"Angelica" di e con Andrea Cosentino, teatro a Castel Gandolfo
"Una troupe televisiva che sceglie di girare uno sceneggiato televisivo in una casa di un quartiere popolare romano; un'attice - Angelica appunto - che continua a recitare la propria morte, fino allo sfinimento. Ciò che si ripete in teatro di fa ridere. Perché è il passato che pretende di ritornare come se niente fosse".
Un autore-attore «sgangherato, che sembra sempre in ritardo su un ipotetico copione, e che fruga nella valigia dei suoi strumenti alla ricerca di oggetti che faticano a comparire. Questo crea anche un forte scollamento tra quello che si vede sul palcoscenico e la scenografia naturale di un teatro storico di altissimo impatto artistico. Cosentino del resto, nel bel documentario che gli ha dedicato Graziano Graziani per Rai5 (in un ciclo di 4 puntate sulla nuova drammaturgia romana), dice di amare un teatro "che puoi fare in qualunque luogo del mondo", che adotti dei codici "che ti consentano di uscire dal teatro […] senza bisogno di un luogo deputato alla rappresentazione"». (Valeria Merola, Il fatto quotidiano").