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Metrovia, il progetto va avanti e fa innamorare i cittadini: "Ecco come lo stiamo cambiando"

Nodi di scambio e raddoppi delle linee ferroviarie. L'idea della Metrovia è stata migliorata, mentre cresce l'interesse sui social network. Arsena: "C'è anche uno studente d'ingegneria che ne sta facendo una tesi"

Trasformare le linee regionali in sei linee metropolitane di superficie, lavorando sul potenziamento dei nodi di scambio. La suggestiva proposta dell'architetto Paolo Arsena, padre della Metrovia, sta prendendo piede. Sui social network i romani si stanno mostrando particolarmente interessati. Suggerendo modifiche che sono state anche messe a sistema.

Architetto, lei aveva parlato della necessità di far innamorare i romani della Metrovia. Una condizione essenziale per trasformare il suo sogno, in un vero progetto improntato sulla mobilità sostenibile. A che punto siamo di questo processo?

Stiamo lavorando molto sui social. Abbiamo un sito che è in fase di aggiornamento ed a brevissimo sarà online una nuova versione, con molte più possibilità di interazione e di partecipazione. Gli utenti potranno così lasciare dei commenti ma anche prendere dati, accedere a schede tecniche. Devo dire che già ora riceviamo molte sollecitazioni dai cittadini. Ci sono suggerimenti , critiche, magari non  sempre pertinenti. Alcune però ci hanno stimolato ad afforontare dei nodi per migliorare il meccanismo.

Quali sono le principali novità, rispetto alla prima versione annunciata a novembre?

Eravamo partiti con una prima piattaforma che naturalmente aveva lo scopo di mettere sul tavolo l'idea generale. Poi l'abbiamo migliorata. Una cosa su cui non avevemo molto insistito sono i presupposti: per poter realizzare questo lavoro, bisogna puntare su due puntuali modifiche della linea ferroviaria. In tal senso pensiamo ad esempio ad una nuova coppia di binari, da Ciampino a Statuario. Quel tratto si sviluppa in piena campagna, quindi problemi non ci dovrebbero essere. Poi c'è la chiusura dell'anello ferroviario, di cui si parla da anni. La chiusura deve avvenire completando il tratto mancante, tra Tor di Quinto e Nuovo Salario. Ma poi proponiamo una variante: cioè di non attestarsi a valle Aurelia, ma di puntare dritti sulla galleria esistente da tempo in disuso per raggiungere, più a sud, la Tirrenica“.

Nell'idea originaria, aveva fatto discutere la proposta di far fermare le linee ferroviarie regionali fuori città. Proseguire necessariamente con la Metrovia significa scendere dal treno, aspettare la coincidenza. Si perde tempo, no?

Da quel punto di vista c'è stato un netto miglioramento dell'idea iniziale. Infatti abbiamo individuato tre varchi, dove consentire tutte e due i servizi di trasporto. Dalla stazione di Montebello, di Nuovo Salario e di Ciampino, l'utente dovrebbe avere la possibilità di compiere una scelta. Restare sul treno regionale, che da lì farebbe una sola fermata  arrivando direttamente a Termini. Oppure, per raggiungere le altre zone della città, si utilizza il nodo di scambio per prendere la metrovia.

Le novità non mancano. E con le istituzioni come procede? Si stanno interessando della vostra idea di trasporto pubblico?

Il nostro obiettivo è di farla conoscere prima ai cittadini. In tal senso vorrei ringraziare il mio team, composto da Corrado Cotignano, Florestano Pastore e Marina Stoppelli. Sono tutti professionisti che a vario titolo, stanno contribuendo a migliorare questo sogno, lavorando molto sia nella sua formulazione che sul piano dei social. Il passo successivo sarà farlo conoscere agli attori istituzionali. Ma procediamo per step, senza bruciare le tappe. Intanto, la bella notizia, è che la Metrovia sta diventando oggetto d' una tesi di laurea a La Sapienza. Una notizia che ci riempie di orgoglio.

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