Un passato senza veli: le Grandi Dive del Burlesque al Teatro Belli
Debutterà il 19 marzo al Teatro Belli di Roma lo spettacolo Un passato senza veli di e con Giulia Di Quilio, e rimarrà in scena fino al 22 marzo.
Un One-Woman Show in piena regola per raccontare la Golden Age dell’Arte più femminile che esista: il Burlesque.
Tra performance e monologhi, parole che “mettono a nudo” il corpo e viceversa, il talento multiforme di Giulia Di Quilio/Vesper Julie - attrice e star riconosciuta della scena burlesque italiana – rievoca un universo colorato e sensuale, sfuggente e affascinante, fatto di lustrini, piume, ventagli, lunghi guanti da sfilare lentamente ma anche di censure, scandali, dimenticanze e grandi rinascite.
Una serie di ritratti mobili di Dive sexy, imprevedibili, fuori dal comune, in bilico tra immedesimazione e ironico distacco, memoria polverosa e ricordo vivo, gioco di seduzione e storia del costume.
Dalle due acerrime rivali Faith Bacon e Sally Rand - destini speculari di un’unica medaglia - al geniale opportunismo della leggendaria Gipsy Rose Lee, passando per la versione “senza veli” di Marylin creata dall’ineffabile Dixie Evans e da un’irrinunciabile omaggio alla “Rossa” per antonomasia: Rita Hayworth.
NOTE DI REGIA:
“Questo spettacolo nasce dalla scrittura del mio libro Eros e burlesque, edito da Gremese nel 2016.
Durante lo studio preliminare su fonti prevalentemente americane (purtroppo le pubblicazioni italiane sul tema erano poche e generiche), mi sono imbattuta in personaggi straordinari. E più approfondivo la ricerca, più queste figure mi parlavano e si imponevano alla mia attenzione, collocandosi idealmente ‘al centro della scena’.
Continuando a studiarle e a raccontarle sulla pagina, mi immedesimavo completamente in loro, ritrovando, tra le pieghe di quelle vite, le mie stesse difficoltà, gli stessi patimenti, gli stessi dubbi. Il passato non mi era mai sembrato così contemporaneo.
Da qui, immediata, la voglia di portare in scena, in forma di monologo, alcuni degli “incontri” in cui mi ero imbattuta, tentando – grazie alla mia doppia esperienza di attrice e di performer burlesque - una sintesi tra i due linguaggi.
Sola in scena per 80 minuti, racconto e rivivo le storie di queste donne coraggiose, imprevedibili e, soprattutto, femministe ante-litteram: alcune di loro, con i soldi guadagnati in scena, riuscivano a mantenere più di un marito (che, puntualmente, veniva lasciato all'immancabile richiesta di ‘smettere di spogliarsi’ per amor suo).
Vere Dive marchiate con lo stigma di "stripper" in un mondo in cui la donna, era perlopiù, casalinga, al massimo maestra o segretaria...
Esistenze fuori dagli schemi che, con il proprio mestiere, riuscivano a raccontare dall’interno la femminilità, svelando a molti un immaginario profondo e potente, riscoperto e reinventato nei primi anni 2000, dal movimento del New Burlesque, assunto a modello di emancipazione e di libera ricerca espressiva”.
(Giulia Di Quilio)