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Fiumi e canali inquinati a Roma: maglia nera a foce Tevere ad Ostia

Secondo i dati di Goletta Verde la foce del fiume Tevere a Ostia, la foce del Fosso Grande ad Ardea e il canale Crocetta a Torvaianica. Promosso il canale dei Pescatori

Male la foce del Tevere da Ostia, i canali di Ardea e Tarquinia. Salvo, perché rientra nei limiti di legge, il Canale dei Pescatori sempre ad Ostia. E' la fotografia scattata dal monitoraggio di Goletta Verde di Legambiente per quest'estate che punta il dito contro materiali fecali scaricati in mare, una delle cause del principali di inquinamento . E le cose, dice l'associazione, "peggiorano di anno in anno". 

Dei ventitré punti monitorati lungo le coste laziali, più del 50% sono risultati con valori di inquinanti elevati e addirittura per nove di questi il giudizio è di “fortemente inquinato”. Le peggiori: la foce del Fosso Grande ad Ardea e la foce del fiume Marta a Tarquinia, per l’ottavo anno consecutivo fortemente inquinate. Sette luoghi, sulle coste laziali, sono inquinati da quasi un decennio. E in provincia di Roma, la situazione è “allarmante”.

IL COMMENTO DI LEGAMBIENTE CONTRO LE AMMINISTRAZIONI

E la bandiera nera di Legambiente consegnata alle loro amministrazioni presenti e passate, “che per anni sono risultati inquinati e a tutte quelle amministrazioni comunali che, nel tempo, non hanno affrontato alcuno dei temi che la nostra campagna ha sollevato", spiega Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio. In testa alla classifica delle coste inquinate, per l’ottavo anno consecutivo, ci sono la foce del Fosso Grande ad Ardea e la foce del fiume Marta a Tarquinia.

Poi la foce del Tevere a Ostia per il sesto anno consecutivo, la Foce del Rio Torto ad Ardea - molto inquinata per la sesta volta in sette anni. Chiude la foce del canale Crocetta a Torvaianica, da quattro anni in classifica. 

A farne le spese non è solo l’ecosistema marino, ma anche la salute dei bagnanti nonché l’economia turistica. Sullo sfondo, una situazione nazionale che vede “circa il 25% delle acque di fognatura scaricato in mare, nei laghi e nei fiumi senza essere opportunamente depurato”, dice Serena Carpentieri, responsabile Campagne di Legambiente. E “nonostante siano passati oltre dieci anni dal termine ultimo che l'Unione Europea ci aveva imposto per mettere a norma i sistemi fognari e depurativi”.
 
Il monitoraggio regionale è stato eseguito dalla squadra di tecnici di Legambiente tra 20 e il 23 giugno scorsi. Una nota positiva viene dalla provincia di Latina: la presenza di microrganismi fecali è risultata quasi sempre entro i limiti, se si esclude il risultato del Rio Santacroce a Formia nella spiaggia di Gianola, ancora una volta critico. 

IL COMMENTO DEL MOVIMENTO 5 STELLE SUI DATI DI GOLETTA VERDE

L'ELENCO DEI RIFIUTI NEI MARI

Con “malati cronici, situazioni critiche che segnaliamo in alcuni casi da più di sette anni, ma per le quali evidentemente nulla è stato fatto”, aggiunge Serena Carpentieri. Manca il controllo degli scarichi,e manca un monitoraggio responsabile della qualità del mare. “In pochissimi casi è presente la tabella di qualità costiera obbligatoria per legge al fine di segnalare lo stato delle acque, ulteriore responsabilità che i comuni colpevolmente non stanno facendo propria. Noi rimaniamo a completa disposizione delle amministrazioni e degli enti che non vorranno negare le problematicità per avviare percorsi positivi. Ogni giorno in cui non si mettono in campo dinamiche positive, è un giorno in più di scarichi illegali, depuratori malfunzionanti e rischi per la salute dei cittadini”. 
 
Una situazione che ai bagnanti non è dato conoscere. Quasi inesistente, dice ancora Legambiente, la cartellonistica in spiaggia nel Lazio. Sarebbe obbligatoria, dal 2014, per i comuni costieri. Ma nei 23 punti analizzati, l’equipe di Goletta Verde ha avvistato un solo cartello. Dove? Presso la foce del porto canale Loricina a Nettuno, un punto che per le autorità competenti è vietato alla balneazione. Era stata proprio Goletta Verde l’anno scorso ad andare a Nettuno per richiedere il cartello di divieto di balneazione alla foce.

Il litorale, infatti, è “molto frequentato da bagnanti che, in assenza di un’adeguata cartellonistica, si immergevano nelle acque della foce ignari dei rischi sanitari”. In 20 dei 23 punti campionati, Goletta Verde racconta di aver trovato “rifiuti di tutti i generi, specialmente quelli di plastica, nel 100% dei casi”: si chiama inquinamento da marine litter. Con “discariche a cielo aperto” in 7 punti: “materassi, alberi di natale, sedie di plastica, rifiuti ingombranti tutti rifiuti abbandonati in loco ma, soprattutto, trasportati dai fiumi in mare”. 

LA MAPPA DELLE COSTE DEL LITORALE

La provincia di Roma se la cava male, come già succedeva nel 2016. Su dodici punti monitorati, nove presentano valori di inquinanti elevati e sette vengono definiti “fortemente inquinati”. Eccoli: alla foce del fosso Zambra, Certeveri; foce fiume Arrone, Fiumicino; foce fiume Tevere, Ostia; foce Rio Torto e foce del fosso Grande, Ardea; foce del fosso Cavallo morto, Anzio; foce del porto canale Loricina, Nettuno. Giudicati “inquinati” la foce del canale Crocetta a Torvajanica, Pomezia e la foce del Rio Vaccina a Ladispoli.

Il Lungomare Pyrgi a Santa Severa di Santa Marinella, il canale dei Pescatori di Ostia e lo sbocco del depuratore Colle Cocchino di Anzio sono, invece, entro i limiti. Pessimi risultati anche in provincia di Viterbo. Due i campionamenti effettuati: fortemente inquinata la foce del fiume Fiora a Montalto Marina, così come la foce del fiume Marta al lido di Tarquinia.
  

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