Paolo Angeli in concerto al Teatro Garbatella
Reduce da un prestigioso tour americano e con il suo ultimo album "Rade" candidato ai Grammy Awards nelle sezioni Album of the Year e Best Alternative Music Album, Paolo Angeli sarà in concerto al Teatro Garbatella per la rassegna Diffuse Sound.
Mosso dalla ricerca tra avanguardia colta e tradizione popolare Paolo Angeli è un musicista unico e inimitabile. Conosciuto e amato a livello internazionale per la sua chitarra sarda preparata a 18 corde, presenterà il suo nuovo disco “Rade” nell’intimità della sala del Teatro Garbatella a Roma. Rade è il suo quattordicesimo album da solista, uscito per la ReR Megacorp in collaborazione con la AnMa productions, e distribuito da Goodfellas.
“…Rade sono arrivi e partenze, nelle cale a ridosso, con il viso segnato dalla salsedine ed asciugato dal sole. Attese, calafataggio quando è necessario, piccole riparazioni alla coperta, incontri fugaci, radioline analogiche. E poi carte nautiche piegate male e sporche di caffè, rotte immaginarie, in un mediterraneo navigato rada per rada, trovando nei porti e nelle insenature la protezione dalle mareggiate ...”
Rade è un arrivo inaspettato, come un raggio di sole nella stagione delle piogge. La sintesi discografica compiuta da Paolo Angeli, segue a distanza di un anno il successo di critica dell'album Jar’a. Se quest’ultimo contemplava la Sardegna più ancestrale, in Rade il musicista sardo cambia rotta e affronta il Mediterraneo ‘vis a vis’, in una navigazione che ci trascina nell’atmosfera meticcia dei porti del mare-nostrum.
Il concept album è la sintesi di venticinque anni di convivenza di Paolo con la sua chitarra orchestra, spinta al limite delle potenzialità timbriche espressive, ma a tessere la narrazione è la voce, nasale e dal sapore sardo-iberico, che si affida alle quartine dei poeti galluresi e logudoresi del 1700 e ‘800.
La musica di Rade affiora come un relitto carico di memoria, avvolto da luce accecante, il mare lungo è una superficie in argento, il canto sardo si fonde e confonde con sonorità che evocano una preghiera laica. Le composizioni divengono luoghi utopici di transito, paesaggi onirici abbozzati con la stilografica, aree protette dalla furia della tempesta, che riconducono all'illusione del miraggio. Il mare è il magma che unisce le latitudini delle terre emerse, isole musicali sospese tra popolare e contemporaneo, tra pulsazioni balcaniche, arcate mediorientali, adagi desert nord africani, citazioni di Rebetiko e memorie delle avanguardie storiche, reminiscenze flamenche, fraseggi dissonanti, crescendi epici art-rock e convergenze in squarci di liricità.
Rade è il mosto del secolo scorso, dimenticato nella cambusa, invecchiato, che lascia nei bicchieri di vetro il tannino, per abbandonarsi al ricordo di visioni leggere imbalsamate dalla salsedine. La luce del mare entra nelle nostre case, con la forza dirompente di un’avanguardia mediterranea trasmessa oralmente da un Caronte gioioso che, immaginando una navigazione che non conosce frontiere, si esprime con mille lingue, le usa per un attimo e poi le getta via.
“… E maglie a righe fuori dal tempo per rinnovare, ancora una volta, nel rituale dell’ascolto di un disco, la necessità di gioia..."