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Lupi a Roma, "l’abbattimento non è una soluzione, ma bisogna imparare regole convivenza"

Alessia De Lorenzis (Oasi LIPU Castel di Guido): “Il ritorno del lupo è naturale, ma la convivenza non è scontata”

Quanti sono i lupi a Roma? Non esiste un dato preciso perché, nella Capitale come nel resto del paese, non è mai stato effettuato un censimento. L’Ispra ne ha avviato uno nel 2020, su scala nazionale, ma i risultati non sono ancora stati comunicati. L’unica certezza è che il lupo è tornato anche nella Capitale.

La presenza dei lupi a Roma

Il ritorno del mammifero a cui si lega la fondazione della Città eterna,  rappresenta un fenomeno piuttosto recente a Roma. La sua presenza è accertata nel comune capitolino, ovviamente nelle aree periurbane, ed anche nella sua provincia ad esempio nell’area dei castelli romani. Ma per restare al Comune di Roma, c’è una zona dove la loro distribuzione viene costantemente monitorata: l’oasi di Castel di Guido.

“Il primo esemplare in dispersione che ha raggiunto l’oasi è stato ribattezzato Romolo. Era chiaramente un maschio ed eravamo nel 2013. L’anno successivo arrivò Numa, rimasto fino al 2016. E durante quel periodo si è accoppiato con una femmina, Aurelia, dando vita al primo branco” ha spiegato Alessia De Lorenzis, responsabile LIPU dell’oasi naturalistica presente nel municipio xi.

Abbattimenti vs convivenza

Nel borgo di Castel di Guido, domenica 19 dicembre è anche stato organizzato un incontro incentrato sul “lupo nel litorale romano”un appuntamento pensato “per conoscerlo e conviverci”.  Mentre imperversa un dibattito, a livello nazionale, sulle iniziative messe in campo “per gli effetti causati dalla diffusione del lupo”, tema affrontato durante un recente question time alla Camera, a Roma la questione viene declinata in altro modo.

“Il problema non si risolve puntando sui piani di abbattimento” ha spiegato la responsabile LIPU di Castel di Guido “perché bisogna invece insegnare alle persone a convivere con questa specie. Ci sono dei comportamenti sbagliati che rendono i lupi più confidenti e vanno assolutamente evitati. Non parliamo del cane del quartiere o del gatto, il lupo è un predatore selvatico e come tale va trattato. Non bisogna provare ad alimentarlo. Ed in caso di avvistamento non bisogna fare versi per avvicinarlo né bisogna fermarsi per immortalarlo con il cellulare”.

I branchi monitorati

Il tema è quindi quello della convivenza necessaria. Anche perché, a differenza di quanto avviene ad altre latitudini, con allevatori che lamentano gli attacchi ai propri animali, a Roma questo problema è assente o, ne peggiore dei casi, molto circoscritto. “Noi seguiamo il branco di lupi del litorale Romano, quindi sia quello che c’è a Castel di Guido, che gli esemplari che girano nel litorale – ha spiegato Marco Antonelli, responsabile del progetto del monitoraggio del lupo in quelle aree – seguiamo anche i lupi che sono presenti nel parco di Veio. Nel primo caso, non si registrano attacchi perché, come abbiamo avuto modo di verificare, più del 90% della dieta di un lupo è costituito dai cinghiali, molto abbondanti nella zona”. E non solo lì. “Anche nella zona sud del Parco di Veio anche c’è un branco che si è riprodotto quest’anno, generando cinque cuccioli. Lì ogni tanto si segnalano attacchi alle pecore – ha spiegato Antonelli – ma parliamo di allevatori che non attuano le tecniche di prevenzione adeguata”.

La convivenza da garantire

Per contrastare il lupo, rendendogli più conveniente predare un cinghiale piuttosto che una pecora, cosa occorre fare? “Gli allevatori dovrebbero dotarsi di cani da guardiania in numero proporzionale al proprio gregge e poi di recinti elettrificati mobili, che possano essere spostati secondo le necessità” ha concluso Antonelli. Insomma, anche in quel caso si tratta di migliorare il rapporto tra l’uomo ed il lupo. Perché “il loro ritorno è stato un fenomeno naturale – ha ricordato Alessia De Lorenzis – invece la convivenza non è un fatto scontato”. Ed occorre lavorarci, per evitare che prenda piede la richiesta di adottare piani di contenimenti che ne contemplino l’abbattimento.
 

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