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Assegno unico 2023: non serve la domanda di rinnovo

Ecco chi dovrà presentare domanda e chi beneficerà dell'erogazione d'ufficio da parte dell’Inps

Per prendere l'assegno unico anche nel 2023 bisogna rinnovare la domanda? E chi deve richiederlo per la prima volta come dovrà procedere?. L'Inps fa chiarezza su uno dei temi caldi di questo periodo dell'anno.

Assegno unico, come rinnovare nel 2023

Dal 1 marzo del 2023, coloro che nel corso del periodo gennaio 2022 – febbraio 2023 hanno presentato una domanda di Assegno Unico e Universale (AUU) per i figli a carico, accolta e in corso di validità - fa sapere l'Inps - beneficeranno dell'erogazione d'ufficio della prestazione da parte dell’INPS, senza l’onere di presentare una nuova domanda.

Assegno unico, come richiedere per la prima volta

Coloro che invece non hanno mai fruito dell'Assegno Unico, potranno presentare la domanda online. La procedura è facilmente reperibile sul sito ufficiale Inps.

Anche nel 2023, tutti i richiedenti, anche coloro che non dovranno ripresentare domanda, saranno tenuti a comunicare a INPS le eventuali variazioni relative al nucleo familiare, quali, ad esempio, nascita di un nuovo figlio, variazione/inserimento di una condizione di disabilità, condizioni che assicurano il mantenimento dell’assegno in caso di maggiore età dei figli, ripartizione dell’assegno tra coniugi nonché variazioni nelle modalità di pagamento.

Per la quantificazione dell’Assegno Unico, inoltre permane, per tutti, l’onere di procedere alla presentazione della nuova DSU per l’anno 2023.

Cos'è l'Assegno Unico

Come riportato sul sito dell'Agenzia delle Entrate, l'Assegno Unico e Universale per i figli, istituito dal decreto legislativo n. 230 del 21 dicembre 2021, è una prestazione erogata mensilmente dall’Inps a tutti i nuclei familiari per ogni figlio minorenne a carico e, in presenza di determinati requisiti, per ciascun figlio maggiorenne a carico fino al compimento dei 21 anni. Inoltre, è riconosciuto anche per ogni figlio a carico con disabilità, senza limiti di età; spetta a tutti i nuclei familiari indipendentemente dalla condizione lavorativa dei genitori (non occupati, disoccupati, percettori di reddito di cittadinanza, lavoratori dipendenti, lavoratori autonomi e pensionati) e senza limiti di reddito. Ha un importo commisurato all’ISEE; tuttavia nel caso in cui non si volesse presentare un ISEE, è comunque possibile fare domanda e ottenere l’importo minimo per ciascun figlio.

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