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Mercoledì, 17 Aprile 2024
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Emergenza cinghiali, sul tavolo della Sindaca il nome della futura oasi per ungulati

La delegata ai diritti degli animali contesta il piano di abbattimento dei cinghiali. Pronio: "Se ne uccidono un altro io mi dimetto. Ora voglio un tavolo interistituzionale perché ho individuato l’area dove trasferirli"

Sono due i cinghiali che, i fucili della Polizia Provinciale, hanno centrato a ridosso della Riserva dell’Insugherata. L’iniziativa che il 15 aprile  aveva suscitato le proteste di associazioni animalisti come l’OIPA ed Earth, si è condensata in pochi spari. Niente proiettili comunque perché, come previsto dal protocollo sottoscritto tra Campidoglio, Regione e Città Metropolitana, per “contenere” il numero di ungulati nelle aree urbane occorre puntare sulla telenarcosi.

I cinghiali colpiti

“Non sono piani di contenimento, sono piani di abbattimento. Chiamiamo le cose con il loro nome – ha premesso Loredana Pronio, delegata del Campidoglio per i diritti degli animali – e vorrei smentire subito che sono state colpite delle femmine. E’ falso. Al contrario è vero che il narcotico ha raggiunto due esemplari maschi ma uno, più giovane, di circa 30 chili, è riuscito a fuggire. L’altro invece è stato abbattuto”.

Niente macellazioni

E’ quello finora il destino che viene riservato agli animali narcotizzati. “Il farmaco che viene loro iniettato, infatti, non ne consente la macellazione per fini alimentari. Se non dopo un periodo di quarantena” aveva spiegato a Romatoday Maurizio Gubbiotti, il presidente di RomaNaturale. Secondo il numero uno dell’ente regionale non è comunque quella la pratica da prediligere. La strada scelta per contenere il numero di ungulati, almeno dentro le riserve regionali, resta quella che prevede un ricorso alle gabbie.

Le dimissioni minacciate

“Se uccidono un altro cinghiale io mi dimetto – ha precisato la delegata capitolina per i diritti degli animali – lo scorso venerdì sono venuta a conoscenza dell’esistenza di un’area adatta ad ospitarli. Non posso rivelare ancora quale sia, ma è un parco urbano che al suo interno già ospita una colonia di cinghiali”. L’idea di ricorrere al trasferimento in apposite oasi, era già stata caldeggiata in passato dalla maggioranza pentastellata. 

L'oasi per cinghiali

Una delle ipotesi circolate prevedeva lo spostamento degli ungulati nella Tenuta di Castel di Guido. E’ un parco urbano dove, il contenimento, potrebbe avvenire anche in maniera naturale. Al suo interno infatti, da almeno 4 anni, si è stabilito un predatore apicale: un branco di lupi. “Io ritengo che una volta narcotizzati gli animali vadano anche sterilizzati – ha aggiunto Pronio – comunque ho richiesto la convocazione di un tavolo con rappresentanti del Campidoglio, della Città Metropolitane e dei dipartimenti competenti”. Insieme dovranno valutare la destinazione dei cinghiali eventualmente catturati. Per ora, comunque, non sono previste altre iniziative come quella che, recentemente, si è svolta a ridosso dell’Insugherata. Una buona notizia per i difensori della specie.

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