Teatro comico napoletano all'Anfitrione
Torna in scena al Teatro Anfitrione di Roma la Compagnia Teatrale “Baracca e Burattini 1984”, con il tradizionale appuntamento con il Teatro comico napoletano. Lo spettacolo di questa stagione, per la regia di Carmelo Savignano, propone un pasticcio di commedie napoletane del grande Eduardo De Filippo, in particolare due Atti Unici tra i più comici dell’immensa produzione dell’Autore.
Jammo Tutti Carcerati (titolo di fantasia coniato dalla nostra Compagnia), riunisce i due Atti Unici che, nella loro scoppiettante comicità, hanno come elemento comune la lotta quotidiana di soggetti che convivono con una perenne situazione di precarietà, e che – secondo la migliore tradizione partenopea – si ingegnano alla meglio per sbarcare il lunario, vivendo ai margini di una confusa legalità, e rischiando quotidianamente di attraversare la soglia del carcere.
Il Primo Atto è il divertente Atto Unico “Quei Figuri di Tanti Anni Fa”, che si svolge in una bisca clandestina, camuffata in un improbabile “Circolo della Caccia”, frequentato da latitanti e da gente di malaffare e gestito da Gennarino Fierro, detto “punto e virgola”, avanzo di galera coadiuvato da una mal assortita banda di truffatori. La combine si inceppa con l’arrivo di Luigino Poveretti, soggetto ingenuo e un po’ tonto, che viene ingaggiato per sostituire all’ultimo momento il “palo” addetto alla realizzazione della truffa, e che, in un susseguirsi di esilaranti trovate comiche, fallisce maldestramente ogni trucco del mestiere, agevolando l’arresto della compagnia di malavitosi.
Il Secondo Atto propone per intero la famosa scena delle prove, inserita nella prima parte di “Uomo e Galantuomo”, che racconta dell’unica sessione di prove teatrali per l’allestimento di uno spettacolo di una scalcinata compagnia di guitti, ingaggiata per una serie di recite in piazza nelle periferie di Napoli, e che per alterne e sfortunate vicende si trova ad utilizzare l’atrio di un Commissariato di Polizia come “sala prove”. L’intreccio tra situazioni personali e ruoli da interpretare, la precaria situazione economica del gruppo di “attori” (tipica delle “compagnie di giro” di inizio ‘800, sempre morse da una fame cronica), il gioco di malintesi tra il capocomico Gennaro De Sia ed il suo suggeritore Attilio, sono solo alcune delle chiavi comiche su cui si sviluppa la pièce, che si presta particolarmente ad essere rappresentata come Atto Unico, avulsa dal resto della Commedia da cui trae origine.