Villa Ada, Leyla McCalla per la prima volta a Roma
Per la prima volta nella Capitale, parte sabato 17 luglio da Villa Ada Roma Incontra il Mondo il tour italiano di Leyla McCalla, per poi proseguire a Fiorenzuola d’Arda all’interno della rassegna Dal Mississippi al Po il 18 luglio e chiudersi il 30 a Oristano con Dromos Festival.
Polistrumentista, interprete, arrangiatrice e cantautrice, ugualmente a proprio agio con l’inglese, il francese e il creolo haitiano, Leyla McCalla è eclettismo puro. Nata a New York City da genitori emigrati haitiani, è stata immersa in una fusione di culture sin dalla tenera età. Trae ispirazione tanto dal passato quanto dal presente: sia che si tratti della sua eredità haitiana, delle strade di New York dove è nata o di quelle di New Orleans, patria elettiva della sua vita artistica, pesca a piene mani dalla storia e dalle contraddizioni del mondo attuale.
Profondamente influenzata dalla musica tradizionale creola, cajun e haitiana, nonché dal jazz e dal folk americano, la sua musica è allo stesso elegante e piena di sentimento, ma anche sorprendentemente fresca, accattivante e contemporanea.
Da adolescente ha vissuto anche per due anni ad Accra, in Ghana, prima di tornare negli Stati Uniti per studiare violoncello e musica da camera alla New York University.
È nelle strade polverose del quartiere francese di New Orleans che Leyla costruisce la propria identica artistica, è qui che riscopre e si riconnette in maniera viscerale alle origini creole, a quell’intersezione tra musica, società e politica che contraddistingue l’isola caraibica.
L'album di debutto “Vari-Colored Songs: A Tribute to Langston Hughes” è stato nominato Album of the Year 2013 dal London Sunday Times e da Songlines proprio per il forte messaggio sociale che il disco veicola. "La sua voce è cristallina e accattivante, la sua musica magnifica e trasparente racconta saghe familiari, malinconie, solitudine e l'inesorabilità del tempo, tutto narrato con il tocco più leggero che si possa immaginare", scrive di lei il New York Times.
Anche nel secondo lavoro, “A Day For The Hunter, A Day For The Prey” (2016), il tema della giustizia sociale è il fulcro attorno al quale viene costruito tutto il disco. Ma è il terzo album, “The capitalist Blues” (2019), a diventare il manifesto di una piena e consapevole maturità artistica, insieme alla volontà di abbracciare temi ancora più universali.
“Questi brani - racconta l’artista - sono le mie riflessioni intorno alla maternità, alla condizione femminile, all’attivismo politico e alla vita spirituale. Vedo molto chiaramente quale prezzo stia pagando l’umanità nel dare più valore al capitale piuttosto che all’uomo. C’è molta strada da fare e questo disco vuole essere il mio personale contributo”.
Una personalità unica - frutto di una feconda ibridazione culturale tra la tradizione haitiana e la velocità del mondo occidentale - che riesce a toccare e raccontare temi profondi senza perdere la leggerezza, Leyla McCalla parla delle derive del mondo moderno mentre ci prende sottobraccio e ci invita a ballare.