci venga dato quanto ci spetta”.

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